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Canzone del melograno di Claudio Chieffo

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Pubblicato da Luigi Gaudio su 28 Dicembre 2019
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Canzone del melograno cover Chieffo

Analisi e testo della “Canzone del melograno” di Claudio Chieffo


Analisi della “Canzone del melograno” di Claudio Chieffo

La “Canzone del melograno” di Claudio Chieffo è un brano poetico e musicale che, con un linguaggio semplice e immagini evocative, veicola un profondo messaggio di speranza, accoglienza e ricerca spirituale. La canzone si sviluppa attraverso un dialogo implicito, dove una voce descrive un luogo idilliaco e un’altra voce (o la voce interiore dell’ascoltatore) esprime il desiderio di raggiungerlo.

 


La Descrizione del Luogo Incantato

La prima strofa introduce l’immagine centrale: una “piccola casa nel cuore della città” con un “giardino nascosto” e un “melograno coi rami in fiore” e “viole” che nascono tra i sassi. Questa descrizione crea immediatamente un senso di pace, bellezza inaspettata e intimità, un rifugio segreto dalla frenesia urbana. Il melograno, con i suoi fiori, può simboleggiare l’abbondanza, la vita, la fertilità o anche la conoscenza, a seconda delle tradizioni.

La terza strofa arricchisce l’immagine di questa casa. Non è solo un luogo fisico, ma un ambiente intriso di calore umano e spirituale. La figura della “madre” che apre la porta introduce il tema dell’accoglienza incondizionata e dell’amore materno. La sua bellezza “ancora più bella di quello che puoi immaginare” suggerisce una bellezza interiore, spirituale, che va oltre l’aspetto fisico. La presenza costante del “sole” e della “brezza di sera” che “ti fa sentire il mare” amplifica l’idea di un luogo di armonia, serenità e connessione con gli elementi naturali, evocando sensazioni di benessere e libertà.

 


Il Desiderio di Appartenenza e la Ricerca

Il ritornello esprime un anelito universale: “Devi dirmi dov’è questa casa dei fiori / È da sempre che cerco la casa dove posso tornare”. Questa ripetizione sottolinea un bisogno profondo di trovare un luogo di appartenenza, un rifugio spirituale o emotivo. La “casa dove posso tornare” non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di radici, di un senso di completezza e di pace interiore. La richiesta “Non lasciarmi da solo” e “Fammi stare con te” rivela una profonda necessità di compagnia, di condivisione e di liberazione dalla solitudine esistenziale. Questo desiderio è “da sempre”, indicando una ricerca intrinseca e ancestrale dell’essere umano.

 


La Rivelazione Finale: Il Luogo Spirituale

La strofa finale svela la vera natura della “casa dei fiori”. La risposta alla domanda insistente del ritornello non è un indirizzo geografico, ma un invito a un percorso interiore e spirituale: “Segui il raggio di luce e la luce ti porterà / Dove torna domanda e rinasce il cuore”. Questo passaggio chiarisce che la casa non è un luogo materiale, ma uno stato dell’anima, una dimensione spirituale. È il luogo dove le domande trovano risposta e dove il cuore, simbolo della vita interiore e delle emozioni, può rigenerarsi.

La rivelazione culmina nell’immagine più potente: “Nel giardino c’è Dio che ti aspetta e ti vuole parlare / Puoi sederti vicino, vicino ad ascoltare”. Questo trasforma il giardino idilliaco in uno spazio sacro di incontro con il divino. La divinità è presentata in modo intimo e accessibile, non come un’entità distante, ma come qualcuno che “ti aspetta” e “ti vuole parlare”, invitando alla vicinanza e all’ascolto. La semplicità del gesto di “sedersi vicino” sottolinea la natura umile e profonda di questo incontro spirituale.

 


Temi Principali:

  • Ricerca Interiore e Spirituale: La canzone è un inno alla ricerca di un senso profondo nella vita, che trova compimento nell’incontro con il trascendente.
  • Accoglienza e Amore: La figura della madre e l’apertura della porta simboleggiano l’accoglienza incondizionata e l’amore che non giudica.
  • Pace e Armonia: Il giardino nascosto e la casa del melograno rappresentano un’oasi di pace, serenità e bellezza.
  • Liberazione dalla Solitudine: Il desiderio di non essere soli e di “stare con te” esprime un bisogno fondamentale di connessione umana e spirituale.
  • Semplicità e Sacralità del Quotidiano: Il divino non è in un luogo lontano, ma in un “giardino nascosto” nel “cuore della città”, suggerendo che la sacralità può essere trovata nella quotidianità e nell’intimo.

 


Stile e Linguaggio:

Claudio Chieffo utilizza un linguaggio poetico e accessibile, tipico della canzone d’autore. Le immagini sono concrete ma cariche di significato simbolico (la casa, il giardino, il melograno, la luce, la madre, Dio). La ripetizione del ritornello crea un senso di urgenza e di anelito, mentre la struttura dialogica rende il brano coinvolgente. Il tono è intimo, caldo e rassicurante, invitando alla riflessione e alla contemplazione.

In sintesi, la “Canzone del melograno” è un’allegoria del cammino spirituale dell’uomo, una melodia che invita a cercare e trovare un rifugio interiore di pace e comunione, lì dove il cuore “rinasce” e si incontra il divino.

 


Testo della “Canzone del melograno” di Claudio Chieffo
In una piccola casa nel cuore della città
C’è un giardino nascosto che nessuno si può immaginare
Nel giardino c’è un melograno coi rami in fiore
E tra i sassi del muro nascono le viole
Devi dirmi dov’è questa casa dei fiori
È da sempre che cerco la casa dove posso tornare
Devi dirmi dov’è, perché voglio venire anch’io
Non lasciarmi da solo
Bussa pure alla porta, mia madre ti aprirà
Lei è ancora più bella di quello che puoi immaginare
Nella casa del melograno c’è sempre il sole
E la brezza di sera ti fa sentire il mare
Devi dirmi dov’è la tua casa dei fiori
È da sempre che cerco la casa dove posso tornare
Devi dirmi dov’è, perché voglio venire anch’io
Fammi stare con te
Segui il raggio di luce e la luce ti porterà
Dove torna domanda e rinasce il cuore
Nel giardino c’è Dio che ti aspetta e ti vuole parlare
Puoi sederti vicino, vicino ad ascoltare

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Luigi Gaudio
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