
Corpo-senza-l’anima di Italo Calvino
28 Dicembre 2019
La prima parte del canto quindicesimo del Paradiso vv. 1-30
28 Dicembre 2019Parafrasi, Analisi, Tematiche e Commento dei versi 31-148 del Canto XV del Paradiso di Dante Alighieri, uno dei momenti più intensi e ricchi di significato dell’intera Divina Commedia .
In questo canto, Dante incontra l’anima beata del suo trisavolo Cacciaguida , che diventa una guida spirituale e profetica. Attraverso il dialogo tra Dante e Cacciaguida, emergono temi fondamentali come la nostalgia per un passato ideale, la decadenza della società contemporanea, la predestinazione divina e il ruolo del poeta-profeta.
📜 Testo e Parafrasi dei versi 31-148 del Quindicesimo Canto del Paradiso di Dante Alighieri
Testo
Così quel lume: ond’ io m’attesi a lui; ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso Indi, a udire e a veder giocondo, né per elezïon mi si nascose, E quando l’arco de l’ardente affetto la prima cosa che per me s’intese, E seguì: «Grato e lontano digiuno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume Tu credi che a me tuo pensier mei e però ch’io mi sia e perch’ io paia Tu credi ’l vero; ché i minori e ’ grandi ma perché ’l sacro amore in che io veglio la voce tua sicura, balda e lieta Io mi volsi a Beatrice, e quella udio Poi cominciai così: «L’affetto e ’l senno, però che ’l sol che v’allumò e arse, Ma voglia e argomento ne’ mortali, ond’ io, che son mortal, mi sento in questa Ben supplico io a te, vivo topazio «O fronda mia in che io compiacemmi Poscia mi disse: «Quel da cui si dice mio figlio fu e tuo bisavol fue: Fiorenza dentro da la cerchia antica, Non avea catenella, non corona, Non faceva, nascendo, ancor paura Non avea case di famiglia vòte; Non era vinto ancora Montemalo Bellincion Berti vid’ io andar cinto e vidi quel d’i Nerli e quel del Vecchio Oh fortunate! ciascuna era certa L’una vegghiava a studio de la culla, l’altra, traendo a la rocca la chioma, Saria tenuta allor tal maraviglia A così riposato, a così bello Maria mi diè, chiamata in alte grida; Moronto fu mio frate ed Eliseo; Poi seguitai lo ’mperador Currado; Dietro li andai incontro a la nequizia Quivi fu’ io da quella gente turpa e venni dal martiro a questa pace». |
Parafrasi Il beato spirito parlò, e io rimasi in ascolto, Nei suoi occhi ardeva un tale sorriso Lo spirito riprese a parlare con gioia, Non per sua scelta si rese oscuro, Quando il suo ardente amore si sfogò «Benedetto tu sia, o Trinità, E continuò: «Con il tuo arrivo leggendo nel grande libro dell’eternità, Grazie a colei che ti ha reso So che pensi che il mio spirito perciò non mi chiedi E hai ragione: in questa vita beata, Ma, perché il sacro amore Mi voltai a Beatrice «La vostra uguaglianza perfetta Ma tra i mortali la volontà Ti prego, prezioso spirito Lo spirito rispose: «O mio germoglio, Poi proseguì: «Il tuo bisavolo è colui da cui discendi, Ora tocca a te, con le tue opere, Firenze, entro le sue antiche mura, Le case non erano vuote, non c’era lusso smodato. Io vidi Bellincion Berti con la cintura di cuoio e osso, Tutti sapevano dove sarebbero stati sepolti, Io nacqui in quella Firenze semplice e virtuosa, Seguii l’imperatore Corrado Combattendo contro chi usurpa la vostra giustizia, |
🔎 Analisi del testo
Struttura e metrica
- Terzine dantesche di endecasillabi a rima incatenata (ABA BCB CDC)
- Tono solenne, nostalgico e paterno.
Figure retoriche principali
- Similitudine iniziale: Dante paragona l’incontro a quello con una radice familiare.
- Personificazione: Firenze rappresentata come una donna pudica e modesta.
- Metafora: “Il sole che v’allumò e arse” rappresenta Dio che dona luce e amore ai beati.
- Anacronismo e nostalgia: rievocazione di una Firenze antica, pura e semplice.
- Prolessi: anticipazione della morte violenta di Cacciaguida.
🎭 Tematiche principali
🏠 Le origini familiari e la genealogia
- Dante incontra Cacciaguida, suo trisavolo, che rievoca le radici nobili e pure della famiglia.
🏰 Nostalgia per la Firenze antica
- Contrasto tra la Firenze sobria e virtuosa di un tempo e quella corrotta e lussuosa del presente.
⚔️ L’ideale cavalleresco e cristiano
- Cacciaguida si presenta come paladino della giustizia, che muore in battaglia contro gli infedeli.
☁️ Conoscenza divina e umana
- I beati leggono i pensieri nello specchio di Dio, ma Dante deve esprimere a voce i suoi desideri, in un dialogo tra sapienza divina e umana.
🖋 Commento
Questo canto è tra i più intensi e personali del Paradiso: Dante ritrova il trisavolo Cacciaguida, simbolo delle sue radici familiari e civiche.
La descrizione della Firenze antica è pervasa da nostalgia: una città modesta, onesta, unita da valori semplici, contrapposta alla decadenza morale della Firenze contemporanea.
La figura di Cacciaguida è esemplare: un uomo giusto, che abbraccia l’ideale cavalleresco e cristiano fino al martirio. Dante, attraverso il racconto del suo antenato, legittima il proprio esilio e la sua missione poetica.
L’incontro si svolge in un’atmosfera di serena solennità: l’amore paterno di Cacciaguida emerge nel suo orgoglio per Dante e nella volontà di prepararlo alla durezza dell’esilio che lo attende.
Infine, il canto celebra l’importanza della memoria e delle radici, come fondamento della costruzione dell’identità personale e come forza che sostiene anche nei momenti più duri.
📌 In sintesi:
Il Canto XV del Paradiso è un momento di grande intensità emotiva, in cui la memoria familiare e civica si intreccia con il destino personale di Dante, anticipando la sua missione di poeta e profeta. La rievocazione della Firenze antica diventa un manifesto morale e un atto d’amore verso la propria città, pur nella consapevolezza della sua decadenza.
Riflessione finale
I versi del Canto XV del Paradiso esplorano temi centrali come l’identità, la memoria storica e il destino individuale. Attraverso il dialogo con Cacciaguida, Dante riceve una guida spirituale e profetica che lo prepara alle prove future. Questo passaggio sottolinea l’importanza della fedeltà ai valori autentici e della fiducia nella giustizia divina, offrendo al lettore una visione profonda del significato del viaggio dantesco.
In sintesi ,il Canto XV del Paradiso rappresenta un momento cruciale nel viaggio di Dante, in cui egli riceve una rivelazione profonda sul suo destino e sul significato del suo esilio. Attraverso le parole di Cacciaguida, Dante è invitato a riflettere sulle sue radici, sulla decadenza della società contemporanea e sulla necessità di rimanere fedele ai propri ideali, nonostante le avversità. La profezia di Cacciaguida anticipa il ruolo di Dante come poeta-profeta, destinato a denunciare i mali del suo tempo e a celebrare la giustizia divina.