đ “Alba” da Come unâallegoria di Giorgio Caproni (1932-1935) è un breve ma intenso componimento che racchiude, nella sua sobrietĂ , la malinconia dellâinizio e la mancanza di calore nella quotidianitĂ .
Ecco il testo e lâanalisi di questa poesia đđâ¨
đTesto della poesia “Alba” (Giorgio Caproni)
Alba da Come unâallegoria (1932-1935)
Una cosa scipita,
col suo sapore di prati
bagnati, questa mattina
nella mia bocca ancora
assopita.
Negli occhi nascono come
nellâacque degli acquitrini
le case, il ponte, gli ulivi:
senza calore.
Ă assente il sale
del mondo: il sole.
đ§ Analisi del testo
đď¸ Tema centrale:
Il risveglio in una mattina fredda, senza vita, dove anche la luce del sole â che dovrebbe dare senso e calore â è assente. Un’alba che non consola, che sembra priva di significato.
đ¨ Immagini e sensazioni:
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“Una cosa scipita” â Lâalba è insipida, priva di gusto, non lascia emozioni.
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“sapore di prati bagnati” â Unâimmagine delicata ma fredda, quasi una natura silenziosa e anemica.
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“nellâacque degli acquitrini” â Il paesaggio si forma lentamente negli occhi del poeta come se fosse stagnante, torbido, non vivo.
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“senza calore” â Ă unâalba fredda, fisicamente e spiritualmente.
âď¸ Il simbolismo del sole:
Nel verso finale, Caproni gioca su un doppio senso:
âĂ assente il sale
del mondo: il sole.â
Un efficace gioco fonico e semantico: il “sale” (sapore della vita) è anche “sole” (fonte di energia e significato). Senza sole, il mondo è privo di gusto e di senso.
đ Stile e linguaggio
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Linguaggio semplice, quotidiano, ma denso di significati.
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Versi liberi e brevi, che imitano il ritmo lento del risveglio e della contemplazione.
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Uso di sinestesie (sapore negli occhi, vista nel gusto) per dare un tono ovattato, rarefatto.
đŹ Temi principali
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Disincanto: lâalba non porta rinnovamento, ma una sensazione di vuoto.
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Solitudine esistenziale: tutto appare fermo, senza calore nĂŠ speranza.
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Riflessione sul senso della vita: lâassenza del sole/sale è la mancanza di un motivo, di un gusto per vivere.
đźď¸ In sintesi
“Alba” è una poesia che sussurra la malinconia, senza grida o tragedie, ma con unâimmagine chiara: quella di un risveglio che non porta luce, nĂŠ vita. Un ritratto dellâanima in bilico tra lâattesa e la rassegnazione.
đ⨠“Prima luce” di Giorgio Caproni è una poesia breve, rarefatta e luminosa, che cattura lâistante fragile e delicato del passaggio dalla notte al giorno.
Come sempre, leggiamo prima il testo e poi lo analizziamo đđđ
đTesto della poesia “Prima luce” (Giorgio Caproni)
Lattiginosa dâalba
nasce sulle colline,
balbettanti parole ancora
infantili, la prima luce.
La terra, con la sua faccia
madida di sudore,
apre assonnanti occhi dâacqua
alla notte che sbianca.
đ§ Analisi del testo
đ¨ Immagini fortemente sinestetiche e personificazioni:
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“Lattiginosa dâalba” â lâalba è una sostanza liquida e opaca, come il latte. Evoca una luce non ancora definita, sfumata.
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“balbettanti parole ancora infantili” â la luce dellâalba è come una voce di bambino, che balbetta. Lâinizio del giorno è timido e incerto, come la vita che nasce.
đ La terra come un volto umano:
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“La terra, con la sua faccia / madida di sudore” â la terra è umanizzata, ha una faccia sudata, forse per il lavoro o per la notte afosa appena trascorsa.
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“occhi dâacqua” â i ruscelli, le pozzanghere, gli specchi dâacqua sembrano occhi stanchi che si aprono al giorno.
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“alla notte che sbianca” â la notte non se ne va allâimprovviso, ma scolora, si dissolve gradualmente nella luce del giorno.
đ Temi principali
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Transizione: tutto è in bilico tra la notte e il giorno, tra il sonno e la veglia, tra il buio e la luce.
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Natura umanizzata: la terra non è solo sfondo, ma protagonista viva, partecipe del passaggio del tempo.
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Tenerezza e fragilitĂ : la âprima luceâ è bambina, impacciata, come un inizio che va protetto.
đ Stile e linguaggio
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Versi brevi, semplici, musicali, che sembrano anchâessi âbalbettantiâ, in armonia con il contenuto.
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Uso raffinato di personificazioni e metafore, tipico di Caproni, per fondere uomo e natura.
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Lessico dolce, intimo e delicato, che dona alla poesia unâaura di silenziosa meraviglia.
đźď¸ In sintesi
“Prima luce” è una poesia dellâattesa e della nascita, dove la luce non esplode ma si insinua, con timidezza e pudore, come una nuova vita o una speranza che inizia a formarsi. Una lirica sospesa, dove tutto si risveglia lentamente, senza rumore, nella perfetta armonia tra paesaggio e sentimento umano.
đ
đ Confronto tra “Alba” e “Prima luce” di Giorgio Caproni
Due poesie brevi e intense, che trattano lo stesso momento del giorno: lâalba. Ma con toni e visioni differenti, che rivelano due modi di sentire il mondo. Vediamole a confronto đđ
đ§ Punto in comune: lâalba come soglia
Entrambe le poesie sono incentrate sul momento di passaggio tra notte e giorno, ma anche tra coscienza e sogno, tra assenza e presenza.
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đ In âPrima luceâ lâalba è inizio timido e dolce, personificata come unâinfanzia che balbetta: la luce sorge con pudore.
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đŤď¸ In âAlbaâ, invece, è uno stato dâanimo spento, un risveglio senza energia, quasi indifferente alla bellezza che lo circonda.
đ¨ Toni e immagini a confronto
đŹ Linguaggio e stile
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“Prima luce” usa personificazioni delicate e metafore infantili (la luce balbetta, la terra ha âocchi dâacquaâ), trasmettendo dolcezza e stupore.
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“Alba” è piĂš scarna, quasi spoglia come la mattina che descrive. Anche qui ci sono metafore (il sapore scipito, lâassenza di sole come âsale del mondoâ), ma hanno un effetto piĂš desolato.
đ Interpretazione complessiva
đš In âPrima luceâ lâalba è la promessa del giorno: un momento fragile ma carico di potenziale vitale.
đš In âAlbaâ, invece, è una soglia disillusa, che segna il passaggio verso una realtĂ opaca, senza luce nĂŠ slancio.
đ In sintesi
đ Due modi opposti di vivere lâaurora:
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La prima è attesa fiduciosa di una nuova giornata.
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La seconda è coscienza del disincanto, dove nemmeno la luce consola.
Due âalbeâ che parlano piĂš dellâanima che del cielo âď¸â¤ď¸