
Complemento di fine
28 Dicembre 2019
Introduzione alla raccolta La bufera e altro
28 Dicembre 2019Montale dedica la prima poesia della sua nuova raccolta poetica, Xenia I, a Drusilla Tanzi, la moglie appena scomparsa, che spesso chiamava affettuosamente “Mosca”
Testo della poesia “Caro piccolo insetto” di Eugenio Montale (Xenia I)
“Caro piccolo insetto
Che chiamavano mosca non so perché,
Stasera quasi al buio
Mentre leggevo il Deuteroisaia
Sei ricomparsa accanto a me,
Ma non avevi occhiali,
Non potevi vedermi
Né potevo io senza quel luccichio
Riconoscere te nella foschia.”
Analisi della poesia “Caro piccolo insetto” di Eugenio Montale (Xenia I)
Questa poesia fa parte di “Xenia”, una raccolta pubblicata nel 1966 da Eugenio Montale, dedicata alla moglie Drusilla Tanzi, affettuosamente soprannominata “Mosca”.
Il componimento evoca la presenza della moglie defunta, rappresentata come un piccolo insetto, simboleggiando il dialogo tra il poeta e l’assenza.
La figura di Drusilla appare trasfigurata nella foschia della memoria, e la sua cecità viene ricordata con delicatezza (“non avevi occhiali”). Montale riflette sul legame con il passato, reso più difficile dall’inevitabile distanza.
Temi principali della poesia “Caro piccolo insetto” di Eugenio Montale (Xenia I)
- Memoria e perdita: La presenza dell’amata scomparsa è percepita in modo sfuggente, quasi impercettibile.
- Solitudine: La mancanza di Drusilla sottolinea il vuoto lasciato nella vita del poeta.
- Semplicità formale: L’espressione semplice e diretta rispecchia lo stile dell’ultima fase poetica di Montale, caratterizzato da riflessioni intime e colloquiali.
2) “A quella che legge i giornali” di Eugenio Montale (Diario del ’71 e del ‘72)
La poesia “A quella che legge i giornali” di Eugenio Montale, probabilmente rivolta alla moglie Drusilla Tanzi, tratta da Diario del ’71 e del ’72, è un’opera che riflette con la consueta profondità e amarezza la condizione umana, in un contesto di incertezza e disorientamento. L’immagine che emerge è quella di una realtà bloccata, sospesa, in cui i tentativi di comprensione e di orientamento si scontrano con la mancanza di segnali definiti e il senso di un ingranaggio che si inceppa. Vediamo di esaminare il testo passo dopo passo, cercando di cogliere le tematiche centrali.
Testo della poesia “A quella che legge i giornali” di Eugenio Montale (Diario del ’71 e del ‘72)
Tra sprazzi di sole e piovaschi
non ci si orienta sul tempo.
C’è poco baccano fuori,
il canarino non canta.
Gli hanno portato una moglie
e lui non apre più il becco.
Il tempo sembra indeciso
sulla sua stessa funzione.
Dobbiamo farci coraggio,
non è arrivata la posta,
non sono usciti i giornali,
non c’è altro ma basta
per inceppare la marcia. Fermata del tutto non è
ma certo zoppica. Ecco
quello che conta. Star fermi,
attendere e non rallegrarsi
se l’ingranaggio perde i colpi.
Riprenderà non diverso,
meglio lubrificato
o peggio ma quello che importa
è non lasciarci le dita.
Solo le cripte, le buche,
i ricettacoli, solo
questo oggi vale, mia cara,
tu che non leggi e non ascolti, tu …
che leggi appena i giornali.
Analisi testuale
- Incertezza e indecisione: La poesia inizia con un riferimento al tempo atmosferico, un classico in Montale, che utilizza le condizioni esterne per riflettere un malessere interiore e una condizione esistenziale di sospensione: “Tra sprazzi di sole e piovaschi / non ci si orienta sul tempo.” Non è chiaro che tempo faccia, proprio come nella vita, dove gli eventi sembrano indecifrabili e indecisi. Questo stato di indecisione coinvolge il soggetto e la società, paralizzando l’azione.
- Il silenzio del canarino: Il canarino, simbolo di allegria e vitalità, che però non canta perché “gli hanno portato una moglie e lui non apre più il becco”, introduce un tema ironico: la compagnia, che dovrebbe portare gioia, invece lo immobilizza. Questa immagine trasmette una sorta di soffocamento: anche ciò che dovrebbe essere positivo diventa paralizzante. Qui Montale utilizza l’ironia per sottolineare il paradosso di una situazione in cui le aspettative vengono disattese, una condizione che riflette l’inettitudine o l’incapacità di reagire agli eventi esterni.
- Il blocco dell’informazione: Il riferimento al mancato arrivo della posta e all’assenza di giornali rafforza l’idea di un’interruzione dei flussi di comunicazione. La mancanza di notizie diventa metafora di un mondo che si arresta o fatica a funzionare. In questo contesto, il movimento generale della vita “zoppica”, un’immagine che richiama un funzionamento a stento, non una paralisi totale, ma un’azione che non procede come dovrebbe. Questo “zoppicare” dell’ingranaggio sociale diventa una condizione di attesa forzata, dove l’individuo è impotente.
- L’ingranaggio e la sua ripresa: La metafora dell’ingranaggio è centrale. Montale invita a non rallegrarsi quando esso perde colpi, perché riprenderà, ma non necessariamente in meglio. È una visione disincantata: l’ingranaggio della vita o della società, anche se temporaneamente bloccato, ricomincerà a funzionare, ma potrebbe riprendere “meglio lubrificato o peggio”, senza miglioramenti sostanziali. Il rischio maggiore è “lasciarci le dita”, cioè essere danneggiati dal tentativo di far ripartire un sistema che, per sua natura, non offre prospettive di miglioramento.
- Valore del nascondimento: L’attenzione si sposta quindi su ciò che vale davvero in questo contesto di crisi: “Solo le cripte, le buche, / i ricettacoli, solo / questo oggi vale”. Le cripte, le buche, i ricettacoli sono luoghi di nascondimento e protezione, simboli di un ritiro dalla realtà esterna, che Montale suggerisce come un possibile rifugio dall’assurdità del mondo. In questo senso, l’immobilismo e l’attesa non sono un abbandono totale, ma piuttosto un atto di autodifesa contro le forze distruttive del mondo.
- Il destinatario della poesia: L’interlocutrice, definita affettuosamente “mia cara”, è una persona che “non leggi e non ascolti”, ma che legge appena i giornali. Qui si percepisce un tono critico, quasi sprezzante, verso chi si limita a una conoscenza superficiale della realtà, basata solo su informazioni di seconda mano, come quelle fornite dai giornali. Montale sembra rivolgersi a una società che vive in uno stato di inconsapevolezza e passività, dipendente da un’informazione mediatica che non riesce a cogliere la complessità del mondo.
Temi e messaggi
- Disincanto e ironia: Il tono ironico e disincantato pervade la poesia, soprattutto nelle immagini del canarino e dell’ingranaggio. Montale ci invita a riconoscere l’inutilità di aspettarsi che qualcosa cambi sostanzialmente nella società o nella vita; l’ingranaggio riprenderà, ma non porterà un miglioramento reale.
- Incapacità di comprensione: La figura della donna, che “legge appena i giornali”, rappresenta l’incapacità di comprendere in profondità gli eventi. La superficialità dell’informazione diventa una metafora per una comprensione incompleta del mondo.
- Il senso dell’attesa: C’è una forte tensione verso l’immobilismo e l’attesa. Invece di agire, Montale suggerisce di attendere e proteggersi dal mondo esterno, quasi a riconoscere che ogni tentativo di miglioramento potrebbe risultare dannoso.
Conclusione
La poesia di Montale riflette il pessimismo dell’autore riguardo alla possibilità di un vero cambiamento nel mondo, un mondo in cui gli ingranaggi della società riprenderanno a girare, ma senza un reale progresso. L’unica risposta possibile sembra essere il ritiro, la protezione in spazi nascosti (cripte, buche, ricettacoli), lontano dal caos e dall’inadeguatezza delle strutture sociali e informative. Montale esprime un senso di sospensione e attesa, tipico della sua visione esistenziale, dove l’uomo deve stare fermo e osservare, senza mai sperare troppo in un cambiamento definitivo.