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28 Dicembre 2019Dichiarazione di Piero Jahier non è solo un testo da leggere: è una presa di posizione, un atto d’amore, un grido gentile ma deciso.
✨ Analisi della poesia “Dichiarazione” di Piero Jahier
In qQuesta poesia è un inno civile e spirituale, una dichiarazione di appartenenza profonda al popolo italiano umile e non celebrato. Jahier rinuncia agli ideali eroici per abbracciare un’identità collettiva, fragile e quotidiana, fondata su una solidarietà viscerale con chi è ultimo.
🔍 Aspetti formali
- Struttura: 6 strofe di lunghezza irregolare, che suggeriscono una naturalezza colloquiale, quasi parlata.
- Figure retoriche:
- Anafore: “Altri morirà…” ripetuto all’inizio di diverse strofe, crea contrasto tra un eroismo convenzionale e la scelta del poeta.
- Allitterazioni e assonanze: rafforzano il tono ritmico, come in “miseria… guerra… rivoluzioni”.
- Rime sparse e consonanze: non strutturate secondo metrica tradizionale, ma funzionali a una musicalità sobria e profonda.
🧨 Temi principali
- Rifiuto dell’eroismo: Jahier respinge le motivazioni ufficiali della guerra—la gloria, le medaglie, la Storia d’Italia—per un’esperienza condivisa con il popolo affamato e inconsapevole.
- Il popolo come soggetto sacro:
- “popolo digiuno”, “illetterato”, “non guidato”, ma anche “sublime materia”: la contraddizione tra miseria e nobiltà è al centro della poetica.
- Viene mostrato nel suo vivere quotidiano, nei gesti piccoli e poveri, che diventano motivo di elevazione spirituale.
- La morte collettiva: il poeta non muore solo, ma “sempre accompagnato”, accettando il destino comune come gesto di fraternità.
- Rinascita finale: la chiusa è luminosa—“basterà un giorno di sole / e tutta Italia ricomincia a cantare”—simbolo di speranza oltre la morte.
✨ Stile e tono
- Il linguaggio è semplice ma intensamente evocativo.
- Lo stile richiama la Bibbia (come nelle sue opere precedenti) e si fonde con un tono confidenziale, quasi da diario.
- La voce di Jahier è quella di un uomo che non predica, ma dichiara con fermezza la propria alleanza con il “popolo non guidato”.
💡 Spunti di approfondimento
- Puoi confrontarla con Con me e con gli alpini, dove Jahier scrive dalla trincea e riafferma lo stesso legame.
- Interessante anche la relazione con la poesia civile di Fortini o con Rebora, per esplorare come il sentimento religioso e sociale si incarna diversamente.
Testo della poesia “Milano, agosto 1943” di Piero Jahier
Dichiarazione di Piero Jahier
Altri morirà per la Storia d’Italia volentieri
e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita.
Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno
che non sa perché va a morire
popolo che muore in guerra perché «mi vuol bene» 5
«per me» nei suoi sessanta uomini comandati
siccome è il giorno che tocca morire.
Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni
ma io per questo popolo illetterato
che non prepara guerra perché di miseria ha campato 10
la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni.
Altri morirà per la sua vita
ma io per questo popolo che fa i suoi figlioli
perché sotto coperte non si conosce miseria
popolo che accende il suo fuoco solo a mattina 15
popolo che di osteria fa scuola
popolo non guidato, sublime materia.
Altri morirà solo
ma io sempre accompagnato:
eccomi, come davo alla ruota la mia spalla facchina 20
e ora, invece, la vita.
Sotto ragazzi,
se non si muore
si riposerà allo spedale.
Ma se si dovesse morire 25
basterà un giorno di sole
e tutta Italia ricomincia a cantare.