
La violazione dei diritti umani
31 Maggio 2025
Intelligenza artificiale e vita quotidiana: una rivoluzione da gestire con intelli…
31 Maggio 2025Traccia svolta di un tema argomentativo su La domotica
TRACCIA
Esempio di traccia di prova scritta del Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della Ricerca
ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA B
ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
Da un articolo di Guido Castellano e Marco Morello, Vita domotica. Basta la parola, «Panorama», 14 novembre 2018.
Sin dai suoi albori, la tecnologia è stata simile a una lingua straniera: per padroneggiarla almeno un minimo, bisognava studiarla. Imparare a conoscere come maneggiare una tastiera e un mouse, come districarsi tra le cartelline di un computer, le sezioni di un sito, le troppe icone di uno smartphone. Oggi qualcosa è cambiato: la tecnologia sa parlare, letteralmente, la nostra lingua. Ha imparato a capire cosa le diciamo, può rispondere in modo coerente alle nostre domande, ubbidire ai comandi che le impartiamo. È la rivoluzione copernicana portata dall’ingresso della voce nelle interazioni con le macchine: un nuovo touch, anzi una sua forma ancora più semplificata e immediata perché funziona senza l’intermediazione di uno schermo. È impalpabile, invisibile. Si sposta nell’aria su frequenze sonore.
Stiamo vivendo un passaggio epocale dalla fantascienza alla scienza: dal capitano Kirk in Star trek che conversava con i robot […], ai dispositivi in apparenza onniscienti in grado di dirci, chiedendoglielo, se pioverà domani, di ricordarci un appuntamento o la lista della spesa […]. Nulla di troppo inedito, in realtà: Siri è stata lanciata da Apple negli iPhone del 2011, Cortana di Micorsoft è arrivata poco dopo. Gli assistenti vocali nei pc e nei telefonini non sono più neonati in fasce, sono migliorati perché si muovono oltre il lustro di vita. La grande novità è la colonizzazione delle case, più in generale la loro perdita di virtualità, il loro legame reale con le cose. […]
Sono giusto le avanguardie di un contagio di massa: gli zelanti parlatori di chip stanno sbarcando nei televisori, nelle lavatrici, nei condizionatori, pensionando manopole e telecomandi, rotelline da girare e pulsanti da schiacciare. Sono saliti a bordo delle automobili, diventeranno la maniera più sensata per interagire con le vetture del futuro quando il volante verrà pensionato e la macchina ci porterà a destinazione da sola. Basterà, è evidente, dirle dove vogliamo andare. […]
Non è un vezzo, ma un passaggio imprescindibile in uno scenario dove l’intelligenza artificiale sarà ovunque. A casa come in ufficio, sui mezzi di trasporto e in fabbrica. […]
Ma c’è il rovescio della medaglia e s’aggancia al funzionamento di questi dispositivi, alla loro necessità di essere sempre vigili per captare quando li interpelliamo pronunciando «Ok Google», «Alexa», «Hey Siri» e così via. «Si dà alle società l’opportunità di ascoltare i loro clienti» ha fatto notare di recente un articolo di Forbes. Potenzialmente, le nostre conversazioni potrebbero essere usate per venderci prodotti di cui abbiamo parlato con i nostri familiari, un po’ come succede con i banner sui siti che puntualmente riflettono le ricerche effettuate su internet. «Sarebbe l’ennesimo annebbiamento del concetto di privacy» sottolinea la rivista americana. Ancora è prematuro, ci sono solo smentite da parte dei diretti interessati che negano questa eventualità, eppure pare una frontiera verosimile, la naturale evoluzione del concetto di pubblicità personalizzata. […]
Inedite vulnerabilità il cui antidoto è il buon senso: va bene usarli per comandare le luci o la musica, se qualcosa va storto verremo svegliati da un pezzo rock a tutto volume o da una tapparella che si solleva nel cuore della notte. «Ma non riesco a convincermi che sia una buona idea utilizzarli per bloccare e sbloccare una porta» spiega Pam Dixon, direttore esecutivo di World privacy forum, società di analisi americana specializzata nella protezione dei dati. «Non si può affidare la propria vita a un assistente domestico».
Comprensione e analisi
- Riassumi il contenuto essenziale del testo, mettendone in evidenza gli snodi argomentativi.
- La grande novità è la colonizzazione delle case, più in generale la loro perdita di virtualità, il loro legame reale con le cose: qual è il senso di tale asserzione, riferita agli assistenti vocali?
- Che cosa si intende con il concetto di pubblicità personalizzata?
- Nell’ultima parte del testo, l’autore fa riferimento ad nuova accezione di “vulnerabilità”: commenta tale affermazione.
Produzione
Sulla base delle conoscenze acquisite nel tuo percorso di studi, delle tue letture ed esperienze personali, elabora un testo in cui sviluppi il tuo ragionamento sul tema della diffusione dell’intelligenza artificiale nella gestione della vita quotidiana. Argomenta in modo tale da organizzare il tuo elaborato in un testo coerente e coeso che potrai, se lo ritieni utile, suddividere in paragrafi.
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Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
SVOLGIMENTO
1. Riassunto del contenuto essenziale del testo
L’articolo affronta il tema dell’evoluzione degli assistenti vocali, sottolineando come la tecnologia abbia compiuto un passaggio epocale: da strumento complesso e poco intuitivo a interlocutore capace di comprendere e rispondere alle richieste umane attraverso la voce. Questo sviluppo ha reso possibile l’integrazione di questi dispositivi nella vita quotidiana, con applicazioni in moltissimi ambiti, dal controllo domestico (luci, musica, elettrodomestici) fino ai mezzi di trasporto autonomi.
Tuttavia, l’autore non si limita a una visione entusiasta: vengono evidenziati i rischi legati alla privacy e alla sicurezza, dato che gli assistenti vocali sono sempre “in ascolto” e potrebbero raccogliere informazioni sensibili per fini commerciali. Si apre così un dibattito su quanto sia saggio affidare parti significative della propria vita quotidiana a macchine controllate da intelligenze artificiali.
2. Significato dell’asserzione: “La grande novità è la colonizzazione delle case, più in generale la loro perdita di virtualità, il loro legame reale con le cose”
Questa frase indica un importante mutamento nel rapporto tra uomo e tecnologia: fino a poco tempo fa, l’utilizzo degli assistenti vocali era circoscritto al mondo virtuale dei dispositivi digitali (smartphone, computer). Oggi invece queste tecnologie stanno entrando stabilmente nelle case e negli oggetti quotidiani (televisori, lavatrici, condizionatori), rendendo tangibile e concreto il loro impatto sulla realtà. Non si tratta più solo di comandare uno schermo o un’applicazione, ma di interagire direttamente con gli oggetti fisici che ci circondano, modificando radicalmente il nostro modo di vivere gli ambienti domestici e sociali.
3. Il concetto di pubblicità personalizzata
La pubblicità personalizzata indica un sistema di comunicazione commerciale mirata, basato sui dati raccolti dagli utenti durante la navigazione online o l’utilizzo di servizi digitali. Questi dati – come le ricerche effettuate, i prodotti visualizzati, le conversazioni registrate – permettono alle aziende di proporre annunci pubblicitari pertinenti alle preferenze e ai bisogni individuali. Nell’ambito degli assistenti vocali, l’idea è che le società possano analizzare ciò che diciamo a casa (ad esempio, se parliamo di acquistare un certo tipo di prodotto) e usarlo per indirizzarci offerte mirate. Sebbene questa pratica possa apparire conveniente per alcuni utenti, essa solleva forti preoccupazioni riguardo alla violazione della privacy personale.
4. Commento sulle nuove vulnerabilità menzionate nell’ultima parte del testo
Le nuove vulnerabilità cui l’articolo fa riferimento riguardano la possibilità che assistenti vocali, pur comodi e innovativi, possano comportare rischi per la sicurezza e la privacy. Essendo sempre attivi e in ascolto, possono essere compromessi da attacchi esterni o utilizzati in modo improprio, causando situazioni spiacevoli (come luci accese improvvisamente o porte aperte a distanza). Inoltre, il fatto che questi dispositivi possano registrare conversazioni domestiche solleva il problema etico e legale della sorveglianza involontaria. L’autrice conclude che l’unica difesa efficace è il buon senso: utilizzare gli assistenti vocali per compiti semplici e non delegare loro funzioni troppo critiche, come quelle relative alla sicurezza domestica o alla gestione di beni importanti.
Produzione: La diffusione dell’intelligenza artificiale nella gestione della vita quotidiana
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha smesso di appartenere solo al campo della fantascienza per diventare una presenza concreta e pervasiva nella nostra vita quotidiana. Assistiamo quotidianamente a un progressivo inserimento di tecnologie intelligenti nei nostri spazi domestici, lavorativi e persino emotivi. Gli assistenti vocali, i sistemi di domotica, i veicoli autonomi, le piattaforme di streaming e shopping personalizzato rappresentano solo alcune manifestazioni di questo fenomeno in continua espansione.
Da un punto di vista pratico, l’uso dell’intelligenza artificiale semplifica molte operazioni che prima richiedevano tempo e attenzione. Pensiamo, ad esempio, alla possibilità di regolare la temperatura di casa, accendere la musica o consultare previsioni meteo semplicemente parlando. Questa interfaccia naturale, basata sul linguaggio umano, rende la tecnologia più accessibile anche a chi non è avvezzo agli strumenti digitali, inclusi anziani e bambini. Inoltre, l’automazione di compiti ripetitivi contribuisce a migliorare la qualità della vita, riducendo lo stress e aumentando l’efficienza.
Tuttavia, ogni innovazione porta con sé sfide e responsabilità. Il principale interrogativo legato all’uso dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana riguarda la privacy . Dispositivi che restano costantemente in ascolto, come Alexa o Google Assistant, raccolgono dati sensibili che, se mal gestiti, possono tradursi in gravi violazioni del diritto alla riservatezza. Come ricorda l’articolo, la possibilità che queste informazioni vengano utilizzate per scopi commerciali solleva dubbi morali e legali ancora irrisolti. E se un giorno, dopo aver parlato con un amico di un problema di salute, iniziassimo a ricevere messaggi mirati su farmaci o terapie?
Un altro aspetto critico è la dipendenza : man mano che ci affidiamo sempre di più a questi strumenti, rischiamo di perdere capacità decisionali autonome. Affidarsi a un algoritmo per scegliere cosa mangiare, dove andare in vacanza o quale film guardare può sembrare comodo, ma in fondo impoverisce la nostra libertà di scelta. Ancor più grave è il rischio di delegare a una macchina funzioni vitali, come il controllo dell’accesso a casa propria o la guida di un veicolo: un errore tecnico, un bug o un hackeraggio potrebbe avere conseguenze drammatiche.
Nonostante ciò, non possiamo ignorare che l’intelligenza artificiale abbia enormi potenzialità positive, soprattutto in settori come la medicina, l’educazione e l’assistenza sociale. Ad esempio, i robot possono supportare pazienti disabili o anziani, mentre sistemi di apprendimento automatico possono aiutare gli insegnanti a personalizzare il percorso formativo degli studenti. Tuttavia, per evitare derive negative, è necessario accompagnare l’innovazione con una seria riflessione etica e normativa.
In conclusione, l’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui viviamo e interagiamo con il mondo. Ma il suo utilizzo deve essere guidato da consapevolezza, regole chiare e un uso moderato del buon senso , come suggerito dall’autore. Solo così potremo godere dei benefici senza sacrificare i valori fondamentali della libertà, della privacy e dell’autonomia individuale.