
Andare a scuola a Roma
28 Dicembre 2019
Capitoli nono e decimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019La trasformazione di Ottaviano in Augusto rappresenta uno dei passaggi più significativi della storia romana, segnando la fine della Repubblica e l’inizio del Principato.
L’ascesa di Ottaviano
Dopo la vittoria di Azio nel 31 a.C. contro Marco Antonio e Cleopatra, Ottaviano si trovò padrone assoluto del mondo romano. Il suo processo di consolidamento del potere fu graduale ma inesorabile. Nel 28 a.C. iniziò la “restaurazione” delle istituzioni repubblicane, un’operazione di facciata che mascherava la creazione di un nuovo sistema di governo.
La nascita del Principato (27 a.C.)
Il momento cruciale arrivò il 13 gennaio del 27 a.C., quando Ottaviano si presentò al Senato dichiarando di voler restituire tutti i poteri al popolo romano e alle magistrature tradizionali. Questo gesto, apparentemente di rinuncia, era in realtà un capolavoro politico. Il Senato, intimorito e riconoscente, gli conferì il titolo di “Augustus” (il venerabile) e gli assegnò un immenso comando proconsolare sulle province più importanti per dieci anni.
Augusto mantenne formalmente le istituzioni repubblicane ma concentrò nelle sue mani i poteri essenziali: l’imperium proconsolare gli dava il controllo dell’esercito e delle province di frontiera, mentre la tribunicia potestas (ottenuta nel 23 a.C.) lo rendeva inviolabile e gli conferiva il diritto di veto su ogni decisione.
La politica della pace
Augusto inaugurò un’era di pace interna che sarebbe durata oltre due secoli. La Pax Romana non significava assenza di conflitti, ma piuttosto stabilità interna e controllo delle frontiere. L’imperatore chiuse per tre volte il tempio di Giano, simbolo della pace, cosa che non accadeva da secoli.
Le riforme augustee toccarono ogni aspetto della vita romana: riorganizzò l’esercito creando un corpo professionale permanente, istituì la guardia pretoriana, riformò l’amministrazione provinciale e promosse un’imponente politica edilizia che trasformò Roma in una città degna di un impero.
Le guerre sotto Augusto
Nonostante l’enfasi sulla pace, il regno di Augusto fu caratterizzato da numerose campagne militari, necessarie per consolidare e ampliare i confini dell’impero:
Le guerre cantabriche (29-19 a.C.) completarono la conquista della Spagna, sottomettendo definitivamente le tribù del nord della penisola iberica che avevano resistito per secoli alla dominazione romana.
Le campagne alpine portarono alla sottomissione delle popolazioni delle Alpi, creando una frontiera sicura tra Italia e Gallia. Queste operazioni furono condotte dai figliastri di Augusto, Druso e Tiberio.
L’espansione germanica rappresentò uno dei maggiori sforzi militari del periodo. Le campagne di Druso (12-9 a.C.) e successivamente di Tiberio portarono i Romani fino all’Elba, ma il progetto di creare una provincia germanica si infranse tragicamente nella foresta di Teutoburgo nel 9 d.C., quando Arminio annientò tre legioni guidate da Varo.
Le guerre illiriche (35-33 a.C. e 6-9 d.C.) furono necessarie per pacificare i Balcani e creare una frontiera sicura lungo il Danubio. Queste campagne, particolarmente la seconda condotta da Tiberio, furono tra le più difficili dell’epoca augustea.
La politica orientale privilegiò la diplomazia alla conquista. Augusto risolse la questione partica attraverso accordi diplomatici, ottenendo la restituzione delle insegne legionarie perse da Crasso a Carre, un successo propagandistico di enorme valore.
L’eredità di Augusto
Il sistema augusteo dimostrò una straordinaria capacità di adattamento e sopravvivenza. La formula del Principato, che bilanciava tradizione repubblicana e necessità monarchiche, garantì stabilità politica e prosperità economica per secoli. Le guerre condotte sotto Augusto non furono di conquista indiscriminata ma risposero a esigenze strategiche precise: consolidare frontiere, eliminare minacce persistenti, creare zone cuscinetto.
La pace augustea fu dunque il risultato di una sapiente combinazione di diplomazia, forza militare e riforme interne, creando le basi per quella che sarebbe diventata una delle più durature costruzioni politiche della storia occidentale.