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28 Dicembre 2019Analisi e testo del racconto: “Davanti alla legge” di Franz Kafka
“Davanti alla legge” è una delle parabole più celebri di Franz Kafka, contenuta nel romanzo incompiuto Il Processo . Questo breve racconto, apparentemente semplice, nasconde una profondità simbolica che ha ispirato innumerevoli interpretazioni. Attraverso la storia di un uomo di campagna e del guardiano che gli impedisce l’accesso alla legge, Kafka esplora temi come il potere, la giustizia, l’autorità e la condizione umana.
1. 🌟 Contesto Generale
La storia si apre con un uomo di campagna che cerca di accedere alla legge, ma viene fermato da un guardiano all’ingresso. Nonostante la porta sia sempre aperta e visibile, l’uomo non riesce mai a entrare, trascorrendo tutta la vita seduto davanti al guardiano nella speranza di ottenere il permesso. Alla fine, ormai morente, scopre che quella porta era riservata solo a lui e che verrà chiusa per sempre dopo la sua morte.
Il testo è una riflessione sull’assurdità dell’esistenza umana, sul rapporto tra individuo e autorità, e sulla natura sfuggente della verità e della giustizia.
2. 🖼️ Personaggi Principali
L’Uomo di Campagna
- Simbolo dell’Umanità : L’uomo rappresenta ogni individuo che cerca di comprendere la legge (intesa come giustizia, verità o senso della vita). La sua ostinazione e perseveranza riflettono il desiderio umano di trovare un significato nell’esistenza.
- Debolezza e Sottomissione : L’uomo si sottomette al potere del guardiano, accettando passivamente le sue imposizioni. Questo atteggiamento simboleggia la tendenza umana ad accettare le regole imposte dall’autorità senza metterle in discussione.
- Trasformazione Fisica e Mentale : Con il passare degli anni, l’uomo diventa sempre più debole e ossessionato dal guardiano. La sua incapacità di agire autonomamente lo porta alla paralisi mentale e fisica.
Il Guardiano
- Simbolo dell’Autorità : Il guardiano rappresenta il potere istituzionale, che controlla l’accesso alla legge e mantiene l’individuo in uno stato di attesa perpetua. È descritto come potente e inaccessibile, con caratteristiche fisiche che lo rendono intimidatorio.
- Ambiguità Morale : Il guardiano accetta i doni dell’uomo, pur sapendo che non cambieranno il suo destino. Questo comportamento evidenzia la corruzione insita nell’autorità, che spesso manipola e illude senza offrire soluzioni reali.
La Legge
- Astrazione Inaccessibile : La legge è un concetto astratto che rimane sempre fuori dalla portata dell’uomo. Essa rappresenta la verità, la giustizia o il senso ultimo della vita, che l’individuo cerca disperatamente ma che non riesce mai a raggiungere.
- Esclusività e Isolamento : La rivelazione finale, secondo cui la porta era riservata solo all’uomo di campagna, sottolinea l’idea che la ricerca della verità è un percorso personale e soggettivo, impossibile da condividere con altri.
3. 🌟 Temi Principali
1. Il Potere dell’Autorità
Il guardiano incarna il potere istituzionale che regola l’accesso alla legge. Egli usa la sua posizione per mantenere l’uomo in uno stato di dipendenza e attesa perpetua, simboleggiando come l’autorità possa essere usata per controllare e limitare l’individuo.
2. La Ricerca della Verità
L’uomo di campagna dedica tutta la sua vita a cercare di accedere alla legge, ma alla fine scopre che la verità era sempre stata vicina a lui, pur rimanendo irraggiungibile. Questo riflette la frustrazione umana di fronte ai grandi interrogativi esistenziali.
3. L’Assurdità dell’Esistenza
La storia è permeata da un senso di assurdità: l’uomo passa tutta la vita aspettando qualcosa che non può ottenere, mentre la soluzione era sempre stata nelle sue mani. Kafka critica la futilità delle azioni umane e la loro incapacità di cambiare il proprio destino.
4. La Solitudine dell’Individuo
L’uomo di campagna è isolato nella sua ricerca. Nessun altro tenta di accedere alla legge, e lui stesso dimentica l’esistenza di altri guardiani. Questo evidenzia la solitudine dell’individuo nella sua ricerca di senso e giustizia.
4. 🎭 Stile e Linguaggio
1. Simbolismo
Kafka utilizza elementi simbolici per trasmettere messaggi universali:
- La Porta Aperta : Simboleggia la possibilità di accesso alla verità, che però rimane inaccessibile a causa delle barriere poste dall’autorità.
- Il Guardiano : Rappresenta l’autorità che controlla e limita l’individuo.
- La Pulce : Un dettaglio apparentemente insignificante che diventa metafora dell’ossessione dell’uomo.
2. Tono Assurdo e Ironicamente Tragico
Il tono del racconto è caratterizzato da un’ironia amara e da un senso di assurdità. L’uomo trascorre tutta la vita aspettando qualcosa che non potrà mai ottenere, e alla fine scopre che la soluzione era sempre stata nelle sue mani.
3. Descrizione Minuziosa
Kafka descrive con precisione i dettagli fisici e psicologici dei personaggi. Ad esempio:
- “Il suo gran naso a becco, la lunga e sottile barba nera all’uso tartaro” crea un’immagine vivida del guardiano.
- “Non gli rimane più molto da vivere. Prima della morte tutte le nozioni raccolte in quel lungo tempo gli si concentrano nel capo” evidenzia la trasformazione interiore dell’uomo.
5. 🌌 Riflessione Finale
“Davanti alla legge” è una parabola densa di significati che invita il lettore a riflettere sul rapporto tra individuo e autorità, sulla ricerca della verità e sul senso dell’esistenza. Kafka ci mostra come l’umanità sia spesso intrappolata in un ciclo di attese e illusioni, incapace di agire autonomamente per cambiare il proprio destino.
Riassumendo : 📜 “Davanti alla legge” di Franz Kafka è una riflessione profonda e simbolica sul potere, la giustizia e la condizione umana, che mette in luce l’assurdità e la solitudine della ricerca della verità. 🌟
6. 📜 “Davanti alla legge” di Franz Kafka
Davanti alla legge sta un guardiano. Un uomo di campagna viene da questo guardiano e gli chiede il permesso di accedere alla legge. Ma il guardiano gli risponde che per il momento non glielo può consentire. L’uomo dopo aver riflettuto chiede se più tardi gli sarà possibile. «Può darsi,» dice il guardiano, «ma adesso no.»
Poiché la porta di ingresso alla legge è aperta come sempre e il guardiano si scosta un pò, l’uomo si china per dare, dalla porta, un’occhiata nell’interno. Il guardiano, vedendolo, si mette a ridere, poi dice: «Se ti attira tanto, prova a entrare ad onta del mio divieto. Ma bada: io sono potente. E sono solo l’ultimo dei guardiani. All’ingresso di ogni sala stanno dei guardiani, uno più potente dell’altro. Già la vista del terzo riesce insopportabile anche a me.»
L’uomo di campagna non si aspettava tali difficoltà; la legge, nel suo pensiero, dovrebbe esser sempre accessibile a tutti; ma ora, osservando più attentamente il guardiano chiuso nella sua pelliccia, il suo gran naso a becco, la lunga e sottile barba nera all’uso tartaro decide che gli conviene attendere finché otterrà il permesso. Il guardiano gli dà uno sgabello e lo fa sedere a lato della porta.
Giorni e anni rimane seduto lì. Diverse volte tenta di esser lasciato entrare, e stanca il guardiano con le sue preghiere. Il guardiano sovente lo sottopone a brevi interrogatori, gli chiede della sua patria e di molte altre cose, ma sono domande fatte con distacco, alla maniera dei gran signori, e alla fine conclude sempre dicendogli che non può consentirgli l’ingresso.
L’uomo, che si è messo in viaggio ben equipaggiato, dà fondo ad ogni suo avere, per quanto prezioso possa essere, pur di corrompere il guardiano, e questi accetta bensì ogni cosa, pero gli dice: «Lo accetto solo perché tu non creda di aver trascurato qualcosa.»
Durante tutti quegli anni l’uomo osserva il guardiano quasi incessantemente; dimentica che ve ne sono degli altri, quel primo gli appare l’unico ostacolo al suo accesso alla legge. Impreca alla propria sfortuna, nei primi anni senza riguardi e a voce alta, poi, man mano che invecchia, limitandosi a borbottare tra sè. Rimbambisce, e poiché, studiando per tanti anni il guardiano, ha individuato anche una pulce nel collo della sua pelliccia, prega anche la pulce di intercedere presso il guardiano perché cambi idea.
Alla fine gli s’affievolisce il lume degli occhi, e non sa se è perché tutto gli si fa buio intorno, o se siano i suoi occhi a tradirlo. Ma ora, nella tenebra, avverte un bagliore che scaturisce inestinguibile dalla porta della legge. Non gli rimane più molto da vivere.
Prima della morte tutte le nozioni raccolte in quel lungo tempo gli si concentrano nel capo in una domanda che non ha mai posta al guardiano; e gli fa cenno, poiché la rigidità che vince il suo corpo non gli permette più di alzarsi. Il guardiano deve abbassarsi grandemente fino a lui, dato che la differenza delle stature si è modificata a svantaggio dell’uomo. «Che cosa vuoi sapere ancora?» domanda il guardiano, «sei proprio insaziabile.»
«Tutti si sforzano di arrivare alla legge,» dice l’uomo, «e come mai allora nessuno in tanti anni, all’infuori di me, ha chiesto di entrare?» Il guardiano si accorge che l’uomo è agli estremi e, per raggiungere il suo udito che già si spegne, gli urla: «Nessun altro poteva ottenere di entrare da questa porta, a te solo era riservato l’ingresso. E adesso vado e la chiudo.»