
Il gelsomino notturno di Pascoli
28 Dicembre 2019
Dante Paradiso XXXIII vv. 67-145
28 Dicembre 2019Gaio Aurelio Valerio Diocleziano emerge come una figura monumentale nella storia dell’Impero Romano, un uomo il cui regno segnò un punto di svolta cruciale tra l’antichità classica e il medioevo.
Gaio Aurelio Valerio Diocleziano (circa 244-311 d.C.) fu imperatore romano dal 284 al 305 d.C., noto soprattutto per aver riorganizzato profondamente l’Impero Romano e per aver introdotto un sistema di governo chiamato Tetrarchia, che suddivideva l’impero in quattro aree amministrate da altrettanti sovrani. Il suo regno segnò una svolta nella storia dell’Impero Romano, sia per la sua politica amministrativa e militare, sia per la sua repressione nei confronti del cristianesimo, culminata nella grande persecuzione dei cristiani.
La vita di Diocleziano
Diocleziano nacque con il nome di Diocle, in una famiglia di umili origini, nella regione della Dalmazia (l’attuale Croazia). Si arruolò nell’esercito romano, dove fece carriera fino a ottenere una posizione di rilievo tra le guardie imperiali sotto l’imperatore Numeriano. Quando Numeriano morì nel 284 d.C. in circostanze misteriose, Diocleziano fu proclamato imperatore dalle truppe. Egli si affermò rapidamente come leader risoluto, sconfiggendo anche il rivale Carino nella battaglia del Fiume Margus nel 285 d.C., consolidando così il suo potere su tutto l’Impero.
Le riforme di Diocleziano
Diocleziano è famoso per le sue riforme, che interessarono vari settori dello Stato romano, dall’organizzazione amministrativa al sistema fiscale, fino alle questioni religiose. Il suo obiettivo era consolidare il potere imperiale e rafforzare l’autorità centrale, in un periodo in cui l’Impero era afflitto da continue crisi interne e minacce esterne.
1. La Tetrarchia
La sua più grande innovazione fu la creazione della Tetrarchia (dal greco “governo di quattro”), un nuovo sistema di governo volto a risolvere il problema della gestione di un impero vasto e spesso minacciato da invasioni esterne e rivolte interne. Nel 293 d.C., Diocleziano suddivise l’Impero in quattro parti, ciascuna amministrata da un imperatore.
- Diocleziano assunse il titolo di Augusto d’Oriente e nominò Massimiano come suo collega Augusto d’Occidente.
- Due subordinati, chiamati Cesari, furono scelti per coadiuvare gli Augusti: Galerio nell’Est e Costanzo Cloro nell’Ovest.
Questo sistema, oltre a migliorare l’efficacia amministrativa, aveva lo scopo di prevenire usurpazioni e garantire una successione pacifica. Tuttavia, la Tetrarchia si rivelò un esperimento di breve durata: alla morte o all’abdicazione degli Augusti, i successori spesso si contendevano il potere, portando a nuovi conflitti.
2. Riforme economiche
Diocleziano affrontò la grave crisi economica che affliggeva l’impero con misure radicali, tra cui una riforma fiscale e una revisione del sistema monetario. L’inflazione, aggravata dalla svalutazione delle monete, era uno dei problemi più gravi. Per tentare di porvi rimedio, l’imperatore emanò nel 301 d.C. il celebre Editto sui prezzi massimi (Edictum de pretiis), con il quale cercava di stabilire un tetto massimo ai prezzi dei beni e dei servizi per arginare la speculazione. Questo editto non ebbe però l’effetto desiderato, essendo difficile da applicare e in molti casi ignorato.
Diocleziano introdusse inoltre una riforma fiscale che stabiliva tributi in base alla produttività della terra e alla popolazione, e cercò di stabilizzare la valuta introducendo nuove monete con contenuti d’argento e d’oro più stabili.
3. Riforme militari
Per fronteggiare le costanti minacce esterne (invasioni barbariche e conflitti con i Persiani), Diocleziano riorganizzò l’esercito, aumentando il numero delle truppe e stabilendo guarnigioni lungo le frontiere. Introdusse anche una distinzione tra truppe di frontiera, gli exercitus limitanei, e le truppe mobili, o comitatenses, che potevano essere rapidamente spostate per affrontare le emergenze interne o esterne.
4. Riforme amministrative
Dal punto di vista amministrativo, Diocleziano centralizzò il potere e suddivise l’impero in nuove province più piccole e facilmente governabili. Inoltre, le province furono raggruppate in diocesi, ciascuna governata da un vicario, e queste diocesi a loro volta erano suddivise in prefetture. Questo sistema gerarchico aveva lo scopo di migliorare la gestione burocratica e fiscale.
La persecuzione dei cristiani
Uno degli aspetti più controversi del regno di Diocleziano fu la sua politica religiosa, in particolare la sua repressione del cristianesimo. Nonostante inizialmente fosse tollerante verso i cristiani, negli ultimi anni del suo governo, sotto l’influenza del Cesare Galerio, Diocleziano avviò una serie di misure repressive che culminarono nella cosiddetta grande persecuzione, iniziata nel 303 d.C..
- Editto di persecuzione: Nel 303, Diocleziano emanò un editto che proibiva i culti cristiani, ordinava la distruzione delle chiese, la confisca delle proprietà dei cristiani e l’arresto del clero. Questa persecuzione fu una delle più dure mai scatenate contro i cristiani, anche se la sua applicazione variava molto da regione a regione dell’impero.
- L’obiettivo di Diocleziano era ripristinare la stabilità religiosa e politica attraverso un ritorno ai culti pagani tradizionali, ritenuti essenziali per mantenere la pax deorum (la pace con gli dèi). Tuttavia, la persecuzione non riuscì a distruggere il cristianesimo, che, anzi, ne uscì rafforzato.
L’abdicazione e la fine del regno
Nel 305 d.C., Diocleziano prese una decisione senza precedenti nella storia dell’Impero Romano: abdicò volontariamente al trono. Insieme a lui, anche Massimiano abdicò. Diocleziano si ritirò nella sua sontuosa villa a Spalato (l’attuale Split, in Croazia), dove visse gli ultimi anni della sua vita lontano dalla politica attiva.
La sua abdicazione aprì però la strada a una serie di conflitti per la successione tra i Cesari e altri pretendenti al trono, che culminarono in una serie di guerre civili. Questo periodo di instabilità durò fino all’ascesa di Costantino, che unificò nuovamente l’Impero e pose fine alla Tetrarchia.
La villa di Diocleziano a Spalato
Una delle testimonianze più significative del regno di Diocleziano è la sua villa a Spalato, un maestoso palazzo fortificato che oggi rappresenta uno dei più importanti monumenti archeologici della Croazia. Questa villa, costruita in riva al mare Adriatico, riflette la grandezza e la potenza del sovrano. È stata successivamente inglobata nella città di Spalato e rappresenta un sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Eredità
Diocleziano è ricordato come uno dei più grandi imperatori riformatori dell’Impero Romano. Le sue riforme amministrative, militari e fiscali furono fondamentali per stabilizzare un impero in crisi e per difenderlo dalle minacce esterne. Anche se la Tetrarchia non durò a lungo, segnò un tentativo significativo di governare un impero così vasto e complesso.
Il suo regno segnò anche un momento cruciale nella storia della religione in Occidente. La sua persecuzione dei cristiani, benché fallimentare, fu l’ultimo grande tentativo di soffocare il cristianesimo, che poco dopo, sotto Costantino, sarebbe diventato la religione dominante dell’Impero.
Sintesi e riflessione sulla vita e sul governo di Diocleziano
Nato da umili origini in Dalmazia intorno al 244 d.C., Diocleziano scalò i ranghi dell’esercito romano fino a diventare imperatore nel 284, in un periodo di profonda crisi e instabilità.
La sua ascesa al potere segnò l’inizio di un’era di riforme radicali che avrebbero plasmato l’impero per secoli a venire. Diocleziano comprese che l’immensa estensione dell’impero richiedeva un nuovo sistema di governo, più efficiente e capillare. La sua soluzione fu la creazione della tetrarchia, un sistema di governo condiviso tra quattro co-imperatori. Questa innovazione politica mirava a garantire una successione ordinata e a proteggere le vaste frontiere dell’impero da minacce esterne.
Ma l’impatto di Diocleziano andò ben oltre la sfera politica. Le sue riforme economiche furono altrettanto audaci e di vasta portata. In risposta all’inflazione galoppante che affliggeva l’impero, introdusse un nuovo sistema monetario e tentò di stabilire prezzi massimi per beni e servizi con il suo famoso Editto sui prezzi massimi. Sebbene quest’ultimo si rivelasse in gran parte inefficace, testimonia il suo approccio interventista all’economia, un precursore delle politiche economiche moderne.
La riorganizzazione amministrativa dell’impero fu un altro pilastro delle riforme di Diocleziano. Suddivise le province in unità più piccole e gestibili, creando una burocrazia più estesa e centralizzata. Questa nuova struttura amministrativa, sebbene costosa, gettò le basi per il funzionamento dell’impero nei secoli successivi e influenzò profondamente lo sviluppo delle strutture statali in Europa.
Tuttavia, il regno di Diocleziano è anche ricordato per le sue ombre. La sua persecuzione dei cristiani, iniziata nel 303 d.C., fu la più severa e sistematica nella storia romana. Questa politica, motivata dal desiderio di ripristinare l’unità religiosa tradizionale dell’impero, ebbe l’effetto opposto, rafforzando la determinazione della comunità cristiana e accelerando paradossalmente la sua diffusione.
L’eredità di Diocleziano è complessa e contraddittoria. Da un lato, le sue riforme preservarono l’impero in un momento di grave crisi, prolungandone l’esistenza per oltre un secolo. Dall’altro, il suo sistema di governo più autoritario e centralizzato segnò una rottura definitiva con le tradizioni repubblicane di Roma, trasformando l’imperatore in una figura quasi divina e distante.
L’abdicazione volontaria di Diocleziano nel 305 d.C. fu un atto senza precedenti nella storia romana. Ritiratosi nel suo palazzo a Spalato, trascorse gli ultimi anni coltivando cavoli, secondo la leggenda. Questa immagine dell’imperatore-giardiniere offre un contrasto affascinante con il potente riformatore che aveva rimodellato l’impero.
In conclusione, Diocleziano rimane una figura enigmatica e affascinante, un uomo che tentò di arrestare il declino di un impero millenario attraverso riforme radicali. Il suo regno segnò la fine definitiva del principato augusteo e l’inizio di una nuova era imperiale che avrebbe gettato le basi per il mondo medievale. La sua vita e le sue opere continuano a offrire spunti di riflessione sulla natura del potere, sul cambiamento sociale e sulle sfide del governo in tempi di crisi.
Conclusione
Gaio Aurelio Valerio Diocleziano fu un imperatore straordinario che, con le sue riforme e il suo stile di governo, cercò di dare nuova stabilità all’Impero Romano in un periodo di grande difficoltà. Sebbene la sua Tetrarchia non sopravvisse alla sua abdicazione, le sue riforme lasciarono un’impronta duratura sull’amministrazione imperiale e sulla storia successiva dell’Impero Romano.