
Il silenzio è importante e prezioso
15 Giugno 2025
I ricchi e i poveri di Gino Strada
15 Giugno 2025📘Attraverso la resilienza si compiono le più importanti scoperte scientifiche✨
TRACCIA
Prima prova scritta – Sessione ordinaria 2024 –Â Ministero dell’istruzione e del merito –ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE – PROVA DI ITALIANO
📚 TIPOLOGIA C – RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ
PROPOSTA C1
Testo tratto da: Rita Levi-Montalcini, Elogio dell’imperfezione, Baldini + Castoldi Plus, Milano, 2017, pag. 18.
«Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica, né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà : in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero.
Senza seguire un piano prestabilito, ma guidata di volta in volta dalle mie inclinazioni e dal caso, ho tentato […] di conciliare due aspirazioni inconciliabili, secondo il grande poeta Yeats: «Perfection of the life, or of the work». Così facendo, e secondo le sue predizioni, ho realizzato quella che si può definire «imperfection of the life and of the work». Il fatto che l’attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l’imperfezione nell’eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione.»
CONSEGNA
Nell’opera autobiografica da cui è tratto il testo proposto, Rita Levi-Montalcini (1909 – 2012), premio Nobel per la Medicina nel 1986, considera l’imperfezione come valore. A partire dal brano e traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze e dalle tue letture, rifletti su quale significato possa avere, nella società contemporanea, un ‘elogio dell’imperfezione’.
Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.
Durata massima della prova: 6 ore
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana
SVOLGIMENTO
L’Elogio dell’Imperfezione: Un Manifesto per l’Autenticità nell’Era della Perfezione Fittizia
Il testo di Rita Levi-Montalcini, tratto da Elogio dell’imperfezione, è una riflessione profonda che, partendo dall’ambito della ricerca scientifica, estende il valore dell’imperfezione alla vita stessa. La sua affermazione che “né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale”, e che invece contino “la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà ”, è un monito potente in una società ossessionata dalla performance e dall’immagine patinata. Ritengo che un “elogio dell’imperfezione” nella società contemporanea non sia solo auspicabile, ma assolutamente necessario, rappresentando un baluardo contro l’alienazione, un motore di autenticità e una via per la vera realizzazione personale.
La Tirannia della Perfezione e i Suoi Costi
Viviamo in un’era che sembra venerare la perfezione. I social media, con la loro vetrina di vite apparentemente impeccabili, corpi scolpiti, carriere fulminanti e relazioni idilliache, alimentano un senso di inadeguatezza costante. Ogni aspetto dell’esistenza è soggetto a una valutazione estetica e performativa. Dalle performance accademiche e lavorative alle relazioni personali, dalla cura del proprio aspetto fisico alla gestione del tempo libero, l’imperativo sembra essere l’eccellenza in ogni campo, il raggiungimento di un ideale spesso irrealistico. Questa pressione costante genera ansia, stress, insicurezza e, in molti casi, una paralisi derivante dalla paura di non essere all’altezza. Ho osservato tra i miei coetanei, e in me stesso, come la ricerca spasmodica del risultato perfetto, del voto massimo, dell’immagine impeccabile, possa trasformarsi in un fardello, togliendo gioia al processo di apprendimento o alla semplice esperienza. In questo contesto, l’imperfezione è vista come un fallimento, un difetto da nascondere o correggere, non come una parte integrante e, a volte, preziosa, della condizione umana.
L’Imperfezione come Motore di Dedizione e Crescita
Rita Levi-Montalcini, premio Nobel e scienziata di eccezionale acume, ci offre una prospettiva controintuitiva. La sua esperienza le insegna che nella ricerca scientifica, e per estensione nella vita, la “totale dedizione” e il coraggio di “chiudere gli occhi davanti alle difficoltà ” sono più importanti della mera intelligenza o dell’esecuzione esatta. Questo non significa propugnare la sciatteria o l’irresponsabilità , ma riconoscere che il percorso verso la scoperta o la realizzazione è spesso tortuoso, fatto di errori, tentativi falliti e ostacoli inattesi. La perfezione, in questo senso, può essere un miraggio paralizzante. È proprio la capacità di perseverare nonostante le imperfezioni del processo e le difficoltà che rende possibile affrontare problemi che “altri, più critici e più acuti, non affronterebbero”. La scienza stessa procede per tentativi ed errori, per ipotesi che vengono confutate, per esperimenti che non sempre riescono al primo colpo. L’imperfezione è quindi non un difetto da eliminare, ma una condizione intrinseca all’apprendimento e all’innovazione. La dedizione, la curiosità e la resilienza (come suggerito anche da Szymborska nel suo “non so”, vedi B3 Sessione straordinaria 2023) diventano le vere chiavi del successo e della “gioia” derivante dal proprio lavoro.
Il Valore Umanizzante dell’Imperfezione
L’elogio dell’imperfezione, nella società contemporanea, acquista un profondo valore umanizzante. Riconoscere la propria e altrui imperfezione significa:
- Autenticità : Permette di essere veri, di mostrarsi vulnerabili. In un mondo di maschere e finzioni (come le “maschere” pirandelliane, vedi A2 Sessione ordinaria 2024), l’imperfezione è sinonimo di autenticità , favorendo relazioni più genuine e profonde. Accettare i propri difetti e quelli altrui libera dalla pressione di un’immagine fittizia.
- Empatia e Connessione: Quando ci mostriamo imperfetti, diventiamo più riconoscibili e più empatici. L’errore, la fragilità , la difficoltà sono esperienze universali che ci connettono agli altri, creando ponti invece di muri di perfezione inaccessibile. La narrazione delle difficoltà , dei fallimenti, è spesso più formativa e ispiratrice di quella dei soli successi.
- Resilienza e Apprendimento: L’imperfezione è il punto di partenza per la crescita. Come ho sperimentato personalmente in alcuni momenti di difficoltà nello studio o nella pratica sportiva, sono stati proprio gli errori e le imperfezioni a spingermi a riflettere, a cambiare approccio, a imparare in modo più profondo. L’ossessione per la perfezione, al contrario, può generare frustrazione e abbandono al primo ostacolo. L’accettazione che non tutto può essere perfetto ci rende più resilienti di fronte alle inevitabili sfide della vita.
- Gioia e Soddisfazione Personale: Levi-Montalcini afferma che l’attività svolta in modo “così imperfetto” è stata per lei “fonte inesauribile di gioia”. Questo suggerisce che la soddisfazione non deriva dalla perfezione del risultato, ma dalla passione, dall’impegno e dal senso di avventura nel processo. È il piacere di fare, di esplorare, di dedicarsi con totalità , anche quando il percorso non è lineare o il risultato finale non è impeccabile.
L’Imperfezione tra Società e Individuo
Applicare l’elogio dell’imperfezione al contesto sociale significa promuovere una cultura meno giudicante e più inclusiva. Nel mondo del lavoro, significa valorizzare la creatività e l’iniziativa anche se non immediatamente perfette, e promuovere un ambiente che tolleri il “fallimento costruttivo” come parte del processo di innovazione. Nell’educazione, significa non solo valutare il prodotto finale, ma anche il processo di apprendimento, l’impegno, la curiosità e la capacità di affrontare le difficoltà , riconoscendo che l’ansia da prestazione può ostacolare la crescita (come evidenziato nel dibattito sulla Maturità , vedi B2 Sessione ordinaria 2023). A livello individuale, significa liberarsi dalla morsa dell’auto-critica e accettarsi con benevolenza, riconoscendo che la nostra “natura umana così imperfetta” è proprio ciò che ci rende unici e capaci di provare gioia autentica.
In conclusione, l’elogio dell’imperfezione di Rita Levi-Montalcini è un messaggio liberatorio e profondamente umano. In un’epoca che ci spinge verso un ideale irraggiungibile di perfezione, riscoprire il valore dell’imperfezione significa abbracciare la nostra autenticità , coltivare la resilienza, nutrire la dedizione e trovare una gioia più profonda nel processo della vita stessa. Non si tratta di accettare la mediocrità , ma di riconoscere che la vera grandezza, sia nella scienza che nell’esistenza, spesso nasce proprio dalla capacità di perseverare nonostante le nostre imperfezioni, trasformandole in un punto di forza e in una fonte inesauribile di significato.