“Ahi, Velasquez” è una canzone di Roberto Vecchioni, inclusa nel suo album del 1977 “Samarcanda”.
In questo brano, Vecchioni riflette sulla figura del pittore spagnolo Diego Velázquez, utilizzando il suo stile artistico come metafora per parlare di questioni esistenziali e di profondità emotive.
La canzone rappresenta una riflessione sull’arte e la bellezza, ma anche sulla difficoltà di cogliere appieno la realtà e l’essenza della vita. Velázquez, noto per i suoi dipinti realistici e profondamente umani, diventa qui il simbolo dell’artista che tenta di catturare l’infinito attraverso l’arte, ma che inevitabilmente si scontra con i limiti della comprensione umana.
Vecchioni mescola riferimenti storici e culturali con il proprio vissuto e la propria sensibilità poetica, creando una canzone che parla non solo del passato ma anche della condizione umana in generale. Il tono malinconico e riflessivo della canzone invita l’ascoltatore a meditare sul senso della vita, dell’arte e della ricerca di una verità che, come nell’opera di Velázquez, rimane sempre parzialmente nascosta.

Testo della canzone
Ahi Velasquez, dove porti la mia vita?
Un fiore di campo si è impigliato fra le dita
E tante stelle, tante nelle notti chiare
E mille lune, mille dune da scoprire
Ahi Velasquez, non t’avessi mai seguito
Con te non si torna una volta sola indietro
In mezzo ai venti sempre genti da salvare
Sei morto mille volte senza mai morire
Un vecchio zingaro ungherese
Di te parlando mi giurò
Che c’eri prima di suo padre
Prima del padre di suo padre
Più in là nel tempo non andò
I cerchi del tuo tronco sono
Ferite d’armi e di parole
Che mai nessuno vendicò
Ahi Velasquez, com’è duro questo amore
Mi pesa la notte prima di ricominciare
E tante veglie, come soglie di un mistero
Per arrivare sempre più vicino al vero
Ahi Velasquez certe sere quanta voglia
Fermare la vela e ritornare da mia moglie
E tu mi dici: “Fatti scrivere”, è normale
Per te bisogna solo scrivere e lottare
E la tempesta ci sorprese
Due miglia dopo Capo Horn
Se ne rideva delle offese
In mezzo al ponte si distese
E fino all’alba mi cantò
Ragazze, terre, contadini
Da sempre popoli e padroni
Fu lì che tutto cominciò
Ahi Velasquez, fino a quando inventeremo
Un nido di rose ai piedi dell’arcobaleno
E tante stelle, tante nelle notti chiare
Per questo mondo, questo mondo da cambiare?
Ahi Velasquez ahi chitarra come spada
Mantello di sabbia orecchio mozzo antica sfida
Eterna attesa, corda tesa da spezzare
E tanta voglia, tanta voglia di tornare