Gabriele D’Annunzio. Vita e opere
28 Dicembre 2019X Agosto di Giovanni Pascoli
28 Dicembre 2019L’assedio di Alesia (52 a.C.) è uno degli episodi più celebri delle guerre galliche narrate da Giulio Cesare nel “De Bello Gallico”.
Si tratta della fase culminante della ribellione guidata da Vercingetorige, il condottiero gallico che riunì numerose tribù contro l’avanzata romana. L’assedio fu decisivo per la conquista della Gallia da parte di Cesare e il crollo della resistenza gallica.
Contesto storico
Nel 52 a.C., Vercingetorige, dopo una serie di scontri con l’esercito romano, si rifugiò nella città fortificata di Alesia, situata su un’altura in una posizione strategica. Cesare, con il suo esercito, iniziò un assedio completo per bloccare ogni possibilità di fuga o rifornimento alla città. Vercingetorige, consapevole della difficoltà di resistere a lungo, inviò messaggeri alle tribù galliche per organizzare un esercito di soccorso. Questo episodio vide uno degli scontri più importanti delle guerre galliche, con i Romani che dovettero affrontare un doppio assedio: contenere Vercingetorige all’interno delle mura di Alesia e respingere l’esercito di soccorso all’esterno.
L’assedio: Le fortificazioni e la strategia
Cesare descrive dettagliatamente le sue tattiche militari nel “De Bello Gallico”. La sua strategia principale fu la costruzione di una doppia linea di fortificazioni attorno ad Alesia: una rivolta verso l’interno per impedire a Vercingetorige di uscire (la circumvallatio), e una verso l’esterno per difendersi dall’esercito di soccorso gallico (la contravallatio).
Citazioni e traduzione del testo
Cesare, De Bello Gallico VII, 69:
“Ipse asterisco, locus erat circumcisus et mediocri fossa atque anfracto, ubi legiones progeruntur ad fossam in caput montis.”
Traduzione:
“Il luogo era circondato da un terreno scosceso e da una trincea di media profondità, e vi erano anche alcuni passaggi tortuosi, dove le legioni avevano avanzato fino alla cima della collina.”
In questo passaggio, Cesare descrive il paesaggio attorno ad Alesia, che favoriva la difesa della città fortificata. L’altura e le scarpate costituivano una sfida per l’assedio romano, ma Cesare usò la conformazione del terreno a proprio vantaggio.
Cesare, De Bello Gallico VII, 72:
“Castra opportunis locis muniri iubet: in fronte et a tergo circumvallationes fieri dispositisque crebris castellis dies noctesque opus intermittere non patitur.”
Traduzione:
“Fece costruire fortificazioni nei punti strategici: fece erigere una linea di fortificazioni davanti e dietro, e con castelli disposti in punti regolari, non permise che il lavoro si interrompesse giorno e notte.”
Qui, Cesare spiega la costruzione delle fortificazioni, che inclusero torri (castella) disposte a intervalli regolari lungo la linea difensiva. La sua meticolosa organizzazione dell’assedio e l’attenzione alla difesa furono fondamentali per il successo finale.
L’esercito di soccorso
Una parte cruciale dell’assedio di Alesia fu l’arrivo dell’esercito di soccorso gallico, che tentò di rompere il blocco romano dall’esterno. Cesare sapeva di trovarsi in una situazione critica: doveva resistere a un attacco su due fronti. Nel De Bello Gallico VII, 76, Cesare descrive l’attacco congiunto degli assediati dall’interno e dell’esercito gallico dall’esterno.
Cesare, De Bello Gallico VII, 76:
“Eorum adventu ex colore vestitus cognito, quo insigni in proeliis uti consuerat, turmisque equitum et cohortibus visis quas se sequi iusserat, hostes perterriti refugerunt.”
Traduzione:
“All’arrivo (di Cesare), riconosciuto dal colore delle sue vesti, che era solito indossare nelle battaglie, e alla vista delle schiere di cavalleria e delle coorti che aveva ordinato di seguirlo, i nemici, presi dal panico, si ritirarono.”
Questo passaggio illustra la capacità di Cesare di guidare personalmente le sue truppe in battaglia. La sua presenza in prima linea e l’efficienza delle legioni romane causarono il panico tra i Galli, portandoli alla ritirata.
La fame e la resa di Vercingetorige
Con il passare del tempo, la situazione all’interno di Alesia divenne insostenibile. Le scorte di cibo si esaurirono, e la città non riusciva più a resistere.
Cesare, De Bello Gallico VII, 77:
“Illi aegre adflictae, timor crescente fame, spem auxilii deponunt et Vercingetorix se tradit.”
Traduzione:
“Costoro, colpiti duramente, con la fame che aumentava e la paura che cresceva, abbandonarono la speranza di ricevere soccorsi, e Vercingetorige si arrese.”
La resa di Vercingetorige segnò la fine della resistenza gallica. Con la fame che decimava gli assediati e l’esercito di soccorso sconfitto, non c’era più speranza per i Galli.
Conclusione
L’assedio di Alesia fu uno degli episodi più complessi e spettacolari della campagna di Cesare in Gallia. La descrizione dettagliata delle fortificazioni, delle tattiche militari e dell’impatto psicologico delle decisioni di Cesare dimostrano la sua straordinaria abilità come comandante e stratega. L’episodio dell’assedio di Alesia non solo consolidò il potere di Cesare in Gallia, ma segnò anche un punto di svolta nelle guerre galliche, portando alla definitiva sottomissione delle tribù galliche.
Il racconto di Cesare, con il suo stile asciutto e preciso, non è solo un resoconto militare, ma un’opera di propaganda che esalta la sua figura e il suo ruolo nella costruzione dell’Impero romano. L’assedio di Alesia rimane uno degli esempi più emblematici della capacità di Cesare di combinare forza militare, tattica e leadership carismatica per raggiungere i suoi obiettivi politici e militari.