
Edward Hopper: la realtà e l’oltre
28 Dicembre 2019
Allegoria del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti
28 Dicembre 2019Il Coro (o Cappella Maggiore) della Basilica di San Francesco ad Arezzo ospita uno dei cicli di affreschi più celebri e rivoluzionari del Rinascimento italiano: le Storie della Vera Croce, realizzate da Piero della Francesca (1412/1417 – 1492).
Quest’opera, dipinta tra il 1452 e il 1466 circa, è considerata il culmine della sua arte e un manifesto della pittura del Quattrocento, per la sua rigorosa razionalità prospettica, la sua luce cristallina e la monumentalità delle figure.
1. Storia della Cappella e della Commissione
La Basilica di San Francesco ad Arezzo, costruita a partire dal 1290, è un importante luogo di culto francescano. La Cappella Maggiore (il coro) era di proprietà della ricca famiglia aretina dei Bacci, mercanti che avevano commissionato la sua decorazione.
- Inizio dei Lavori: Inizialmente, l’incarico fu affidato al pittore fiorentino Bicci di Lorenzo nel 1447. Bicci, ancora legato a uno stile tardo gotico, riuscì a completare solo la volta, dove dipinse i Quattro Evangelisti, e alcune parti del sottarco e dell’arco trionfale.
- L’Intervento di Piero della Francesca: Alla morte di Bicci di Lorenzo nel 1452, l’incarico passò a Piero della Francesca. Questo passaggio fu una fortuna per la storia dell’arte, poiché permise a Piero di realizzare un ciclo che avrebbe rivoluzionato la pittura. Piero lavorò agli affreschi per circa quattordici anni, con alcune interruzioni, fino al 1466.
2. Il Ciclo delle Storie della Vera Croce
Il ciclo narra la leggenda del legno con cui fu costruita la Croce di Cristo, dalla sua origine fino al suo ritrovamento e alla sua esaltazione. La fonte principale è la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, una raccolta medievale di vite di santi. Piero della Francesca non seguì un ordine cronologico lineare, ma dispose le scene secondo criteri formali e teologici, creando un complesso sistema di rimandi e simmetrie.
Le scene si sviluppano su tre pareti (centrale e laterali), su due registri principali e due lunette in alto:
- Parete di Fondo (Centrale):
- Registro Superiore (Lunetta): Morte di Adamo e l’origine del legno della Croce. Adamo morente riceve da Set un germoglio dell’Albero della Conoscenza, che verrà piantato sulla sua tomba e da cui nascerà l’albero per la Croce.
- Registro Inferiore: Esaltazione della Croce (o Eraclio riporta la Croce a Gerusalemme). L’imperatore Eraclio, scalzo e umile, riporta la Vera Croce a Gerusalemme dopo aver sconfitto il re persiano Cosroe II, che l’aveva rubata. Questa scena è posta in basso per sottolineare l’umiltà e la devozione.
- Parete Destra:
- Registro Superiore (Lunetta): Adorazione della Croce e Incontro tra Salomone e la Regina di Saba. La Regina di Saba, riconoscendo nel legno di un ponte la futura Croce di Cristo, si inginocchia in adorazione. Successivamente, incontra il re Salomone.
- Registro Mediano: Ritrovamento delle tre croci e verifica della Vera Croce. Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, trova tre croci a Gerusalemme. Per identificare quella di Cristo, una di esse viene posta sul corpo di un giovane morto, che miracolosamente risorge.
- Registro Inferiore: Battaglia tra Costantino e Massenzio. La battaglia di Ponte Milvio, in cui Costantino, dopo aver avuto una visione della Croce (“In hoc signo vinces”), sconfigge il suo rivale Massenzio, segnando la vittoria del Cristianesimo.
- Parete Sinistra:
- Registro Superiore (Lunetta): Sollevamento della Croce (o Costruzione del ponte). La trave riconosciuta dalla Regina di Saba viene sollevata e sepolta per ordine di Salomone.
- Registro Mediano: Sogno di Costantino. L’imperatore Costantino, addormentato nella sua tenda, riceve in sogno la rivelazione della Croce da un angelo. È uno dei primi e più celebri notturni della pittura italiana, con una luce artificiale che illumina la scena.
- Registro Inferiore: Battaglia di Eraclio e Cosroe. La battaglia finale tra l’imperatore bizantino Eraclio e il re persiano Cosroe II, che aveva rubato la Vera Croce. Eraclio trionfa e decapita Cosroe, recuperando la reliquia.
3. Le Innovazioni Stilistiche di Piero della Francesca
Gli affreschi di Arezzo sono un esempio sublime della pittura di Piero della Francesca e delle sue innovazioni che hanno definito il Rinascimento.
- Rigorosa Prospettiva Geometrica: Piero applica la prospettiva lineare con una precisione matematica, creando spazi misurabili e illusionistici. Le figure sono inserite in un ambiente tridimensionale coerente, che si estende oltre la parete dipinta. Ogni elemento architettonico e ogni figura sono calcolati con esattezza.
- Luce Pura e Diffusa: La luce è un elemento chiave. Non è drammatica come nel chiaroscuro caravaggesco, ma è una luce chiara, fredda e diffusa, che modella le forme con nitidezza e conferisce alle figure una monumentalità quasi scultorea. Questa luce “astratta” crea un’atmosfera di sospensione e atemporalità.
- Monumentalità e Solennità delle Figure: I personaggi di Piero sono figure solide, maestose, quasi immobili, con volti sereni e impassibili. Le loro pose sono spesso frontali o rigidamente impostate, conferendo loro una dignità e una gravità che le rendono eterne, quasi icone.
- Sintesi tra Forma e Colore: Piero è un maestro del colore, che utilizza per definire i volumi e creare armonie cromatiche. I colori sono spesso chiari e luminosi, stesi in modo uniforme, contribuendo alla sensazione di chiarezza e ordine.
- Realismo e Dettaglio: Nonostante la solennità, Piero non rinuncia al realismo. I dettagli degli abiti, delle armature, dei paesaggi e degli oggetti sono resi con grande precisione, ancorando le scene alla realtà.
- Composizione Bilanciata e Armoniosa: Le scene sono costruite con un equilibrio perfetto, spesso basato su simmetrie e rapporti proporzionali, che riflettono l’ordine e l’armonia del cosmo.
4. Iconografia e Significato
Il ciclo della Vera Croce ha un profondo significato teologico e politico:
- La Storia della Salvezza: La leggenda narra il percorso della salvezza umana, dal peccato originale (Morte di Adamo) alla redenzione attraverso la Croce di Cristo.
- Legame tra Antico e Nuovo Testamento: Il legno della Croce lega la storia dell’umanità dall’inizio (Adamo) alla venuta di Cristo, sottolineando la continuità del piano divino.
- Trionfo del Cristianesimo: Le battaglie di Costantino e Eraclio simboleggiano il trionfo della fede cristiana sul paganesimo e sull’eresia, un tema caro alla Chiesa e alle potenze cristiane dell’epoca.
- Significato per Arezzo: La scelta di questo tema era particolarmente significativa per i francescani e per la città di Arezzo, che si trovava in un periodo di tensioni politiche e religiose.
5. Eredità e Importanza
Gli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo sono un punto di riferimento imprescindibile nella storia dell’arte.
- Maestro del Rinascimento: Piero è considerato uno dei padri del Rinascimento, insieme a Brunelleschi, Donatello e Masaccio, per aver portato la prospettiva e la razionalità a un livello di perfezione inedito in pittura.
- Influenza Duratura: La sua opera ha influenzato generazioni di artisti, per la sua capacità di unire rigore scientifico e bellezza poetica.
- Capolavoro Universale: Le Storie della Vera Croce sono ammirate in tutto il mondo per la loro bellezza, la loro complessità intellettuale e la loro capacità di creare un’esperienza visiva e spirituale unica.
Conclusione
Il Coro di San Francesco ad Arezzo, con gli affreschi di Piero della Francesca, è un luogo dove l’arte raggiunge vette di perfezione e significato. Le Storie della Vera Croce non sono solo un ciclo narrativo, ma una profonda meditazione sulla storia, la fede e la condizione umana, espresse attraverso un linguaggio pittorico di straordinaria chiarezza, armonia e monumentalità. Un’esperienza imperdibile per chiunque voglia comprendere la grandezza del Rinascimento italiano.