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28 Dicembre 2019📘 Alda Merini: la voce che trasfigurò la follia in poesia
La videolezione dedicata ad Alda Merini, proposta da 29 e Lode, palestra digitale per avvicinarsi ai grandi della Letteratura del ‘900, ci presenta una poetessa unica, capace di trasformare il dolore e la sofferenza in linguaggio luminoso.
1. Il volto fragile, la voce potente
Nata a Milano il 21 marzo 1931, Alda Merini mostrò il suo talento fin da bambina: compose versi già a dieci anni, incoraggiata dal padre a scrivere e a studiare piano. Ma la sua vita giovanile fu segnata dalle percosse della guerra, dalla fragilità psichica e dai primi ricoveri in manicomio, a soli 16 anni.
2. L’introduzione alla cerchia milanese
Nonostante i disturbi, il suo talento attirò l’attenzione di importanti critici come Giacinto Spagnoletti, che la introdusse nei salotti letterari milanesi frequentati da Pasolini, Manganelli e Quasimodo . La sua prima raccolta, La presenza di Orfeo, uscì nel 1953.
3. L’oscurità della malattia
Gli anni Sessanta la videro internata a lungo nel manicomio di Paolo Pini, fino al 1972. La sofferenza, però, si trasformò in materia poetica. Anche dopo la ripresa, per anni fu ignorata dal mondo editoriale.
4. Il ritorno della voce
Nel 1979 la rinascita: con la raccolta La Terra Santa (1984), Merini seppe tradurre la sua esperienza di internamento in poesia intensa, spirituale, dolorosa e liberante — considerata il suo capolavoro.
5. Luce fatta parola
Negli ultimi decenni la sua voce si fece inarrestabile. Pubblicò quasi un libro all’anno, ricevette prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio Montale (1993) e il Viareggio (1996), e fu due volte candidata al Nobel.
6. Una vita vissuta tra dolore, estasi e fraternità
La sua poesia continuò fino agli ultimi giorni, attraversando temi come l’amore, la religione, la malattia e la rinascita. Nominata “Dame della Repubblica” nel 2002, negli ultimi anni scelse di vivere nel cuore di Milano, lungo i Navigli, rispondendo con generosità a chi le chiedeva aiuto.
7. L’eredità viva della poetessa di Milano
Scomparve il 1° novembre 2009, lasciando un’immagine di donna fragile e forte, abbacinante nella sua semplicità e profondità. Presidente Giorgio Napolitano la definì “voce ispirata e limpida”. Oggi Merini è visibile come figura di riferimento nella poesia italiana contemporanea, un’anima che ha fatto dell’intimismo e del dolore la più alta forma di bellezza.
Perché questa lezione vale
La lezione di 29 e Lode illumina la “crisi creativa” di Merini come luogo di conoscenza profonda, dove la parola poetica nasce dal cuore ferito ma ribelle. La sua vita spartisce un monito: la fragilità umana può diventare canto, e dalla sofferenza può fiorire la verità più libera.
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