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15 Giugno 2025📘Traccia e svolgimento di un tema argomentativo su “Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione” di Vito Mancuso
TRACCIA
SESSIONE STRAORDINARIA 2024 – PRIMA PROVA SCRITTA Ministero dell’Istruzione e del Merito ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE
PROVA DI ITALIANO
TIPOLOGIA B – ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
PROPOSTA B2
Testo tratto da: Vito Mancuso, Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione, Garzanti, Milano, 2023, pp. 81-82.
TESTO
«Il primo pensiero giusto è vivere per qualcosa più importante di sé. Esso nasce quando, dal guardare e concepire il mondo secondo una psicologia e una spiritualità immature, analoghe al primitivo sistema astronomico tolemaico, si passa a una psicologia e una spiritualità evolute, analoghe al più raffinato e più veritiero sistema astronomico copernicano. Il primo pensiero giusto sorge quando nella mente e nel cuore di un essere umano avviene il passaggio dal geocentrismo all’eliocentrismo: quando dal fare istintivamente di se stessi la stella si comprende di essere in realtà un pianeta, e così, dal considerare tutto sulla base del proprio ristretto interesse, si passa a una dilatazione della mente e del cuore che fa comprendere l’esatta proporzione delle cose.
Uno apre gli occhi, inizia a guardare il mondo non più in funzione di sé con sguardo ricurvo e uncinato, ma con sguardo diritto per quello che esso è, poi si mette a pensare e dice a se stesso: la natura è più importante di me, la cultura è più importante di me, la giustizia è più importante di me, ci sono mille cose più importanti di me. Chi sente questa attrazione della verità e acconsente al suo richiamo esce dalla caverna dell’Io e perviene alla luce della realtà: il suo sguardo, come ho detto, si raddrizza, e dall’essere ricurvo a forma di uncino, espressione della natura vorace e predatoria della sua precedente immaturità tolemaica, inizia a essere diritto, espressione della rettitudine copernicana che ora lo abita. Il che lo conduce a vivere in modo da fare di sé non un immaturo e vorace complemento di termine, ma un maturo e libero soggetto, responsabilmente legato a un codice di valori che lo rende degno di servire la realtà.»
COMPRENSIONE E ANALISI
Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.
- Riassumi il brano proposto, individuando la tesi sostenuta dall’autore.
- Nel testo torna più volte il riferimento metaforico al sistema astronomico tolemaico e a quello copernicano: spiega come esso viene applicato al ragionamento dell’autore.
- Il cambiamento di prospettiva dovrebbe spingere il lettore a uscire ‘dalla caverna dell’Io’ e a pervenire ‘alla luce della realtà’. Chiarisci il significato dell’immagine impiegata, tenendo presente che essa rievoca il mito della caverna con cui il filosofo greco Platone raffigurava la condizione umana, prigioniera dell’apparenza e ignara della verità.
- Chi abbraccia uno sguardo nuovo smette i panni di ‘immaturo e vorace complemento di termine’ per divenire ‘un maturo e libero soggetto’: chiarisci il significato attribuito dall’autore a tale metafora.
PRODUZIONE
Facendo riferimento alle tue conoscenze, alle tue letture e alle tue esperienze, proponi una tua riflessione sulle considerazioni presenti nel brano, elaborando un testo in cui tesi e argomentazioni siano organizzate in un discorso coerente e coeso.
Sessione straordinaria 2024 – Prima prova scritta – Ministero dell’istruzione e del merito
ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE – PROVA DI ITALIANO
SVOLGIMENTO
Analisi del testo “Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione” di Vito Mancuso
Il brano tratto da “Non ti manchi mai la gioia” di Vito Mancuso offre una profonda riflessione sulla natura dell’esistenza umana e sul percorso che conduce alla vera “gioia” e liberazione. Il filosofo e teologo propone una rivoluzione interiore, paragonabile alla rivoluzione copernicana in astronomia, che sposta l’individuo dal centro della propria percezione (“geocentrismo”) per integrarlo in una realtà più vasta, riconoscendo l’importanza di valori superiori a sé stessi.
Comprensione e Analisi
1. Riassumi il brano proposto, individuando la tesi sostenuta dall’autore.
Il brano di Vito Mancuso sostiene che il “primo pensiero giusto” per una vita significativa è vivere per qualcosa di più importante di sé. Questo pensiero nasce da un passaggio evolutivo psicologico e spirituale, paragonato alla transizione dal sistema astronomico tolemaico (geocentrico) a quello copernicano (eliocentrico). Si tratta di superare l’istintivo egocentrismo, che fa dell’individuo la “stella” attorno a cui tutto ruota, per comprendere di essere in realtà un “pianeta” in un sistema più ampio. Questo comporta una “dilatazione della mente e del cuore” che permette di cogliere l’esatta proporzione delle cose. Chi compie questa trasformazione inizia a guardare il mondo non più in funzione del proprio “ristretto interesse” o con uno “sguardo ricurvo e uncinato” (vorace e predatorio), ma con uno “sguardo diritto” verso la realtà oggettiva (natura, cultura, giustizia). Abbracciare questa “attrazione della verità” significa uscire dalla “caverna dell’Io” e raggiungere la “luce della realtà”, divenendo un “maturo e libero soggetto”, responsabilmente legato a un codice di valori che lo rende “degno di servire la realtà”.
La tesi centrale di Mancuso è che la vera maturità psicologica e spirituale, che porta alla gioia e alla libertà, consiste nel superare l’egocentrismo per riconoscere e servire valori e realtà più grandi di sé.
2. Nel testo torna più volte il riferimento metaforico al sistema astronomico tolemaico e a quello copernicano: spiega come esso viene applicato al ragionamento dell’autore.
Il riferimento metaforico ai sistemi astronomici tolemaico e copernicano è il fulcro del ragionamento di Mancuso per illustrare il percorso di evoluzione spirituale e psicologica dell’individuo:
- Sistema Tolemaico (Geocentrismo): Nella metafora di Mancuso, il sistema tolemaico, che pone la Terra (e quindi l’uomo) al centro dell’universo, rappresenta una psicologia e una spiritualità immature. Questa prospettiva è caratterizzata dall’egocentrismo: l’individuo fa “istintivamente di se stesso la stella”, il centro attorno a cui tutto il mondo e le relazioni dovrebbero ruotare. Da questa posizione, si guarda “tutto sulla base del proprio ristretto interesse”, con uno “sguardo ricurvo e uncinato”, che simboleggia una natura “vorace e predatoria”, concentrata solo sull’assorbire e sul trarre vantaggio per sé.
- Sistema Copernicano (Eliocentrismo): Il passaggio al sistema copernicano, che sposta la Terra dal centro e la riduce a un pianeta che orbita attorno al Sole, simboleggia una psicologia e una spiritualità evolute e mature. Questo cambiamento di prospettiva porta a comprendere di essere in realtà un “pianeta”, una parte di un sistema molto più vasto e complesso. Lo “sguardo” dell’individuo diventa “diritto”, espressione di una “rettitudine copernicana”, perché non è più curvo sull’interesse personale, ma rivolto verso la realtà obiettiva. Questa “dilatazione della mente e del cuore” permette di comprendere l'”esatta proporzione delle cose” e di riconoscere che esistono valori (natura, cultura, giustizia) “più importanti di me”.
In sintesi, la metafora astronomica serve a visualizzare il salto qualitativo da una mentalità egocentrica e immatura a una consapevole, responsabile e orientata verso valori universali.
3. Il cambiamento di prospettiva dovrebbe spingere il lettore a uscire ‘dalla caverna dell’Io’ e a pervenire ‘alla luce della realtà’. Chiarisci il significato dell’immagine impiegata, tenendo presente che essa rievoca il mito della caverna con cui il filosofo greco Platone raffigurava la condizione umana, prigioniera dell’apparenza e ignara della verità.
L’immagine impiegata da Mancuso, “uscire dalla caverna dell’Io” per pervenire “alla luce della realtà”, è un chiaro riferimento al mito della caverna di Platone, descritto nella Repubblica.
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La “caverna dell’Io”:
- Nel mito platonico: La caverna rappresenta il mondo sensibile, quello delle illusioni e delle ombre proiettate su una parete, che i prigionieri scambiano per la vera realtà. Essi sono incatenati e non possono volgere lo sguardo verso la luce del sole.
- Nell’interpretazione di Mancuso: La “caverna dell’Io” simboleggia lo stato di egocentrismo e autoinganno in cui l’individuo è confinato. È una condizione in cui la persona è prigioniera del proprio “ristretto interesse” e della propria visione distorta del mondo, influenzata da una “psicologia e una spiritualità immature”. È un luogo di oscurità interiore, dove si vive di apparenze e proiezioni del proprio ego, senza percepire la verità oggettiva delle cose. Lo “sguardo ricurvo e uncinato” è quello di chi non può vedere oltre i confini del proprio Io.
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La “luce della realtà”:
- Nel mito platonico: Uscire dalla caverna significa accedere al mondo esterno, illuminato dal sole, dove si contemplano gli oggetti reali e le loro forme autentiche (le Idee). È il percorso della conoscenza filosofica e della liberazione dall’ignoranza.
- Nell’interpretazione di Mancuso: La “luce della realtà” rappresenta la vera conoscenza e la piena consapevolezza. È lo stato in cui l’individuo “apre gli occhi” e “guarda il mondo non più in funzione di sé”, ma “con sguardo diritto per quello che esso è”. Significa riconoscere l’esistenza e il valore di verità oggettive e universali, come la natura, la cultura e la giustizia, che sono “più importanti di me”. Pervenire alla luce della realtà è un atto di liberazione dall’illusione egoistica e di scoperta di una dimensione di esistenza più ampia, etica e autentica.
In sintesi, l’immagine serve a sottolineare che il cambiamento di prospettiva proposto da Mancuso è un percorso difficile ma liberatorio, che porta l’individuo da uno stato di prigionia auto-imposta (l’ego) a uno di autentica consapevolezza e libertà nel mondo reale.
4. Chi abbraccia uno sguardo nuovo smette i panni di ‘immaturo e vorace complemento di termine’ per divenire ‘un maturo e libero soggetto’: chiarisci il significato attribuito dall’autore a tale metafora.
La metafora di “immaturo e vorace complemento di termine” che si trasforma in “un maturo e libero soggetto” è una potente immagine grammaticale che Mancuso usa per descrivere il cambiamento di ruolo e di natura dell’individuo nel suo percorso di evoluzione:
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‘Immaturo e vorace complemento di termine’:
- “Complemento di termine”: In grammatica, il complemento di termine è l’elemento della frase che indica chi o che cosa riceve l’azione espressa dal verbo o ne trae beneficio. Ciò implica un ruolo passivo o ricettivo, colui al quale “qualcosa accade” o “qualcosa è dato”. La persona si percepisce come destinataria, come l’oggetto finale a cui tutto è rivolto.
- “Immaturo e vorace”: Questi aggettivi qualificano ulteriormente il complemento di termine, indicando una condizione di egoismo e insaziabilità. L’individuo, in questa fase immatura, crede che il mondo esista per soddisfare i suoi bisogni e desideri, assumendo una postura “predatoria”, sempre orientata al proprio esclusivo vantaggio. Tutto è interpretato in funzione di sé e del proprio appagamento.
- Significato complessivo: L’individuo “immaturo e vorace complemento di termine” è colui che si pone al centro del mondo (geocentrismo), aspettandosi che tutto serva a lui, cercando costantemente di “estrarre” benefici per sé, senza dare nulla in cambio o senza riconoscere un ordine superiore.
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‘Un maturo e libero soggetto’:
- “Soggetto”: In grammatica, il soggetto è l’elemento che compie l’azione del verbo. Ciò implica un ruolo attivo, autonomo e responsabile. La persona diventa un agente che agisce nel mondo, non più solo un ricevente passivo.
- “Maturo e libero”: Questi aggettivi sottolineano la crescita e la liberazione dall’egoismo. La maturità si raggiunge comprendendo la propria “esatta proporzione delle cose” (eliocentrismo) e liberandosi dalla “caverna dell’Io”. La libertà, in questo contesto, non è assenza di regole, ma la capacità di agire autonomamente e responsabilmente, guidati da una coscienza etica. Questa libertà si manifesta nel “vivere in modo da fare di sé… un maturo e libero soggetto”.
- Significato complessivo: L’individuo “maturo e libero soggetto” è colui che, dopo aver superato il proprio egocentrismo, comprende il proprio ruolo attivo e responsabile nel mondo, scegliendo di agire in base a un “codice di valori” che trascende il proprio interesse. Egli diventa “degno di servire la realtà”, mettendo le proprie energie a disposizione di cause più grandi di sé.
La metafora evidenzia il passaggio da una passività egoistica e infantile a un’attività consapevole, responsabile e orientata verso il bene comune, un’autentica liberazione dall’egocentrismo.
Oltre l’Ego: La Liberazione Attraverso lo Sguardo Copernicano
Il brano di Vito Mancuso, con la sua suggestiva analogia tra la rivoluzione astronomica e l’evoluzione spirituale dell’individuo, mi offre una prospettiva profonda e stimolante sulla ricerca di senso nella vita contemporanea. La sua tesi, secondo cui la vera gioia e libertà si raggiungono solo superando l’egocentrismo per dedicarsi a valori più grandi di sé, risuona con forza nelle mie conoscenze, nelle mie letture e nelle mie esperienze. Credo fermamente che questo “sguardo copernicano” sia non solo un ideale etico, ma una necessità per affrontare le complessità del nostro tempo e per coltivare una vita piena di significato.
Il Geocentrismo dell’Io nella Società Contemporanea
Mancuso descrive il punto di partenza come una “psicologia e una spiritualità immature, analoghe al primitivo sistema astronomico tolemaico”. Questa metafora è incredibilmente calzante per analizzare molte delle tendenze della società odierna. Viviamo in un’epoca che spesso esalta l’individuo al centro di ogni cosa, alimentando un “geocentrismo dell’Io”. La cultura dell’auto-promozione, amplificata dai social media, ci spinge a fare costantemente di noi stessi la “stella” attorno a cui tutto dovrebbe ruotare. La “brama di visibilità” (come analizzata da Umberto Galimberti nel suo testo sul “terrore dell’anonimato”, vedi C2 Sessione suppletiva 2024) porta a una costante esibizione del sé, in cui la “narrazione mitica di ciò che si vorrebbe essere” (Maurizio Caminito, vedi C2 Sessione ordinaria 2024) sostituisce l’autentica ricerca interiore.
Questo egocentrismo si traduce in uno “sguardo ricurvo e uncinato”, vorace e predatorio. La logica del consumo, spinta dal desiderio di un “di più” che non appaga mai (Umberto Eco, vedi B3 Sessione straordinaria 2024), ci rende “complementi di termine” insaziabili, costantemente alla ricerca di un beneficio personale. Si tende a valutare ogni cosa – le relazioni, le scelte professionali, le informazioni – in funzione del proprio “ristretto interesse”. Questo modo di vivere, pur promettendo libertà e realizzazione, spesso genera insoddisfazione cronica, isolamento e una profonda alienazione, perché la vera gioia non può scaturire da un pozzo egoistico.
La Rivoluzione Copernicana: Uno Sguardo Raddrizzato verso la Realtà
Il “passaggio dal geocentrismo all’eliocentrismo” proposto da Mancuso è un atto rivoluzionario, un’autentica liberazione. Significa uscire dalla “caverna dell’Io”, un riferimento esplicito al mito platonico, per “pervenire alla luce della realtà”. La “caverna dell’Io” è l’illusione di un mondo che ruota attorno a noi, dove le nostre proiezioni e i nostri desideri sono scambiati per la verità. Uscirne significa affrontare la scomodità di una luce abbagliante, ma anche la gioia di vedere le cose “per quello che esse sono”.
Questo “sguardo diritto” ci permette di riconoscere che la natura, la cultura, la giustizia, la comunità sono “mille cose più importanti di me”. È qui che si situa l’essenza dell’empatia e del servizio. Se Gino Strada ci invita a “guardare il mondo con gli occhi degli altri” (v. C1 Sessione ordinaria 2024) per superare le divisioni, Mancuso offre la cornice filosofica di questa scelta: solo quando ci decentriamo, possiamo veramente connetterci con l’altro e con le grandi cause che ci trascendono. La mia esperienza nel volontariato o nella partecipazione a progetti sociali mi ha mostrato come il dedicarsi a qualcosa al di là del proprio interesse immediato generi una soddisfazione profonda e un senso di appartenenza che il puro egocentrismo non può mai offrire. È nel servizio agli altri o a un ideale che si trova un significato duraturo.
Dal Complemento al Soggetto: La Libertà della Responsabilità
Abbracciare questo “sguardo nuovo” significa trasformarsi da “immaturo e vorace complemento di termine” in “un maturo e libero soggetto”. Il “complemento di termine” è passivo, riceve, è un oggetto. Il “soggetto” è attivo, agisce, si assume responsabilità. Questa è la vera libertà: non la libertà “da” ogni vincolo, ma la libertà “di” scegliere di agire secondo un “codice di valori” che rende l’individuo “degno di servire la realtà”. Non è una libertà che si riduce a mero arbitrio, ma una libertà intrisa di consapevolezza e responsabilità.
Questa maturità è un processo continuo, alimentato dalla curiosità e dalla capacità di “non smettere mai di farsi domande” (Paolo Di Paolo, vedi C1 Sessione ordinaria 2024). L’educazione, sia quella formale che quella informale, gioca un ruolo cruciale in questo percorso. Le materie umanistiche e scientifiche, se ben insegnate, possono allargare la “dilatazione della mente e del cuore” di cui parla Mancuso (Michele Cortelazzo, vedi B2 Sessione straordinaria 2023). Leggere, riflettere, confrontarsi con idee complesse, ci permette di superare i nostri “pregiudizi” e le nostre “paure”, aprendoci alla “verità” della realtà in tutta la sua complessità. È la capacità di accogliere anche l’imperfezione (Rita Levi-Montalcini, vedi C1 Sessione ordinaria 2024) come parte del processo di crescita e di comprensione.
Conclusioni: La Gioia Autentica nel Servire la Realtà
In conclusione, il messaggio di Vito Mancuso è un potente richiamo a un’autentica liberazione interiore. In una società che spesso ci spinge verso l’isolamento egoistico e la ricerca di una visibilità effimera, il suo invito a vivere “per qualcosa più importante di sé” è un faro. Il passaggio copernicano, dall’io al centro all’io come parte di un tutto, non è una rinuncia, ma una via per la vera gioia e per una libertà profonda e consapevole. Riconoscere l’esatta proporzione delle cose e mettersi a servizio della realtà, dei suoi valori e delle sue necessità, è il percorso che ci rende non solo maturi, ma pienamente umani, capaci di dare e ricevere significato in un ciclo virtuoso di responsabilità e realizzazione.