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Un esempio può essere utile.
L’operato di papa Francesco è l’oggetto di un mio scritto.
Al termine di ogni paragrafo interpellavo chatgpt per consigli e modifiche, al termine chiedevo un riepilogo, una valutazione.
L’Amore risplende nella chiesa di Francesco
La frattura cui Papa Francesco ha fatto riferimento dicendo: “Pregate per me, ma non contro di me” evidenzia la presenza di due concezioni di Chiesa, contrapposte.
Tra le possibili interpretazioni dell’origine di questa divergenza di vedute si può collocare la transizione dal Vecchio al Nuovo Testamento che l’attuale pontefice ha posto a fondamento del suo magistero: il passaggio dal tempo della legge a quello dell’Amore. Si tratta di un completamento, di un’interpretazione attiva delle norme.
La centralità della persona rappresenta uno degli assi portanti del suo insegnamento. L’invocazione del Padre nostro — “Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” — non è solo un’espressione di fede, ma una chiamata all’azione, che richiede l’impegno concreto di ogni credente.
In questo contesto, la parabola dei talenti e quella del fico maledetto assumono grande rilevanza: entrambe sottolineano la responsabilità personale nel rispondere alla chiamata della fede e nel tradurre l’Amore in azioni concrete. Anche il monito “Non giudicate per non essere giudicati” è centrale, perché richiama alla necessità di accogliere la diversità delle manifestazioni dell’Amore, senza rigidità regolamentari che soffocano la dimensione personale dell’agire umano. È in questa prospettiva che Papa Francesco promuove una Chiesa più inclusiva e misericordiosa.
In definitiva, Papa Francesco sembra voler spostare il baricentro della Chiesa da un’istituzione prevalentemente normativa a una comunità vivente, dove ogni fedele è chiamato a essere attivo e responsabile. Il misterioso corpo di Cristo, ossia la Chiesa, non è più un concetto astratto, ma una realtà dinamica, dove ogni membro svolge un ruolo unico e indispensabile, contribuendo all’edificazione di una comunità ecclesiastica inclusiva e corresponsabile.
Il monito dell’evangelista Giovanni sintetizza questa prospettiva: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è Amore”.
Finito il lavoro ho chiesto una valutazione all’ia. Subito dopo mi ha domandato:
Copilot: C’è un aspetto specifico di questa visione che senti particolarmente vicino alla tua esperienza o al tuo modo di vivere la fede?
Io: la corrispondenza al termitaio descritto nel libro “L’anima della formica bianca”
Copilot: La metafora del termitaio descritta in L’anima della formica bianca offre uno spunto affascinante per comprendere la visione di Chiesa proposta da Papa Francesco. In un termitaio, ogni termite ha un ruolo preciso, ma è nel loro lavoro collettivo che emerge una sorta di “intelligenza” o “anima” del sistema. Non si tratta solo di eseguire compiti individuali, ma di partecipare a qualcosa di più grande e organico.
Similmente, Papa Francesco sembra sottolineare che la Chiesa non dovrebbe essere una semplice somma di individui che rispettano regole. È, piuttosto, un corpo vivente in cui ogni persona, indipendentemente dal suo stato o ruolo, contribuisce attivamente al benessere e alla missione della comunità. L’Amore, secondo questa visione, diventa il “cemento” che tiene insieme i membri, proprio come la cooperazione e l’armonia strutturale tengono unite le termiti.
Cosa rende questa visione così potente? Probabilmente è l’idea che nessuno è superfluo: anche i più piccoli gesti d’amore e di cura hanno un impatto sull’intero “organismo”. Inoltre, il concetto di un’anima collettiva offre una prospettiva spirituale e pratica: quando agiamo con responsabilità e solidarietà, diamo vita a una comunità che è più della somma delle sue parti.
Questa la sintesi di chatgpt: Sembra che tu stia sviluppando una riflessione sulla tensione tra struttura e partecipazione, tra norme e autonomia. Vedi delle implicazioni anche per il sistema scolastico? In fondo, il tuo discorso sulla scuola ruota attorno a una problematica simile: superare un’organizzazione rigida per valorizzare la progettualità e il coinvolgimento attivo di tutti gli attori.