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Oltre la nebbia con basso acustico
28 Febbraio 2025L’origine dello stallo in cui giace la scuola apparirà evidente se si applica il principio secondo cui il significato delle parole è determinato dal contesto.
Prendiamo, ad esempio, il termine competenza, che rappresenta un traguardo formativo fondamentale della scuola.
Esaminiamolo a partire dall’Unione Europea. Il riferimento politico sono le competenze specifiche, costituite da abilità e conoscenze. Una scelta volta a favorire la libera circolazione dei lavoratori, ponendo l’accento sulle esigenze del mercato del lavoro. In questa prospettiva, essere competenti significa sapersi adattare alle richieste del sistema produttivo. L’addestramento assume un ruolo centrale nella formazione perché la richiesta è: adeguarsi.
Trasferiamoci nelle scuole in cui è centrale la progettazione educativa. La sua finalizzazione è il potenziamento delle capacità, che si manifestano attraverso le competenze. In questo caso si tratta di competenze generali quali, ad esempio, sostenere una propria tesi e valutare criticamente le opinioni altrui; ragionare con rigore logico e individuare problemi proponendo valide soluzioni.
La distanza tra le due posizioni è abissale: la prima abbraccia l’esistente mentre l’altra, che pone lo sviluppo delle qualità degli studenti a suo fondamento, è funzionale all’interazione con una società in rapido e imprevedibile mutamento.
È sconcertante osservare che il ministro dell’Istruzione e del Merito scelga l’immobilismo, privando così la scuola della sua funzione più nobile: formare individui autonomi e dotati di spirito critico, capaci di affrontare le sfide del futuro.