Testo delle due quartine
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,
e ‘l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’ or ne son sì scarsi;
e ‘l viso di pietosi color’ farsi,
non so se e vero o falso, mi parea:
i’che l’ ésca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi?
Analisi delle due quartine
Aree semantiche: Euforica.
(parole chiave);
capei d’oro,
vago lume,
begli occhi,
Angelica forma.
Vivo sole.
Testo delle due terzine
Non era l’andar suo cosa mortale,
ma d’angelica forma; et le parole
sonavan altro, che pur voce humana.
Uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i’vidi: et se non fosse or tale,
piagha per allentar d’arco non sana.
Analisi delle due terzine
Aree semantiche: Disforica (prevale cioè la caduta di ogni illusione ed euforia);
ch’or ne son sì scarsi
pietosi color
ANALISI DEL TESTO
“L’aura”, (vv 1) è riconducibile al nome Laura e costituisce un senhal, una voce cifrata comprensibile solo al poeta e alla donna cui la poesia era destinata.
Temi fondamentali: la figura di Laura e l’innamoramento, rappresentati da versi stilnovistici.
Egli vive in un presente eterno: tempo e luogo dell’innamoramento si rinnovano attimo per attimo.
Importante è il tema della memoria: Petrarca rivisita gli stereotipi della poesia d’amore, arricchendoli con i propri problemi esistenziali.
In questa lirica Laura appare nella sua umanità: è una creatura viva.
Il sonetto presenta un percorso dal sensibile al terreno, dall’incorporeo al divino.
Il poeta, dopo la descrizione dei particolari fisici della donna, si sofferma sulle movenze divine, angelicate, che gli rubano il cuore.
Il discorso poetico è sostenuto da una figura retorica, l’iperbato, funzionale prima alla riflessione, poi alla lacerante tensione che tormenta il poeta.
Il discorso poetico è condotto all’imperfetto.
STILE
Stile è nominale; prevalenza delle forme sostantivali.
Sonetto composto da rime incrociate nelle quartine (ABBA/ABBA).