
Cola di Rienzo
28 Dicembre 2019
Le crociate
28 Dicembre 2019Il termine “dinastia sveva” si riferisce alla casata degli Hohenstaufen, una potente famiglia di duchi di Svevia che, a partire dal XII secolo, salì al trono del Sacro Romano Impero Germanico e del Regno di Sicilia.
La loro influenza fu immensa, soprattutto sotto figure come Federico I Barbarossa e il suo nipote Federico II. La fine di questa dinastia fu un processo complesso e drammatico, segnato da lotte sanguinose con il Papato e i Comuni italiani, e culminato con la morte degli ultimi eredi diretti.
Contesto: Lo Scontro tra Papato e Impero
La dinastia sveva, in particolare Federico II, perseguì il sogno di un impero universale che includesse sia la Germania che l’Italia, e in particolare il ricco Regno di Sicilia, ereditato dalla madre Costanza d’Altavilla. Questo progetto si scontrò violentemente con gli interessi del Papato, che vedeva nella consolidazione del potere imperiale in Italia una minaccia diretta alla propria indipendenza temporale e spirituale. La lunga lotta tra Guelfi (sostenitori del Papa) e Ghibellini (sostenitori dell’Imperatore) fu il teatro di questa contesa.
Le Fasi Finali della Dinastia Sveva
La fine della dinastia sveva non fu un evento singolo, ma una serie di sconfitte e tragedie che si consumarono tra la metà del XIII secolo.
1. La Morte di Federico II (1250): L’Inizio del Declino La morte di Federico II di Svevia nel 1250 fu il primo colpo fatale. Imperatore illuminato e poliedrico, ma anche autoritario e in perenne conflitto con il Papato, Federico II aveva dedicato gran parte delle sue energie al controllo dell’Italia. La sua scomparsa lasciò un vuoto di potere che i suoi eredi faticarono a colmare. Il suo progetto di unificazione dell’Impero in Italia si rivelò un fallimento, lasciando la Germania frammentata e i Comuni italiani sempre più autonomi e ostili al dominio imperiale.
2. Corrado IV (1250-1254): Un Regno Breve e Travagliato Il figlio legittimo ed erede di Federico II, Corrado IV, tentò di consolidare il potere paterno. Dovette affrontare la tenace opposizione del Papato, che non riconosceva la sua autorità sul Regno di Sicilia, e le ribellioni interne. Morì prematuramente nel 1254, lasciando un erede molto giovane, Corradino, e un regno instabile.
3. Manfredi (1258-1266): L’Ultimo Tentativo Ghibellino Dopo la morte di Corrado IV, il Regno di Sicilia cadde sotto la reggenza e poi la piena sovranità di Manfredi, figlio naturale di Federico II. Manfredi era un sovrano carismatico e un abile politico e militare, che riuscì a riportare ordine nel Regno di Sicilia e a rilanciare la causa ghibellina in Italia, estendendo la sua influenza su molti Comuni italiani. La sua ascesa e i suoi successi furono visti con estrema preoccupazione dal Papato, che lo scomunicò più volte, definendolo un “usurpatore” e “figlio della perdizione”.
- L’Intervento Papale e Carlo I d’Angiò: Determinati a estirpare la dinastia sveva dall’Italia e a porre fine alla minaccia ghibellina, i papi Urbano IV e poi Clemente IV intrapresero trattative per offrire la corona del Regno di Sicilia a un principe straniero. La scelta cadde su Carlo I d’Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo, ambizioso e spinto dal desiderio di creare una propria sfera di influenza nel Mediterraneo, accettò l’offerta papale.
- La Battaglia di Benevento (1266): Carlo d’Angiò scese in Italia con un potente esercito francese. Lo scontro decisivo avvenne il 26 febbraio 1266 nella Battaglia di Benevento. Manfredi, pur combattendo valorosamente e trovando una morte eroica in battaglia (come ricordato anche da Dante nella Divina Commedia), subì una rovinosa sconfitta. La sua morte segnò la fine del dominio svevo sul Regno di Sicilia e l’inizio della dinastia angioina nel Sud Italia.
4. Corradino di Svevia (1268): L’Ultimo Ghibellino L’ultima speranza della dinastia sveva e del partito ghibellino si concentrò su Corradino di Svevia (Corrado V di Hohenstaufen, per gli Svevi), il giovane figlio di Corrado IV. Appena sedicenne, Corradino decise di scendere in Italia nel 1268 per reclamare il suo legittimo regno. Fu accolto con entusiasmo dalle città ghibelline e da molti sostenitori della causa sveva.
- La Battaglia di Tagliacozzo (1268): L’esercito di Corradino si scontrò con le forze di Carlo d’Angiò il 23 agosto 1268 nella Battaglia di Tagliacozzo. Nonostante un iniziale successo, l’inesperienza di Corradino e una brillante tattica di Carlo d’Angiò (che, secondo le cronache, simulò una ritirata per poi colpire a sorpresa le truppe sveve che si credevano vittoriose e si erano date al saccheggio) portarono a una sconfitta schiacciante.
- La Cattura e l’Esecuzione: Corradino riuscì a fuggire dal campo di battaglia, ma fu tradito e catturato a Torre Astura (presso Nettuno) da Giovanni Frangipane, che lo consegnò a Carlo d’Angiò. Nonostante le suppliche e l’opposizione di molti che ritenevano sacra la vita di un sovrano, Carlo I d’Angiò, desideroso di eliminare ogni pretesa sveva sul Regno e di dare un esempio, fece condannare a morte Corradino. Il 29 ottobre 1268, il giovane Corradino fu decapitato a Napoli, in Piazza del Mercato.
Conseguenze della Fine della Dinastia Sveva
La fine della dinastia sveva ebbe ripercussioni profonde e durature sulla storia d’Italia e d’Europa:
- Fine del Sogno Imperiale Universale: La morte di Corradino pose fine al tentativo degli Hohenstaufen di creare un impero unificato che includesse l’Italia. Il concetto di Impero universale iniziò a perdere la sua centralità politica a favore delle emergenti monarchie nazionali.
- Affermazione degli Angioini nel Sud Italia: Il Regno di Sicilia passò saldamente sotto il controllo angioino (francese), ponendo le basi per un lungo periodo di dominazione straniera nel Sud Italia. Questo dominio angioino fu poi contestato dagli Aragonesi (Vespri Siciliani, 1282), portando alla divisione del Regno di Sicilia in due (Regno di Sicilia insulare aragonese e Regno di Napoli angioino).
- Indebolimento del Ghibellinismo: La sconfitta degli Svevi portò a un drastico ridimensionamento del partito ghibellino in Italia, sebbene esso continuasse a esistere in diverse città e a opporsi al potere papale e angioino.
- Rafforzamento del Papato: Il Papato ottenne una vittoria cruciale, eliminando la minaccia più pressante al suo potere temporale e alla sua influenza sull’Italia. Tuttavia, questa vittoria ebbe anche i suoi costi, portando a un maggiore coinvolgimento della Chiesa nelle dinamiche politiche europee e a una successiva crisi (come il Papato ad Avignone).
- Periodo dell’Interregno in Germania: La morte di Corradino e la mancanza di un successore forte portarono a un lungo periodo di interregno (1254-1273) nel Sacro Romano Impero, durante il quale l’autorità imperiale si indebolì drasticamente e i principi tedeschi consolidarono il proprio potere. L’elezione di Rodolfo I d’Asburgo nel 1273 segnò l’inizio della dinastia asburgica, che avrebbe spostato il centro di gravità dell’Impero verso l’Austria.
In sintesi, la fine della dinastia sveva fu un evento traumatico che segnò la conclusione di un’era e l’inizio di nuove configurazioni politiche in Italia e nel Sacro Romano Impero, caratterizzate da una maggiore frammentazione politica in Germania e da un’accresciuta influenza delle potenze straniere (Francia e Aragona) in Italia.