
I livelli del portico della Gloria a Santiago
28 Dicembre 2019
Gustave Courbet
28 Dicembre 2019“Cantautore” è un brano di Edoardo Bennato pubblicato nel 1976, tratto dall’album La torre di Babele.
Questa canzone è una delle più acute e ironiche critiche di Bennato al mondo dello spettacolo e, in particolare, alla figura del cantautore stesso, che spesso viene idealizzato e caricato di aspettative irrealistiche, finendo per diventare una sorta di “divinità” intoccabile e fittizia.
1. Panoramica e Contesto dell’Album
L’album La torre di Babele prosegue la vena satirica e critica di Bennato, esplorando temi legati alla comunicazione, alla confusione del linguaggio e alla mistificazione della realtà. In questo contesto, “Cantautore” si inserisce come una riflessione sulla creazione dell’immagine pubblica e sul rapporto tra l’artista e il suo pubblico, spesso basato su proiezioni e aspettative distorte.
2. Analisi del Testo e delle Metafore
Il testo è costruito come una serie di affermazioni iperboliche e quasi reverenziali rivolte al “cantautore”, che culminano in un’esplosione di rabbia e, infine, in un’autocelebrazione ironica.
- L’Idealizzazione del Cantautore:
- “Tu sei forte / Tu sei bello / Tu sei imbattibile / Tu sei incorruttibile / Tu sei un ah, ah, cantautore”.
- “Tu sei saggio / Tu porti la verità / Tu non sei un comune mortale / A te non è concesso barare”.
- “Tu sei un’anima eletta / Tu non accetti compromessi / Tu non puoi sbagliare / Tu non devi lasciarti andare”.
Questi versi iniziali creano un ritratto del cantautore come una figura quasi mitologica, dotata di qualità sovrumane: forza, bellezza, saggezza, incorruttibilità, infallibilità morale e artistica. È un essere superiore, un “non comune mortale” che porta la “verità” e non può permettersi debolezze o errori. Bennato qui sta mettendo in scena l’immagine che il pubblico (e talvolta lo stesso artista) costruisce attorno al cantautore, caricandolo di responsabilità e aspettative che vanno ben oltre la sua dimensione umana. È una critica all’idolatria e alla mistificazione della figura dell’artista.
- Il Confronto con la Realtà e la Pressione:
- “No, tu non puoi lamentarti che ti senti male / Che ti scoppia la testa e non ce la fai più a guidare / Ma non farci ridere a dire che anche un camionista si ferma ogni tanto a riposare / Perché a un camionista tu non ti puoi paragonare”.
Qui emerge l’ironia amara. Il cantautore, pur essendo un essere umano con le sue fragilità (“ti senti male”, “ti scoppia la testa”), non gli è concesso di mostrarle. La sua immagine pubblica lo obbliga a una perfezione costante. Il paragone con il “camionista” è emblematico: un mestiere umile e faticoso, dove la stanchezza è riconosciuta e il riposo è un diritto. Al cantautore, invece, è negata questa umanità basilare, perché la sua figura è stata elevata a un livello irraggiungibile.
- Il Cantautore come “Re del Circo”:
- “Non li senti, trattenere il respiro / Quando sei lì in alto, e cammini sul filo / Qui nel grande circo, tu oramai sei il re”.
La metafora del “grande circo” è centrale. Il mondo dello spettacolo è un circo, dove l’artista è un equilibrista che “cammina sul filo”, sotto gli occhi di un pubblico che “trattiene il respiro”. Il cantautore è il “re” di questo circo, ma la sua regalità è precaria, dipendente dalla sua capacità di mantenere l’illusione della perfezione e di non cadere. È una condizione di solitudine e pressione costante.
- Ulteriore Idealizzazione e la Nausea del Pubblico:
- “Tu sei buono / Tu sei vero / Tu sei onesto / Tu sei modesto / Tu sei semplice / Tu sei sicuro / Tu sei generoso / Tu sei valoroso / Tu sei senza macchia / Tu sei senza peccato / Tu sei intoccabile / Tu sei inattaccabile”.
La lista di attributi positivi continua, raggiungendo livelli quasi divini (“senza macchia”, “senza peccato”, “intoccabile”). Questa accumulazione di lodi, però, non è sincera. È la proiezione esasperata di un pubblico che vuole credere in un ideale, ma che al contempo prova un risentimento crescente.
- La Rabbia del Pubblico e l’Autocelebrazione Finale:
- “Non è giusto / Che tu hai tutto / E noi invece no / Tu sei perfetto / Tu non hai un difetto / Che rabbia che ci fa”.
Qui la canzone rivela il suo lato più amaro e critico. L’idealizzazione si trasforma in invidia e risentimento. Il pubblico, che ha contribuito a creare questo idolo, ora lo detesta per la sua presunta perfezione e per il fatto che “ha tutto” mentre loro “no”. È la rabbia per un’illusione che non possono raggiungere, e che li fa sentire inferiori.
- “Sì è vero, sono io il più bravo / Sì, è vero, sono io il più bravo / Nessuno è bravo come me / Sì è vero, sono io il più saggio / Sono io il più intelligente / E poi sentite come canto bene”.
Il finale è un colpo di genio. Il cantautore, stanco di questa proiezione e di questa rabbia, si appropria ironicamente delle lodi, trasformandole in una sfacciata autocelebrazione. È una liberazione, un atto di sfida che smaschera l’intero meccanismo. Il “cantautore” si rivela per quello che è: un uomo, con le sue vanità e le sue capacità, che si sottrae al ruolo imposto e rivendica la propria umanità, anche attraverso l’eccesso.
3. Stile Musicale e Vocale
Il brano è un esempio tipico dello stile di Bennato:
- Ritmo Incalzante e Ripetitivo: La melodia è semplice ma efficace, con un ritmo quasi ossessivo che accompagna la litania di attributi, rendendo il messaggio più incisivo.
- Armonica a Bocca: Immancabile, l’armonica di Bennato sottolinea i passaggi cruciali e aggiunge un tocco di blues e di protesta.
- Voce Graffiante e Teatrale: L’interpretazione vocale di Bennato è fondamentale. La sua voce roca e la sua dizione quasi parlata, ma carica di enfasi e ironia, rendono il testo vivo e diretto. Il crescendo emotivo culmina nel finale liberatorio.
4. Impatto e Rilevanza
“Cantautore” è un brano che ha lasciato il segno per la sua originalità e il suo messaggio:
- Critica al Sistema dello Spettacolo: È una lucida analisi delle dinamiche di idealizzazione e demonizzazione che caratterizzano il rapporto tra artista e pubblico nel mondo dello spettacolo.
- Riflessione sull’Identità dell’Artista: La canzone esplora la pressione a cui è sottoposto l’artista e la difficoltà di mantenere la propria autenticità in un ambiente che tende a creare “maschere”.
- Attualità del Messaggio: In un’epoca di social media e di costante esposizione mediatica, dove la creazione di un’immagine pubblica è sempre più manipolata e le aspettative sul “personaggio” sono altissime, il messaggio di “Cantautore” rimane sorprendentemente attuale.
Conclusione
“Cantautore” di Edoardo Bennato è un brano geniale e corrosivo, che smaschera con ironia e acume le illusioni e le ipocrisie del mondo dello spettacolo. È una canzone che invita a guardare oltre l’immagine patinata, a riconoscere l’umanità (con le sue imperfezioni e le sue vanità) dietro il “re del circo”, e a diffidare delle proiezioni che trasformano gli individui in idoli irraggiungibili. Un classico della canzone d’autore italiana che continua a far riflettere.
Testo della canzone Cantautore di Edoardo Bennato
🎤🎧 Audio Lezioni, ascolta il podcast sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio