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28 Dicembre 2019“Donna de paradiso” è una poesia scritta da Jacopone da Todi, un importante poeta e mistico italiano del XIII secolo. Questo componimento fa parte di una vasta raccolta di opere poetiche e spirituali scritte da Jacopone, le celebri “Laude”, canti religiosi composti in volgare umbro.
“Donna de paradiso” è un’ode alla Vergine Maria, comunemente conosciuta anche come “Stabat Mater Speciosa”. La poesia descrive la bellezza e la santità di Maria, esaltandola come la madre di Gesù Cristo e la Regina del paradiso. Jacopone esprime il suo profondo amore e devozione verso la Madonna attraverso immagini poetiche e descrizioni affettuose, celebrando la sua figura come un simbolo di grazia divina e misericordia.
La poesia è un esempio del fervore religioso e della sensibilità poetica di Jacopone da Todi, e ha contribuito a consolidare la sua reputazione come uno dei più grandi poeti mistici del medioevo italiano. La sua opera continua a essere ammirata e studiata per la sua profondità spirituale e la sua bellezza poetica.
Analisi dettagliata
La poesia “Donna de’ Paradiso” è una lauda scritta da Jacopone da Todi , frate francescano e poeta italiano del Duecento, noto per la sua intensa spiritualità e per l’uso innovativo della lingua volgare. Questo componimento appartiene alla tradizione dei lamenti mariani , che si concentrano sul dolore della Vergine Maria durante la passione e morte di Gesù.
Analisi generale
Struttura
- Il testo è organizzato in una serie di dialoghi tra la Madonna, un Nunzio e occasionalmente il Popolo o lo stesso Cristo .
- La struttura dialogica ricorda quella delle rappresentazioni sacre medievali , quasi una sorta di dramma liturgico in forma poetica.
- I versi sono brevi, disposti in strofe irregolari (generalmente terzine o quartine), con rime semplici e incatenate.
Tema centrale
Il tema principale è il dolore della Vergine durante l’annuncio e la visione della Passione del Figlio: arresto, flagellazione, condanna a morte, crocifissione. Si tratta di una meditazione intensamente emotiva e umana sulla sofferenza materna davanti al sacrificio divino.
Analisi dettagliata
1. L’annuncio del dolore (vv. 1–20)
- Il Nunzio entra improvvisamente con un messaggio sconvolgente: “Donna de Paradiso / lo tuo figliolo è priso”. È l’inizio della Passione.
- La Madonna risponde con stupore e incredulità: “Como essere porria / che non fece follia…” — espressione di fede nella giustizia e innocenza di Cristo.
- Il tradimento di Giuda viene subito evidenziato come causa dell’arresto: “Iuda sì ll’à venduto; / trenta denar’ n’à auto”.
Significato teologico : L’ingiustizia umana si contrappone all’innocenza divina.
2. Il processo e la condanna (vv. 21–35)
- Il Nunzio racconta l’evolversi degli eventi: Gesù è portato a Pilato e maltrattato.
- La Madonna intercede , invocando pietà e verità: “O Pilato, non fare / el figlio meo tormentare”.
- Compare il Popolo , che grida “Crucifige!” — simbolo della collettività umana che rifiuta Dio incarnato.
- La Madonna cerca di far riflettere i presenti, appellandosi alla loro coscienza: “Forse mo vo mutate / de que avete pensato”.
Contrasto drammatico : La ragionevolezza e compassione della Madonna contrastano con la violenza cieca del popolo.
3. La Crocifissione e il dolore materno (vv. 40–75)
- I momenti della crocifissione vengono descritti con estrema intensità emotiva.
- La Madonna chiama più volte Gesù con parole d’amore: “Figlio, amoroso giglio”, “Figlio occhi iocundi”.
- Si susseguono le immagini cruente: la croce, i chiodi, il sangue, la ferita nel fianco.
- Il linguaggio diventa sempre più doloroso e intimo: “tutto l’òn sdenodato”, “lassatelme vedere”.
Stile pietistico : Jacopone usa un linguaggio molto vicino alla sensibilità femminile e materna, accentuando l’umanità del dolore.
4. Il dialogo tra Gesù e Maria (vv. 85–115)
- Gesù rivolge alla madre parole di consolazione e missione: “Voglio che tu remagni, / che serve mei compagni”.
- Maria non comprende, anzi soffre ancora di più: “Figlio, questo non dire! / Voglio teco morire”.
- Gesù affida Maria a Giovanni: “Mamma col core afflitto, / entro ’n le man’ te metto / de Ioanni, meo eletto”.
Momento teologico : La figura di Maria passa da Madre biologica a Madre spirituale della Chiesa, affidata a Giovanni.
5. La morte di Gesù e il lamento finale (vv. 116–135)
- La morte di Cristo segna il culmine del dolore: “Figlio bianco e vermiglio…”, “figlio attossecato”.
- Maria si sente orfana, abbandonata, smarrita.
- Chiude con una richiesta estrema e struggente: “trovarse abraccecate / mat’e figlio impiccato” — desiderio di unirsi fisicamente al Figlio anche nella morte.
Estremo dolore mistico : La Vergine vive una vera e propria agonia spirituale, in cui la fede non cancella la sofferenza umana.
Caratteristiche linguistiche e stilistiche
- Uso ripetitivo : Le formule come “Figlio…” si ripetono ossessivamente, creando un effetto litanico e musicale.
- Linguaggio colloquiale e diretto : Jacopone scrive in un volgare umbro vivace, emozionale, capace di coinvolgere emotivamente.
- Immagini corporee e visive : Il corpo di Cristo è descritto nei minimi particolari cruenti — una scelta volta a provocare commozione e identificazione.
- Alternanza tra dialogo e monologo : Strumento drammaturgico efficace per costruire tensione emotiva.
Messaggio spirituale e morale
La lauda vuole:
- Far partecipare il lettore o l’ascoltatore al dolore della Croce , attraverso gli occhi di Maria.
- Mostrare la tensione tra fede e sofferenza , tra conoscenza della redenzione e dolore umano.
- Raffigurare Maria come modello di fede e di amore incondizionato , capace di stare accanto al Figlio fino alla fine.
Conclusione
“Donna de’ Paradiso” è una delle opere più toccanti della letteratura religiosa italiana. Con il suo linguaggio semplice ma potente, Jacopone riesce a rappresentare il dolore universale di ogni madre, trasfigurandolo in un mistero di fede e di salvezza. Un testo che unisce teologia, dramma e poesia , ancora oggi capace di commuovere profondamente.
Testo di “Donna de’ Paradiso”
(Lauda drammatica)
Nunzio:
1 «Donna de Paradiso,
2 lo tuo figliolo è priso
3 Iesù Cristo beato.
4 Accurre, donna e vide
5 che la gente l’allide;
6 credo che lo s’occide,
7 tanto l’hon flagellato»
Madonna:
8 «Como essere porria,
9 che non fece follia,
10 Cristo, la spene mia,
11 om l’avesse pigliato?»
Nunzio:
12 «Madonna, ello è traduto,
13 Iuda sì ll’à venduto;
14 trenta denar’ n’à auto,
15 fatto n’à gran mercato»
Madonna:
16 «Soccurri, Madalena,
17 ionta m’è adosso pena!
18 Cristo figlio se mena,
19 como è annunzïato»
Nunzio:
20 «Soccurre, donna, adiuta,
21 cà ’l tuo figlio se sputa
22 e la gente lo muta;
23 hanlo dato a Pilato»
Madonna:
24 «O Pilato, non fare
25 el figlio meo tormentare,
26 ch’eo te pòzzo mustrare
27 como a ttorto è accusato»
Popolo:
28 «Crucifige, crucifige!
29 Omo che se fa rege,
30 secondo nostra lege
31 contradice al senato»
Madonna:
32 «Prego che mm’entennate,
33 nel meo dolor pensate!
34 Forse mo vo mutate
35 de que avete pensato»
Popolo:
36 «Traiàn for li latruni,
37 che sian soi compagnuni;
38 de spine s’encoroni,
39 ché rege ss’è clamato!»
Madonna:
40 «O figlio, figlio, figlio,
41 figlio, amoroso giglio!
42 Figlio, chi dà consiglio
43 al cor me’ angustïato?
44 Figlio occhi iocundi,
45 figlio, co’ non respundi?
46 Figlio, perché t’ascundi
47 al petto o’ sì lattato?»
Nunzio:
48 «Madonna, ecco la croce,
49 che la gente l’aduce,
50 ove la vera luce
51 déi essere levato»
Madonna:
52 «O croce, e que farai?
53 El figlio meo torrai?
54 E que ci aponerai,
55 che no n’à en sé peccato?»
Nunzio:
56 «Soccurri, plena de doglia,
57 cà ’l tuo figliol se spoglia;
58 la gente par che voglia
59 che sia martirizzato»
Madonna:
60 «Se i tollit’el vestire,
61 lassatelme vedere,
62 com’en crudel firire
63 tutto l’ò ensanguenato»
Nunzio:
64 «Donna, la man li è presa,
65 en nella croc’è stesa;
66 con un bollon l’òn fesa,
67 tanto lo ’n cci òn ficcato.
68 L’altra mano se prende,
69 en nella croce se stende
70 e lo dolor s’accende,
71 ch’è plu multiplicato.
72 Donna, li pè se prènno
73 e clavellanse al lenno;
74 onne iontur’ aprenno,
75 tutto l’òn sdenodato»
Madonna:
76 «Et eo comenzo el corrotto;
77 figlio, lo meo deporto,
78 figlio, chi me tt’à morto,
79 figlio meo dilicato?
80 Meglio aviriano fatto
81 ch’el cor m’avesser tratto,
82 ch’ennella croce è tratto,
83 stace descilïato!»
Cristo:
84 «O mamma, o’ n’èi venuta?
85 Mortal me dà’ feruta,
86 cà ’l tuo plagner me stuta
87 ché ’l veio sì afferato»
Madonna:
88 «Figlio, ch’eo m’aio anvito,
89 figlio, pat’e mmarito!
90 figlio, chi tt’à firito?
91 figlio, chi tt’à spogliato?»
Cristo:
92 «Mamma, perché te lagni?
93 Voglio che tu remagni,
94 che serve mei compagni,
95 ch’êl mondo aio aquistato»
Madonna:
96 «Figlio, questo non dire!
97 Voglio teco morire,
98 non me voglio partire
99 fin che mo ’n m’esc’el fiato.
100 C’una aiàn sepultura,
101 figlio de mamma scura,
102 trovarse en afrantura
103 mat’e figlio affocato!»
Cristo:
104 «Mamma col core afflitto,
105 entro ’n le man’ te metto
106 de Ioanni, meo eletto;
107 sia to figlio appellato.
108 Ioanni, èsto mea mate:
109 tollila en caritate,
110 àginne pietate,
111 cà ’l core sì à furato»
Madonna:
112 «Figlio, l’alma t’è ’scita,
113 figlio de la smarrita,
114 figlio de la sparita,
115 figlio attossecato!
116 Figlio bianco e vermiglio,
117 figlio senza simiglio,
118 figlio e a ccui m’apiglio?
119 figlio, pur m’ài lassato!
120 Figlio bianco e biondo,
121 figlio volto iocondo,
122 figlio, perché t’à el mondo,
123 figlio, cusì sprezzato?
124 Figlio dolc’e piacente,
125 figlio de la dolente,
126 figlio àte la gente
127 mala mente trattato.
128 Ioanni, figlio novello,
129 morto s’è ’l tuo fratello.
130 Ora sento ’l coltello
131 che fo profitizzato.
132 Che morto ha figlio e mate
133 d’una morte afferrate,
134 trovarse abraccecate
135 mat’e figlio impiccato!»
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