Università, l’Italia retrocede
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27 Gennaio 2019nati in Italia (non conteggiati nel 30%)
Stranieri in classe, dal tetto del 30% sono esclusi gli alunni nati in Italia
Il Tempo – 10 gennaio 2010
Gelmini: è una misura di buon senso
I giovani in età scolare nati in Italia sono sono circa il 37% degli studenti stranieri. Solo 490 scuole sforeranno il limite: appena il 4,7%. I ragazzi in esubero saranno trasferiti, “ma al massimo da quartiere a quartiere”.“Mi fa piacere constatare che il provvedimento sul tetto del 30%, all’interno delle classi per i bambini immigrati, sia stato valutato non secondo un’ottica ideologica, ma sulla base dell’esperienza, suggerito tra l’altro da dirigenti scolastici, insegnanti che operano soprattutto nelle periferie delle grandi città”. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini è intervenuto oggi, su Rai Tre, a ‘1/2 h’, il programma condotto da Lucia Annunziata, durante il quale ha sottolineato che il limite al numero degli studenti stranieri nelle classi è “una misura di buon senso volta all’integrazione e alla convivenza civile”.
No alle classi ghetto – “Le classi costituite da immigrati – ha proseguito il ministro – a volte possono trasformarsi in classi-ghetto. L’esodo poi di molti studenti italiani dalle scuole pubbliche alle scuole private perché non ci sono le condizioni di un buon apprendimento – ha concluso la titolare dell’Istruzione – è qualcosa sul quale bisogna riflettere e il governo deve poter avanzare delle soluzioni”.
Esclusi dal tetto i nati in Italia – La Gelmini ha poi chiarito che il tetto del 30% agli stranieri nelle classi non riguarderà i nati in Italia “che sono circa il 37%”. Gli studenti che saranno in sovrannumero, ha spiegato, saranno trasferiti da un plesso scolastico all’altro. “Abbiamo pensato – ha detto – a convenzioni con enti locali per favorire gli spostamenti”.
Spostamenti solo “da quartiere a quartiere” – Il ministro ha però assicurando che il tetto, e dunque anche gli eventuali spostamenti, interesserà un numero ridotto di scuole, soprattutto nelle grandi città, e che i trasferimenti saranno brevi, al massimo da quartiere a quartiere. Il tutto “senza pesare sulle famiglie”. La Gelmini ha ribadito che sarà “favorita una distribuzione equilibrata”.
Solo il 4,7% delle scuole sforerà – Il ministero dell’Istruzione intanto ha reso pubblica, tramite il sito internet ufficiale, la circolare inviata ai presidi per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana. Il Miur ammette che al momento il fenomento risulta sotto controllo poiché riguarda appena il 4,7% degli istituti. A fronte di 10.450 complessive appena “490 sono state lo scorso anno le istituzioni scolastiche – rileva il ministero dell’Istruzione -, concentrate soprattutto al Nord, che hanno avuto una presenza di alunni con cittadinanza non italiana superiore al 30%”.
Più stranieri nelle classi d’infanzia – Quello emesso da viale Trastevere appare quindi un provvedimento più preventivo che risolutivo. Il maggior numero di alunni di origine straniera, infatti, è risultato concentrato nelle scuole primarie e secondarie di I grado, dove si è stata rilevata rispettivamente la presenza del 7,7% e 7,3% dell’intera popolazione scolastica. Anche nella scuola dell’infanzia la presenza di bambini non italiani ha rappresentato una quota significativa (6,7%). Più contenuta, anche se in crescita, l’incidenza di alunni non italiani nella scuola secondaria di II grado, pari al 4,3%.