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27 Marzo 2025Le nuove Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione contengono un errore concettuale che mina uno dei pilastri della programmazione educativa.
La ricorrente locuzione “competenze trasversali” è un nonsenso e avrà effetti negativi sul lavoro scolastico. Non solo ostacola la formulazione di ipotesi formative coerenti, ma rende instabile la gestione collegiale, privandola di riferimenti solidi.
Per sua natura, una competenza è l’integrazione di capacità/abilità e conoscenze. Se le conoscenze appartengono a diversi ambiti disciplinari, esse non possono essere rese omogenee senza perdere il loro valore specifico. Parlare di competenze trasversali implica una fusione artificiosa tra elementi distinti, con il rischio di ridurre l’insegnamento a formule generiche prive di applicabilità concreta.
La gestione della complessità, nel campo della formazione, richiede un approccio analitico e progressivo. La legge del 1974 aveva già tracciato questa strada, prevedendo che il Piano Triennale dell’Offerta Formativa definisse le competenze generali e che il Collegio dei docenti, attraverso la “programmazione dell’azione educativa”, identificasse le capacità sottese a tali competenze.
Un ulteriore chiarimento era arrivato nel 1999: l’autonomia scolastica si fonda su tre livelli di progettazione – formativa (competenze generali), educativa (capacità), e dell’istruzione (coordinamento degli insegnamenti). Questa distinzione consente di costruire percorsi didattici coerenti, evitando confusione tra gli obiettivi da perseguire e i mezzi per raggiungerli.
Ignorando questa articolazione, le nuove Indicazioni trascurano il problema chiave: la professionalità degli insegnanti. Mettere la progettazione al centro della didattica significa abbandonare la sicurezza del libro di testo per affrontare l’incertezza della formulazione di ipotesi e della loro verifica. Questo passaggio non è banale: richiede un cambiamento radicale di mentalità, in cui il lavoro d’équipe diventa un modus vivendi e non un’aggiunta opzionale. Senza una chiara visione di questo passaggio, ogni riforma rischia di restare inefficace.