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Prima prova scritta Esame di Stato 2018
7 Giugno 2025La visione di una città cambia a seconda del punto di osservazione: dall’interno vediamo case, strade, cortili… mentre dall’alto, per esempio da un elicottero, ne cogliamo la struttura, le regolarità, l’insieme.
Il guardare dall’alto, sfumando i particolari, è tipico dei saggi.
Anche la scuola si presta a letture diverse: osservandola nel breve periodo emergono i problemi contingenti; ma coerenza, lungimiranza ed efficacia derivano dall’assunzione di un’ottica di lungo periodo.
6 giugno 2025 – La Stampa
Il ministro Valditara dice: “Dall’anno prossimo la nuova maturità. Valuteremo lo sviluppo della persona”.
“L’esame di Stato ha senso rispetto agli scrutini di ammissione se guarda alla formazione integrale e armonica della persona, alla sua capacità di affrontare le sfide future della vita con responsabilità e autonomia: qualcosa in più rispetto alla semplice verifica degli apprendimenti delle discipline dell’ultimo anno”.
Legge 5 aprile 1969, n. 119 – Riordinamento esami di maturità
Art. 2 – Lo scrutinio finale è inteso a valutare il grado di preparazione del candidato nelle singole materie di studio.
Art. 5 – L’esame di maturità ha come fine la valutazione globale della personalità del candidato.
L’accertamento del 69 è stato rimaneggiato nel 1997 da Berlinguer, nel 2007 da Fioroni, nel 2010 dalla Gelmini, nel 2017 da Fedeli, nel 2019 da Bussetti, per poi ritornare, oggi, al modello primitivo.
Un buon amministratore si sarebbe chiesto: perché l’esame non ha prodotto gli effetti attesi?
Chi occupa e chi ha occupato lo scranno ministeriale, evidentemente, vive nel presente, ritenendo che il terreno scolastico sia vergine.
In rete, “Un approccio scientifico alla riforma della scuola” mostra la discrepanza tra norme e prassi.
Il buon amministratore non focalizza il momento del controllo, ma si concentra sulla progettazione: non mette il carro davanti ai buoi. Per ridare efficacia alla gestione scolastica, applica quanto prescrive la legge 12/2020 che, riproponendo la finalità del sistema normativo, distingue le competenze generali da quelle specifiche.
Le prime, figlie della cultura sistemica, implicano unitarietà, collegialità e una strategia formativa ed educativa condivisa.
Le seconde riguardano i singoli insegnamenti, che devono trovare il loro significato nell’orientamento generale dalle singole scuole. Rimanendo dissociate, queste competenze specifiche, determinano il tipico modus vivendi d’una scuola disorganizzata e scomposta.