Roma in fiamme Annales XV, 38, prima parte
28 Dicembre 2019Contovello di Umberto Saba
28 Dicembre 2019“Città vecchia” è una delle poesie più emblematiche di Umberto Saba, in cui il poeta riflette sulla condizione umana e la presenza divina tra i reietti della società.
Introduzione
La poesia è ambientata in un quartiere popolare di Trieste, caratterizzato dalla mescolanza di gente umile, prostitute, marinai e altre figure marginali. Saba utilizza il paesaggio urbano per esplorare il tema dell’umiltà e della dignità nascosta nelle vite quotidiane, trasmettendo una profonda compassione per gli emarginati e una visione spirituale che li accomuna a tutti gli esseri umani.
Testo della poesia “Città vecchia” di Umberto Saba
Analisi
La poesia inizia con una descrizione della via di città vecchia attraverso la quale Saba spesso ritorna a casa: “Spesso, per ritornare alla mia casa prendo un’oscura via di città vecchia”. La scelta di una via oscura e trascurata indica già il contesto sociale degradato in cui si muove il poeta. I fanali gialli che si riflettono nelle pozzanghere richiamano una visione crepuscolare, cupa, ma allo stesso tempo familiare e rassicurante per Saba, che si sente a casa tra queste strade umili.
La gente che viene che va rappresenta una sorta di flusso incessante di persone anonime: “dall’osteria alla casa o al lupanare”, che descrive un ciclo di vita legato alla sopravvivenza quotidiana e ai piaceri effimeri. Questo mondo popolare è popolato da merci ed uomini, i detriti di un gran porto di mare: qui Saba dipinge l’immagine di un porto, simbolo di scambi economici ma anche di mescolanza di classi sociali e miserie umane.
La riflessione centrale si manifesta con forza in questi versi: “io ritrovo, passando, l’infinito nell’umiltà”. È in questo contesto degradato che il poeta riconosce la dimensione spirituale dell’esistenza. L’umiltà diventa la chiave attraverso la quale Saba riscopre l’infinito—una presenza divina che si manifesta anche nelle vite apparentemente più misere.
Segue un ritratto delle persone che popolano la città vecchia: la prostituta, il marinaio, il vecchio che bestemmia, la femmina che bega, il dragone alla bottega del friggitore, e la giovane impazzita d’amore. Saba li presenta non come reietti, ma come creature della vita e del dolore. L’idea che “s’agita in esse, come in me, il Signore” introduce un concetto profondo di umanità condivisa: il poeta non si pone al di sopra di loro, ma riconosce che lo stesso anelito spirituale che lo muove abita anche in queste persone dimenticate dalla società.
La poesia culmina con una riflessione sull’umiltà e la purezza: “Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via”. In questo passaggio, Saba afferma che la purezza del suo pensiero non nasce da una vita ordinata e morale, ma proprio dall’immersione nel mondo degli emarginati. Paradossalmente, la via più turpe diventa il luogo in cui il poeta si avvicina maggiormente a una verità spirituale più alta.
Commento
In “Città vecchia”, Umberto Saba offre una visione compassionevole del mondo degli emarginati, contrapponendosi alla visione borghese che spesso li condanna o li ignora. L’infinito nell’umiltà che Saba ritrova tra prostitute, marinai e vecchi bestemmiatori diventa una chiave per comprendere l’essenza dell’umanità: siamo tutti accomunati dalla stessa vita e dolore, indipendentemente dalla nostra condizione sociale. Questo messaggio di umanità universale si riflette anche in un elemento fortemente spirituale: Dio o il Signore è presente in ciascuno di noi, anche nelle vite più disperate.
Saba non giudica, ma accoglie e condivide. La sua sensibilità è profondamente inclusiva, e la sua poesia diventa una forma di redenzione attraverso la comprensione e l’accettazione. L’idea che la purezza del pensiero possa nascere proprio nel luogo più turpe è una delle intuizioni più potenti della poesia, e sottolinea la capacità del poeta di vedere oltre le apparenze superficiali.
La pietà di Saba verso i più umili non è paternalistica, ma profondamente empatica. Lui stesso si sente parte di questo mondo e lo descrive con una bellezza malinconica che ne riscatta il valore. Le immagini della prostituta, del marinaio e del vecchio che bestemmia non sono figure da disprezzare, ma sono parte integrante di quella vita e di quel dolore che unisce tutti gli esseri umani.
Conclusione
“Città vecchia” di Umberto Saba è una poesia che celebra la dignità dell’umano nelle sue forme più umili e dimenticate. Attraverso la sua descrizione della vita in una via degradata di Trieste, il poeta riflette su temi universali come il dolore, la speranza e la presenza di Dio in ogni essere umano. La sua visione è inclusiva e spirituale, capace di trovare il divino e il puro anche nelle condizioni più degradate. In questo modo, la poesia diventa un inno all’umanità condivisa, in cui anche chi vive ai margini è portatore di una verità spirituale profonda.