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Euridice di Roberto Vecchioni

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Pubblicato da Luigi Gaudio su 28 Dicembre 2019
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Tags
  • Luigi Gaudio
Euridice cover Roberto Vecchioni

“Euridice” di Roberto Vecchioni è una canzone intensa e malinconica, ispirata al mito di Orfeo ed Euridice.

Vecchioni rielabora la storia classica, conferendole una profondità emotiva e una riflessione sulla perdita e sul dolore.

Analisi del testo:

  • La paura della morte:
    • L’inizio della canzone esprime la paura di Orfeo di affrontare l’oltretomba, un luogo di oscurità e freddo.
    • “Morirò di paura a venire là in fondo / Maledetto padrone del tempo che fugge / Del buio e del freddo”.
  • Il ricordo di Euridice:
    • Il ricordo di Euridice è vivo e struggente. Vecchioni sottolinea la sua giovinezza e la sua vitalità, in contrasto con la morte.
    • “Ma lei aveva vent’anni e faceva l’amore / E nei campi di maggio, da quando è partita / Non cresce più un fiore”.
  • Il canto come espressione del dolore:
    • Il canto di Orfeo diventa un modo per esprimere il suo dolore e per celebrare la memoria di Euridice.
    • “E canterò, stasera canterò / Tutte le mie canzoni canterò / Con il cuore in gola canterò”.
  • La descrizione di Euridice:
    • Vecchioni descrive Euridice con immagini poetiche e suggestive, esaltando la sua bellezza e la sua grazia.
    • “E canterò la storia delle sue mani / Che erano passeri di mare / E gli occhi come incanti d’onde / Scivolanti ai bordi delle sere”.
  • La rabbia e la disperazione:
    • Il canto di Orfeo si trasforma in un grido di rabbia e disperazione contro la morte e l’ingiustizia.
    • “Gli uomini, segni dimenticati / Gli uomini, lacrime nella pioggia / Aggrappati alla vita che se ne va / Con tutto il furore dell’ultimo bacio / Nell’ultimo giorno dell’ultimo amore”.
  • La consapevolezza della perdita:
    • Orfeo, pur avendo superato le prove dell’oltretomba, è consapevole che Euridice è ormai perduta per sempre.
    • “Ma non avrò più la forza / Di portarla là fuori / Perché lei adesso è morta / E là fuori ci sono la luce e i colori”.
  • La scelta di voltarsi:
    • Il momento in cui Orfeo si volta è descritto con grande intensità emotiva. È una scelta dolorosa, ma inevitabile.
    • “E mi volterò perché l’ho visto il gelo / Che le ha preso la vita / E io, io adesso, nessun altro / Dico che è finita”.
  • La vita che continua:
    • Nonostante il dolore, Orfeo è consapevole che la vita deve continuare.
    • “E ragazze sognanti mi aspettano / A danzarmi il cuore / Perché tutto quello / Che si piange non è amore”.
  • L’addio definitivo:
    • La canzone si conclude con un addio definitivo a Euridice, un’accettazione della sua assenza.
    • “E mi volterò perché tu sfiorirai / Mi volterò perché tu sparirai / Mi volterò perché già non ci sei / E ti addormenterai per sempre”.

Significato della canzone:

“Euridice” è una riflessione profonda sulla perdita, sul dolore e sulla difficoltà di accettare la morte. Vecchioni utilizza il mito di Orfeo ed Euridice per esplorare temi universali come l’amore, la memoria e la resilienza. La canzone è un inno alla vita, nonostante le sue tragedie, e un tributo alla forza dell’amore.

Testo di “Euridice”, canzone di Roberto Vecchioni ‧ 1993
Morirò di paura a venire là in fondo
Maledetto padrone del tempo che fugge
Del buio e del freddo
Ma lei aveva vent’anni e faceva l’amore
E nei campi di maggio, da quando è partita
Non cresce più un fiore
E canterò, stasera canterò
Tutte le mie canzoni canterò
Con il cuore in gola canterò
E canterò la storia delle sue mani
Che erano passeri di mare
E gli occhi come incanti d’onde
Scivolanti ai bordi delle sere
E canterò le madri che accompagnano i figli
Verso i loro sogni
Per non vederli più, la sera
Sulle vele nere dei ritorni
E canterò, canterò finchè avrò fiato
Finchè avrò voce di dolcezza e rabbia
Gli uomini, segni dimenticati
Gli uomini, lacrime nella pioggia
Aggrappati alla vita che se ne va
Con tutto il furore dell’ultimo bacio
Nell’ultimo giorno dell’ultimo amore
E canterò finchè tu piangerai
Canterò finchè tu perderai
Canterò finchè tu scoppierai
E me la ridarai indietro
Ma non avrò più la forza
Di portarla là fuori
Perché lei adesso è morta
E là fuori ci sono la luce e i colori
Dopo aver vinto il cielo
E battuto l’inferno
Basterà che mi volti
E la lascio alla notte
La lascio all’inverno
E mi volterò (le carezze sue di ieri)
Mi volterò (non saranno mai più quelle)
Mi volterò (e nel mondo, su, là fuori)
Mi volterò (s’intravedono le stelle)
Mi volterò perché l’ho visto il gelo
Che le ha preso la vita
E io, io adesso, nessun altro
Dico che è finita
E ragazze sognanti mi aspettano
A danzarmi il cuore
Perché tutto quello
Che si piange non è amore
E mi volterò perché tu sfiorirai
Mi volterò perché tu sparirai
Mi volterò perché già non ci sei
E ti addormenterai per sempre

Audio Lezioni sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio

Ascolta “Letteratura del novecento” su Spreaker.

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