
Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che ver…
5 Giugno 2025
Eredità del novecento
5 Giugno 2025La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono forze trainanti del progresso, ma la loro applicazione deve essere guidata da una riflessione etica e da una costante interrogazione sui limiti della nostra conoscenza.
ESAMI DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – PROVA DI ITALIANO – Sessione Ordinaria 2019
TRACCIA PROPOSTA B2
Testo tratto da: Steven Sloman – Philip Fernbach, L’illusione della conoscenza, (edizione italiana a cura di Paolo Legrenzi) Raffaello Cortina Editore, Milano, 2018, pp. 9-11.
Tre soldati sedevano in un bunker circondati da mura di cemento spesse un metro, chiacchierando di casa. La conversazione rallentò e poi si arrestò. Le mura oscillarono e il pavimento tremò come una gelatina. 9000 metri sopra di loro, all’interno di un B-36, i membri dell’equipaggio tossivano e sputavano mentre il calore e il fumo riempivano la cabina e si scatenavano miriadi di luci e allarmi. Nel frattempo, 130 chilometri a est, l’equipaggio di un peschereccio giapponese, lo sfortunato (a dispetto del nome) Lucky Dragon Number Five (Daigo Fukuryu Maru), se ne stava immobile sul ponte, fissando con terrore e meraviglia l’orizzonte.
Era il 1° marzo del 1954 e si trovavano tutti in una parte remota dell’Oceano Pacifico quando assistettero alla più grande esplosione della storia dell’umanità: la conflagrazione di una bomba a fusione termonucleare soprannominata “Shrimp”, nome in codice Castle Bravo. Tuttavia, qualcosa andò terribilmente storto. I militari, chiusi in un bunker nell’atollo di Bikini, vicino all’epicentro della conflagrazione, avevano assistito ad altre esplosioni nucleari in precedenza e si aspettavano che l’onda d’urto li investisse 45 secondi dopo l’esplosione. Invece, la terra tremò e questo non era stato previsto. L’equipaggio del B-36, in volo per una missione scientifica finalizzata a raccogliere campioni dalla nube radioattiva ed effettuare misure radiologiche, si sarebbe dovuto trovare ad un’altitudine di sicurezza, ciononostante l’aereo fu investito da un’ondata di calore.
Tutti questi militari furono fortunati in confronto all’equipaggio del Daigo Fukuryu Maru: due ore dopo l’esplosione, una nube radioattiva si spostò sopra la barca e le scorie piovvero sopra i pescatori per alcune ore. […] La cosa più angosciante di tutte fu che, nel giro di qualche ora, la nube radioattiva passò sopra gli atolli abitati Rongelap e Utirik, colpendo le popolazioni locali. Le persone non furono più le stesse. Vennero evacuate tre giorni dopo in seguito a un avvelenamento acuto da radiazioni e temporaneamente trasferite in un’altra isola. Ritornarono sull’atollo tre anni dopo, ma furono evacuate di nuovo in seguito a un’impennata dei casi di tumore. I bambini ebbero la sorte peggiore; stanno ancora aspettando di tornare a casa.
La spiegazione di tutti questi orrori è che la forza dell’esplosione fu decisamente maggiore del previsto. […] L’errore fu dovuto alla mancata comprensione delle proprietà di uno dei principali componenti della bomba, un elemento chiamato litio-7. […]
Questa storia illustra un paradosso fondamentale del genere umano: la mente umana è, allo stesso tempo, geniale e patetica, brillante e stolta. Le persone sono capaci delle imprese più notevoli, di conquiste che sfidano gli dei. Siamo passati dalla scoperta del nucleo atomico nel 1911 ad armi nucleari da megatoni in poco più di quarant’anni. Abbiamo imparato a dominare il fuoco, creato istituzioni democratiche, camminato sulla luna […]. E tuttavia siamo capaci altresì delle più impressionanti dimostrazioni di arroganza e dissennatezza. Ognuno di noi va soggetto a errori, qualche volta a causa dell’irrazionalità, spesso per ignoranza. È incredibile che gli esseri umani siano in grado di costruire bombe termonucleari; altrettanto incredibile è che gli esseri umani costruiscano effettivamente bombe termonucleari (e le facciano poi esplodere anche se non sono del tutto consapevoli del loro funzionamento). È incredibile che abbiamo sviluppato sistemi di governo ed economie che garantiscono i comfort della vita moderna, benché la maggior parte di noi abbia solo una vaga idea di come questi sistemi funzionino. E malgrado ciò la società umana funziona incredibilmente bene, almeno quando non colpiamo con radiazioni le popolazioni indigene.
Com’è possibile che le persone riescano a impressionarci per la loro ingegnosità e contemporaneamente a deluderci per la loro ignoranza? Come siamo riusciti a padroneggiare così tante cose nonostante la nostra comprensione sia spesso limitata?
Steven Sloman – Philip Fernbach, L’illusione della conoscenza, (edizione italiana a cura di Paolo Legrenzi) Raffaello Cortina Editore, Milano, 2018, pp. 9-11.
Comprensione e analisi
1. Partendo dalla narrazione di un tragico episodio accaduto nel 1954, nel corso di esperimenti sugli effetti di esplosioni termonucleari svolti in un atollo dell’Oceano Pacifico, gli autori sviluppano una riflessione su quella che il titolo del libro definisce “l’illusione della conoscenza”. Riassumi il contenuto della seconda parte del testo (righe 25-38), evidenziandone tesi e snodi argomentativi.
2. Per quale motivo, la mente umana è definita: «allo stesso tempo, geniale e patetica, brillante e stolta»? (righe 25-26)
3. Spiega il significato di questa affermazione contenuta nel testo: «È incredibile che gli esseri umani siano in grado di costruire bombe termonucleari; altrettanto incredibile è che gli esseri umani costruiscano effettivamente bombe termonucleari». (righe 30-32)
Produzione
Gli autori illustrano un paradosso dell’età contemporanea, che riguarda il rapporto tra la ricerca scientifica, le innovazioni tecnologiche e le concrete applicazioni di tali innovazioni.
Elabora le tue opinioni al riguardo sviluppandole in un testo argomentativo in cui tesi ed argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso. Puoi confrontarti con le tesi espresse nel testo sulla base delle tue conoscenze, delle tue letture e delle tue esperienze personali.
___________________________
Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla consegna delle tracce.
SVOLGIMENTO del tema argomentativo
TIPOLOGIA B – ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO PROPOSTA B2 Testo tratto da: Steven Sloman – Philip Fernbach, L’illusione della conoscenza
Comprensione e analisi
1. Riassumi il contenuto della seconda parte del testo (righe 25-38), evidenziandone tesi e snodi argomentativi.
La seconda parte del testo (righe 25-38) sviluppa una riflessione generale a partire dal tragico episodio della bomba “Shrimp”. La tesi centrale degli autori è che la mente umana è caratterizzata da un paradosso fondamentale: è allo stesso tempo “geniale e patetica, brillante e stolta” (righe 25-26). Questo significa che l’umanità è capace di imprese straordinarie e conquiste che sfidano ogni limite, ma anche di dimostrazioni impressionanti di arroganza, dissennatezza e ignoranza.
Gli snodi argomentativi a sostegno di questa tesi sono:
- Capacità di imprese notevoli: Gli autori elencano esempi di conquiste umane straordinarie, dalla rapida evoluzione dalla scoperta del nucleo atomico alle armi nucleari in pochi decenni, al dominio del fuoco, alla creazione di istituzioni democratiche e all’allunaggio. Questo evidenzia la geniale ingegnosità e le capacità realizzative dell’uomo.
- Contrasto con arroganza e dissennatezza: A fronte di queste imprese, gli esseri umani sono anche capaci di comportamenti irrazionali e, spesso, dettati dall’ignoranza. L’esempio della bomba termonucleare, costruita ed esplosa senza piena consapevolezza del suo funzionamento, è riproposto come emblematico di questa dissennatezza.
- L’illusione della conoscenza nei sistemi complessi: Viene sottolineato come l’umanità abbia sviluppato sistemi di governo ed economie che garantiscono i comfort moderni, pur avendo la maggior parte delle persone solo una “vaga idea di come questi sistemi funzionino”. Nonostante questa comprensione limitata, la società “funziona incredibilmente bene”, a meno che non si verifichino incidenti gravi come l’avvelenamento da radiazioni di popolazioni indigene.
- Domanda retorica finale: Il testo si conclude con due domande che riassumono il paradosso: “Com’è possibile che le persone riescano a impressionarci per la loro ingegnosità e contemporaneamente a deluderci per la loro ignoranza? Come siamo riusciti a padroneggiare così tante cose nonostante la nostra comprensione sia spesso limitata?”. Questo invita il lettore a riflettere sulla natura superficiale di gran parte della conoscenza umana.
In sintesi, gli autori sostengono che la grandezza dell’intelletto umano coesiste con una sorprendente propensione all’errore, all’ignoranza e all’irrazionalità, mettendo in discussione la profondità della nostra effettiva comprensione del mondo che costruiamo.
2. Per quale motivo, la mente umana è definita: «allo stesso tempo, geniale e patetica, brillante e stolta»? (righe 25-26)
La mente umana è definita “allo stesso tempo, geniale e patetica, brillante e stolta” per esprimere il paradosso fondamentale che sta alla base dell’intera riflessione degli autori. Questa dicotomia si spiega con i seguenti aspetti:
- “Geniale e brillante”: Questi attributi si riferiscono alla straordinaria capacità umana di innovare, creare, scoprire e realizzare imprese incredibili. Si fa riferimento alla capacità di padroneggiare concetti complessi (come la fisica nucleare, che ha portato alla bomba atomica) e di sviluppare sistemi sofisticati (come democrazie ed economie complesse) che migliorano le condizioni di vita. L’ingegno umano è capace di superare limiti apparentemente insormontabili e di trasformare radicalmente il mondo.
- “Patetica e stolta”: Questi attributi, al contrario, evidenziano la fragilità, i limiti e le fallacie della mente umana. Essi si manifestano nell’arroganza di procedere con esperimenti potentissimi senza una piena comprensione delle conseguenze (come dimostra l’errore sul litio-7), nella dissennatezza di costruire armi distruttive e farle esplodere, e soprattutto nell’ignoranza diffusa. Molte persone, infatti, non comprendono a fondo i sistemi complessi su cui si basa la loro vita quotidiana, vivendo una sorta di “illusione della conoscenza” collettiva. La pateticità e la stoltezza emergono quando questa superficialità o questa mancanza di piena consapevolezza porta a errori con conseguenze disastrose, come l’irradiazione di intere popolazioni.
In sintesi, la definizione sottolinea che, sebbene gli esseri umani siano capaci di un’ingegnosità prodigiosa, sono anche propensi all’errore, all’irrazionalità e a una comprensione limitata, spesso non consapevole, delle complesse realtà che essi stessi creano.
3. Spiega il significato di questa affermazione contenuta nel testo: «È incredibile che gli esseri umani siano in grado di costruire bombe termonucleari; altrettanto incredibile è che gli esseri umani costruiscano effettivamente bombe termonucleari». (righe 30-32)
L’affermazione “È incredibile che gli esseri umani siano in grado di costruire bombe termonucleari; altrettanto incredibile è che gli esseri umani costruiscano effettivamente bombe termonucleari” racchiude un duplice senso di incredulità che sottolinea il paradosso della mente umana presentato nel testo.
-
“È incredibile che gli esseri umani siano in grado di costruire bombe termonucleari”: Questa prima parte esprime meraviglia e ammirazione per la straordinaria capacità intellettuale e tecnologica dell’essere umano. La costruzione di una bomba termonucleare richiede una comprensione profondissima della fisica, dell’ingegneria e della chimica. È un’impresa di altissimo livello scientifico e tecnico, che dimostra la geniale ingegnosità della mente umana, capace di manipolare la materia a un livello così fondamentale da liberare energie immense. L’incredulità qui è positiva, un riconoscimento della grandezza dell’intelletto.
-
“altrettanto incredibile è che gli esseri umani costruiscano effettivamente bombe termonucleari”: Questa seconda parte introduce un’incredulità di natura etica e morale. Nonostante la capacità intellettuale, è sorprendente e sconcertante che l’umanità utilizzi tali capacità per creare strumenti di distruzione di massa. L’incredulità qui è negativa, carica di sconcerto e biasimo. Implica una domanda profonda sulla razionalità delle scelte umane: perché, potendo creare così tanto, si sceglie di costruire qualcosa che può annientare? Sottolinea la dissennatezza, l’arroganza e la potenziale irrazionalità che guidano le azioni umane, anche quando si possiede un’intelligenza straordinaria.
In sintesi, la frase evidenzia il divario tra il potenziale intellettuale umano e le sue applicazioni pratiche. È un’espressione del paradosso per cui l’ingegno può essere al servizio della distruzione, e la capacità di comprendere fenomeni complessi non si traduce necessariamente in saggezza o responsabilità nelle loro applicazioni.
Produzione
Gli autori illustrano un paradosso dell’età contemporanea, che riguarda il rapporto tra la ricerca scientifica, le innovazioni tecnologiche e le concrete applicazioni di tali innovazioni. Elabora le tue opinioni al riguardo sviluppandole in un testo argomentativo in cui tesi ed argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso. Puoi confrontarti con le tesi espresse nel testo sulla base delle tue conoscenze, delle tue letture e delle tue esperienze personali.
Il testo di Sloman e Fernbach, con la tragica vicenda della bomba “Shrimp”, ci pone di fronte a un paradosso cruciale della nostra epoca: l’impressionante divario tra l’avanzamento scientifico-tecnologico e la nostra, spesso limitata e superficiale, comprensione delle sue implicazioni e applicazioni. La tesi degli autori, secondo cui la mente umana è “geniale e patetica, brillante e stolta”, rispecchia fedelmente una realtà in cui l’accelerazione del progresso si scontra con la difficoltà di gestirne le conseguenze, generando un’illusione di conoscenza che può avere effetti devastanti. Condivido pienamente questa riflessione e ritengo che essa sia una chiave di lettura fondamentale per comprendere le sfide che la società contemporanea si trova ad affrontare.
L’ingegno umano, come evidenziato nel testo, è innegabile. Siamo testimoni di conquiste che, fino a pochi decenni fa, sarebbero sembrate fantascienza: dall’intelligenza artificiale in grado di elaborare quantità di dati inimmaginabili, alla biotecnologia che promette di curare malattie incurabili, alla nanotecnologia che rivoluziona la produzione di materiali. Questi progressi sono il frutto di una ricerca scientifica rigorosa e di un’innovazione tecnologica incessante, che hanno migliorato la qualità della vita di miliardi di persone, garantendo “i comfort della vita moderna”. Le nostre vite quotidiane sono permeate da dispositivi e servizi la cui complessità tecnologica è spesso ignota alla maggior parte degli utilizzatori, eppure funzionano, almeno apparentemente, “incredibilmente bene”. L’esempio della bomba termonucleare è estremo, ma emblematico: la capacità di liberare tale energia è frutto di un’intelligenza sbalorditiva.
Tuttavia, è altrettanto incredibile, e spesso sconcertante, la leggerezza con cui queste innovazioni vengono implementate o accettate senza una piena consapevolezza delle loro ramificazioni. Il paradosso si manifesta proprio qui: nell’ignoranza, a volte colpevole, che accompagna la padronanza tecnica. La storia della bomba “Shrimp” è un monito: un errore dovuto alla “mancata comprensione delle proprietà” di un componente ha causato una catastrofe inaspettata. Questo ci ricorda che il potere senza una piena consapevolezza delle sue conseguenze è pericoloso.
Oggi, un analogo, seppur meno drammatico, esempio di questa “illusione della conoscenza” si può riscontrare nel vasto mondo del digitale e delle reti sociali. Molti utilizzano quotidianamente piattaforme complesse, condividendo dati personali e interagendo con algoritmi che ne condizionano l’esperienza, senza però comprendere appieno come funzionino la raccolta e l’elaborazione dei loro dati, o come gli algoritmi influenzino la loro percezione della realtà. L’entusiasmo per la comodità e la connettività spesso offusca la riflessione sulle implicazioni per la privacy, la manipolazione dell’informazione, o l’impatto sulla salute mentale. Si creano sistemi che “garantiscono i comfort”, ma la nostra “vaga idea di come questi sistemi funzionino” ci rende vulnerabili.
Le mie letture su temi come la “sorveglianza capitalistica” (Shoshana Zuboff) o il ruolo degli algoritmi nella polarizzazione delle opinioni, hanno rafforzato la convinzione che siamo di fronte a un’era di prodigi tecnologici che, se non accompagnati da una profonda etica della responsabilità e da una diffusa consapevolezza critica, possono generare nuove forme di controllo o di danno. Non si tratta di essere luddisti o di rifiutare il progresso, ma di riconoscerne i pericoli latenti quando la “genialità” non è bilanciata dalla “saggezza”.
Ritengo, dunque, che il paradosso illustrato da Sloman e Fernbach sia più che mai attuale. La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono forze trainanti del progresso, ma la loro applicazione deve essere guidata da una riflessione etica e da una costante interrogazione sui limiti della nostra conoscenza. È fondamentale promuovere un’educazione che non si limiti a trasmettere competenze tecniche, ma che sviluppi anche un pensiero critico, la capacità di valutare le implicazioni sociali e ambientali delle scoperte, e la consapevolezza che ogni grande potere tecnologico porta con sé una grande responsabilità. Solo così potremo superare l’illusione di sapere e far sì che l’ingegno umano sia una forza per il vero bene dell’umanità, e non una fonte di inaspettati orrori.