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28 Dicembre 2019Canzone intelligente di Cochi e Renato: l’Ironia nella musica popolare
Il brano Canzone intelligente, interpretato dal celebre duo comico Cochi e Renato nel 1973, si presenta come un esempio brillante di umorismo meta-testuale e di critica sociale, mascherata da apparente semplicità. La canzone, pur nella sua brevità e nella ripetitività, offre una riflessione acuta sulla natura della musica popolare e sulle dinamiche del successo discografico.
Il Paradosso dell’Intelligenza e della Semplicità
Il testo si apre con una dichiarazione d’intenti ironica: “Mi piacerebbe cantar una canzone intelligente / Che segua un filo logico importante / E che sia piena di bei ragionamenti”. Questa premessa crea immediatamente un paradosso. L’ascoltatore si aspetta un brano complesso e profondo, ma ciò che segue è una melodia orecchiabile e un testo che, pur toccando temi “intelligenti”, lo fa con una leggerezza e una ripetitività tipiche della canzone pop più immediata.
La ripetizione del verso “Questa è la canzone intelligente” funge da ritornello e da auto-affermazione beffarda. La canzone si auto-proclama “intelligente” proprio nel momento in cui adotta le strategie più comuni per catturare l’attenzione del pubblico (“Che farà cantar tutta la gente / Che farà cantar, che farà ballar”). L’intelligenza, in questo contesto, non risiede nella complessità concettuale, ma nella capacità di Cochi e Renato di smascherare, con arguzia, i meccanismi del successo commerciale.
La Critica al Sistema Discografico
Il secondo blocco di testo introduce una critica più esplicita al mondo dell’industria musicale: “Cosa ci vuole si sa per far successo con la gente / Si intende un filo logico importante / La casa discografica adiacente / Veste il cantante come un deficiente / Lo lancia sul mercato sottostante”.
Qui l’ironia si fa più pungente. Il “filo logico importante” non è più quello della canzone, ma quello del marketing e delle strategie commerciali. La “casa discografica adiacente” (un’espressione che suggerisce una certa banalità e vicinanza fisica, quasi a sminuire la sua importanza) è colei che decide l’immagine del cantante, vestendolo “come un deficiente”. Questa immagine grottesca sottolinea la mercificazione dell’artista e la standardizzazione imposta dall’industria, che privilegia l’apparenza sulla sostanza. Il lancio “sul mercato sottostante” evoca un’idea di prodotto da piazzare, piuttosto che di espressione artistica.
Lo “Sciocco in Blu” e la Passività del Consumatore
Il ritornello finale, “Che farà ballar lo sciocco in blu”, è la chiusura del cerchio ironico. Lo “sciocco in blu” è l’emblema del consumatore medio, passivo e facilmente manipolabile, che si adegua alle mode imposte dall’alto. Il colore “blu” potrebbe richiamare l’uniformità, la conformità, o semplicemente essere un colore comune per l’abbigliamento dell’epoca, rendendo il personaggio ancora più generico e rappresentativo della massa. La ripetizione ossessiva di “Lo sciocco in blu” nel finale rafforza il messaggio di una musica che, pur dichiarandosi “intelligente”, mira a un successo di massa basato su meccanismi prevedibili e sulla passività del pubblico.
Stile e Contesto
Lo stile di Cochi e Renato è riconoscibile nella sua semplicità apparente, nella musicalità quasi infantile e nella capacità di veicolare messaggi satirici attraverso un linguaggio diretto e immagini efficaci. Il brano si inserisce perfettamente nel contesto della loro produzione, che spesso utilizzava la comicità per commentare aspetti della società e della cultura italiana.
In conclusione, Canzone intelligente è un piccolo gioiello di ironia e meta-linguaggio. Cochi e Renato non si limitano a creare una canzone, ma riflettono sulla canzone stessa, sui suoi meccanismi di produzione e di consumo. Il risultato è un brano che, pur facendosi beffe della musica “intelligente” e dei suoi presunti requisiti, dimostra una vera intelligenza nel suo approccio critico e nella sua capacità di far sorridere e riflettere allo stesso tempo.