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15 Giugno 2025📚 Traccia e svolgimento di un tema argomentativo su Il peso dell’intelligenza artificiale sull’ambiente di Gabriele Crescente
TRACCIA
SESSIONE STRAORDINARIA 2024 – PRIMA PROVA SCRITTA Ministero dell’Istruzione e del Merito ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE
PROVA DI ITALIANO
TIPOLOGIA B – ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
PROPOSTA B3
SVOLGIMENTO
Analisi del testo “Il peso dell’intelligenza artificiale sull’ambiente” di Gabriele Crescente
Il brano di Gabriele Crescente, “Il peso dell’intelligenza artificiale sull’ambiente”, solleva un aspetto cruciale e spesso trascurato del dibattito sul “boom” dell’Intelligenza Artificiale (IA): il suo crescente impatto ambientale. L’autore mette in luce il consumo energetico e idrico massiccio dei centri dati che supportano l’IA, contrapponendo questa realtà alle promesse dell’industria di un ruolo benefico dell’IA nella lotta al cambiamento climatico, e introducendo il paradosso di Jevons come elemento di scetticismo.
Comprensione e Analisi
1. Riassumi il contenuto del brano e individuane gli snodi argomentativi.
Il brano di Gabriele Crescente si concentra sull’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale, un aspetto finora poco dibattuto rispetto ad altre possibili conseguenze apocalittiche (perdita di posti di lavoro, dominio delle macchine). L’autore evidenzia due problemi principali: l’enorme consumo di energia elettrica dei centri dati che supportano l’IA (responsabili del 2% del consumo mondiale di elettricità, con previsione di raddoppio entro il 2026), e il loro elevato fabbisogno idrico per il raffreddamento (con una stima di aumento del prelievo tra 4,2 e 6,6 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027). Le aziende del settore IA, d’altra parte, sostengono che l’IA stessa può contribuire alla lotta alla crisi climatica, aumentando l’efficienza in vari settori. Tuttavia, l’autore introduce il “paradosso di Jevons”, secondo cui l’aumento dell’efficienza può paradossalmente portare a un aumento del consumo complessivo, mettendo in discussione i benefici netti dell’IA. Infine, Crescente evidenzia la scarsa trasparenza delle aziende nel quantificare il proprio impatto, sottolineando come l’introduzione di nuove normative (come l’AI Act dell’UE) possa presto cambiare questa situazione.
Gli snodi argomentativi essenziali sono:
- La denuncia del crescente impatto ambientale diretto dell’IA (consumo energetico e idrico dei data center).
- La presentazione della contro-argomentazione delle aziende del settore IA, che evidenziano i potenziali benefici dell’IA per l’efficienza ambientale.
- L’introduzione del “paradosso di Jevons” come elemento di scetticismo verso un impatto ambientale netto positivo.
- La critica alla scarsa trasparenza delle aziende e l’emergere di nuove normative per imporre la rendicontazione.
2. Quali effetti positivi potrebbe eventualmente avere l’IA sull’ambiente?
Secondo le aziende del settore, l’Intelligenza Artificiale (IA) può avere un ruolo fondamentale nella lotta alla crisi climatica e ambientale attraverso le sue applicazioni. Gli effetti positivi potenziali citati sono:
- Aumento dell’efficienza delle industrie: L’IA può ottimizzare i processi produttivi, riducendo gli sprechi e il consumo di risorse.
- Aumento dell’efficienza dei trasporti: L’IA può migliorare la logistica, ottimizzare i percorsi, gestire il traffico e favorire lo sviluppo di veicoli più efficienti, riducendo il consumo di energia e le emissioni.
- Aumento dell’efficienza degli edifici: L’IA può gestire in modo intelligente il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione degli edifici, minimizzando il consumo energetico e l’uso di risorse.
- Riduzione del consumo di energia e di risorse in generale: Le applicazioni IA possono aiutare a identificare e eliminare inefficienze, portando a un minor impatto ambientale.
- Riduzione della produzione di rifiuti: Ottimizzando i processi e la gestione delle risorse, l’IA può contribuire a ridurre la quantità di scarti e rifiuti generati.
In sintesi, le aziende ritengono che l’IA, se applicata strategicamente, possa portare a un significativo miglioramento dell’efficienza energetica e dell’uso delle risorse, compensando il proprio impatto e contribuendo a una transizione ecologica.
3. Come si presenta e come si cerca di risolvere la questione della “trasparenza” da parte delle aziende del settore AI?
La questione della “trasparenza” da parte delle aziende del settore IA si presenta come scarsa e insufficiente. L’autore afferma che la loro “scarsa trasparenza” rende “difficile quantificare l’impatto dei loro servizi e la validità delle loro iniziative per aumentarne la sostenibilità”. Ciò significa che non divulgano a sufficienza i dati relativi al loro consumo energetico e idrico, né forniscono prove chiare sull’efficacia delle loro presunte iniziative “verdi”.
La questione si cerca di risolvere attraverso l’introduzione di nuove normative e proposte di legge:
- AI Act dell’Unione Europea: Approvato a febbraio, obbligherà le aziende a riferire “in modo dettagliato il loro consumo di energia e risorse a partire dal 2025”. Questo regolamento imporrà una rendicontazione obbligatoria e standardizzata.
- Proposta di legge negli Stati Uniti: Il Partito Democratico statunitense ha presentato una proposta di legge simile, indicando una tendenza internazionale verso una maggiore regolamentazione e accountability delle aziende IA riguardo al loro impatto ambientale.
Queste iniziative mirano a imporre una maggiore chiarezza e responsabilità, rendendo obbligatoria la condivisione di dati finora difficilmente accessibili al pubblico e agli enti regolatori.
4. Cosa si intende con l’espressione ‘paradosso di Jevons’?
Il “paradosso di Jevons” si riferisce a un fenomeno economico secondo cui rendere più efficiente l’uso di una risorsa può paradossalmente aumentare il suo consumo totale, invece di ridurlo.
Nel contesto del brano, viene applicato all’Intelligenza Artificiale: man mano che i servizi dell’IA diventano più accessibili ed efficienti nel ridurre il consumo di energia e risorse in altri settori, il loro stesso utilizzo (e quindi il consumo di energia e acqua da parte dei centri dati che li alimentano) potrebbe aumentare talmente tanto da annullare o addirittura superare qualunque effetto positivo in termini di efficienza generale. In altre parole, l’efficienza porta a una maggiore diffusione e a un uso più intensivo della tecnologia, che a sua volta incrementa la domanda complessiva della risorsa (energia elettrica, acqua).
Produzione
L’Intelligenza Artificiale: La Sfida di un Progresso Sostenibile tra Opportunità e Impatto
Il “boom” dell’Intelligenza Artificiale (IA) è indubbiamente uno dei fenomeni più trasformativi del nostro tempo, capace di ridisegnare non solo l’economia e la società, ma anche le abitudini dei singoli e dei gruppi. Il testo di Gabriele Crescente, che ne evidenzia il crescente impatto ambientale, sposta l’attenzione da scenari apocalittici a problematiche concrete e immediate, stimolando una riflessione cruciale sulla sostenibilità di questo progresso. A mio avviso, l’IA è un’innovazione dal potenziale enorme, ma il suo sviluppo deve essere guidato da una consapevolezza etica e ambientale, altrimenti i suoi benefici rischiano di essere vanificati da costi insostenibili.
L’Impronta Ambientale dell’IA: Un Costo Nascosto
L’analisi di Crescente sull’impatto ambientale diretto dell’IA è un punto di partenza fondamentale. L’immagine dei centri dati che consumano “enormi quantità di energia elettrica” e necessitano di “grandi quantità di acqua per il raffreddamento” è allarmante. I dati presentati – il 2% del consumo mondiale di elettricità, con un raddoppio previsto entro il 2026 – rivelano una realtà inaspettata per molti. Ho spesso riflettuto sull’inquinamento causato dai trasporti o dalle industrie tradizionali, ma meno sull’impronta ecologica della “nuvola” digitale che pervade le nostre vite. L’esempio dell’Irlanda che limita le autorizzazioni per nuovi data center è una prova tangibile di come questa crescita stia già mettendo in crisi le infrastrutture esistenti. Se non gestita, questa sete di energia e acqua potrebbe diventare una delle maggiori sfide ambientali dei prossimi decenni, in un’epoca in cui le risorse idriche sono già sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici.
Il Paradosso di Jevons: La Sottile Linea tra Efficienza e Consumo
Le aziende del settore IA, è vero, sottolineano il potenziale dell’intelligenza artificiale nella lotta al cambiamento climatico, con applicazioni capaci di “aumentare l’efficienza delle industrie, dei trasporti e degli edifici, riducendo il consumo di energia e di risorse”. Questo è un argomento legittimo: l’IA può ottimizzare la gestione delle reti energetiche, migliorare la logistica per ridurre le emissioni, o aiutare a prevedere eventi climatici estremi.
Tuttavia, il “paradosso di Jevons” introduce un elemento di profondo scetticismo. Rendere una risorsa più efficiente non garantisce necessariamente una riduzione del consumo totale, anzi. Se l’IA rende i servizi digitali più accessibili, veloci e “intelligenti”, l’uso di tali servizi potrebbe aumentare esponenzialmente. Un esempio concreto è quello delle raccomandazioni personalizzate (come già affrontato da Umberto Eco nella critica alla società dei consumi, vedi B3 Sessione straordinaria 2023): un algoritmo che suggerisce il prossimo film o acquisto può spingerci a consumare di più, anche se il singolo atto di raccomandazione è efficiente. Ho notato come l’IA nei miei dispositivi personali, pur rendendo alcune attività più rapide, mi spinga a un utilizzo più intensivo e prolungato, aumentando indirettamente il mio “tempo schermo” e, di conseguenza, il consumo energetico delle infrastrutture che lo supportano. Il rischio è che l’efficienza porti a un aumento del volume complessivo di attività digitali, annullando i benefici ambientali.
Impatto sulla Società e sulle Abitudini: Tra Opportunità e Sfide Etiche
Oltre all’ambiente, il “boom” dell’IA ha un impatto profondo sulla società e sulle abitudini.
- Mercato del lavoro: L’IA sta già ridefinendo il mercato del lavoro. Se da un lato automatizza compiti ripetitivi (come il “Versificatore” di Primo Levi, vedi A2 Sessione straordinaria 2024, che sostituisce il lavoro della segretaria), dall’altro crea nuove professioni e richiede nuove competenze. La sfida è gestire la transizione, garantendo una formazione adeguata per i lavoratori e mitigando il rischio di disoccupazione tecnologica.
- Decisioni e privacy: L’IA influenza sempre più le nostre decisioni, dalle raccomandazioni di prodotti alle notizie che ci vengono mostrate. Questo solleva questioni etiche sulla trasparenza degli algoritmi e sui bias dei dati su cui sono addestrati (il “trionfo della stupidità” denunciato da Pirandello, vedi A2 Sessione ordinaria 2024, se non controllato). Inoltre, la raccolta massiccia di dati per alimentare l’IA pone interrogativi sulla privacy e sulla protezione delle informazioni personali.
- Abitudini e relazioni: L’IA sta integrandosi nelle nostre abitudini quotidiane, dagli assistenti vocali alla domotica. Se da un lato offre comodità, dall’altro può portare a una dipendenza dalla tecnologia e, in alcuni casi, a un impoverimento delle relazioni umane dirette. La “brama di visibilità” e il “terrore dell’anonimato” (Umberto Galimberti, vedi C2 Sessione suppletiva 2024) sono amplificati dalle piattaforme basate sull’IA, spingendo gli individui a una costante performance del sé.
- Informazione e conoscenza: L’IA ha il potenziale per democratizzare l’accesso all’informazione, ma anche per diffondere disinformazione o manipolare l’opinione pubblica, rendendo ancora più urgente la capacità di “farsi domande” e di alimentare un’inquietudine critica (Paolo Di Paolo, vedi C1 Sessione ordinaria 2024).
Conclusioni: La Necessità di uno Sviluppo Consapevole e Regolamentato
Il “boom” dell’intelligenza artificiale è un’opportunità senza precedenti, ma anche una sfida complessa che richiede un approccio olistico e responsabile. Il testo di Gabriele Crescente ci ricorda che non possiamo permetterci di ignorare l’impronta ambientale di questa tecnologia. La scarsa trasparenza delle aziende deve essere superata attraverso normative stringenti come l’AI Act dell’UE, che impongano una rendicontazione chiara e una maggiore responsabilità.
In definitiva, il futuro dell’IA non è un destino predeterminato, ma il risultato delle scelte che faremo oggi. Dobbiamo investire nella ricerca di soluzioni più sostenibili per alimentare l’IA (energie rinnovabili, sistemi di raffreddamento efficienti), ma anche educare a un uso consapevole della tecnologia. L’obiettivo non deve essere massimizzare l’efficienza a tutti i costi, ma garantire che il progresso tecnologico sia al servizio dell’umanità e del pianeta. Questo richiede un dialogo continuo tra scienziati, politici, eticisti e cittadini, per assicurare che l’IA diventi uno strumento per una “qualità della vita” migliore e una “cittadinanza ‘pleno iure'” (Maria Agostina Cabiddu, vedi B2 Sessione ordinaria 2024), e non una nuova fonte di squilibri e di costi ambientali e sociali insostenibili.