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28 Dicembre 2019Testo e analisi della poesia Gira la trottola viva di Clemente Rebora
Introduzione
“Gira la trottola viva” è una delle liriche più significative di Clemente Rebora (1885-1957), poeta la cui opera è profondamente segnata da una ricerca esistenziale e spirituale, spesso espressa attraverso metafore dense e un linguaggio scarno ma incisivo. Questa poesia, con la sua immagine centrale della trottola, diventa un’allegoria della condizione umana, della sofferenza come motore di conoscenza e della tensione dell’anima verso una dimensione trascendente.
Testo della Poesia
Gira la trottola viva
sotto la sferza, mercé la sferza;
lasciata a sé giace priva,
stretta alla terra, odiando la terra;
fin che giace guarda il suolo; 5
ogni cosa è ferma,
e invidia il moto, insidia l’ignoto;
ma se poggia a un punto solo
mentre va s’impernia,
e scorge intorno vede d’intorno; 10
il cerchio massimo è in alto
se erige il capo, se regge il corpo;
nell’aria tersa è in risalto
se leva il corpo, se eleva il capo;
gira – e il mondo variopinto 15
fonde in sua bianchezza
tutti i contorni, tutti i colori;
gira, e il mondo disunito
fascia in sua purezza
con tutti i cuori per tutti i giorni; 20
vive la trottola e gira,
la sferza Iddio, la sferza è il tempo:
così la trottola aspira
dentro l’amore verso l’eterno. 24
Analisi del testo
La poesia si sviluppa in quattro strofe di lunghezza variabile, con un ritmo che mima il movimento della trottola, alternando momenti di stasi a vortici dinamici.
Strofa 1: La Trottola e la Sofferenza come Innesco (vv. 1-7) La lirica si apre con l’immagine della “trottola viva” che “Gira… sotto la sferza, mercé la sferza”. La trottola è immediatamente personificata (“viva”) e la sua azione di girare è direttamente collegata alla “sferza” (frusta), che è sia la causa del suo movimento che il mezzo attraverso cui esso avviene (“mercé la sferza”). Questo introduce il tema della sofferenza o della coercizione come condizione necessaria per l’attivazione della vita. Quando la trottola è “lasciata a sé”, essa “giace priva, / stretta alla terra, odiando la terra”. La stasi è associata alla privazione, all’immobilità e a un senso di avversione per la propria condizione terrena. In questo stato, “guarda il suolo” e “ogni cosa è ferma”, invidiando il movimento e temendo l’ignoto. Qui la trottola è metafora dell’anima umana che, senza uno stimolo esterno (la “sferza”), rimane inerte, prigioniera della materialità e della paura.
Strofa 2: Il Movimento e la Nuova Percezione (vv. 8-14) La svolta avviene quando la trottola “poggia a un punto solo / mentre va s’impernia”. Il movimento, pur essendo innescato dalla sferza, le permette di trovare un centro, di “imperniarsi” su se stessa. Questa stabilità dinamica le consente una nuova percezione: “e scorge intorno vede d’intorno”. Il mondo si rivela solo a chi è in movimento. La trottola, girando, si innalza: “il cerchio massimo è in alto / se erige il capo, se regge il corpo; / nell’aria tersa è in risalto / se leva il corpo, se eleva il capo”. Il movimento ascensionale è associato alla dignità (“erige il capo”), alla stabilità (“regge il corpo”) e alla visibilità (“è in risalto” nell'”aria tersa”). È un’immagine di elevazione spirituale e di chiarezza di visione che si ottiene solo attraverso l’azione e la sofferenza.
Strofa 3: La Purificazione e l’Unità (vv. 15-20) Il movimento vorticoso della trottola ha un effetto purificatore e unificante: “gira – e il mondo variopinto / fonde in sua bianchezza / tutti i contorni, tutti i colori”. Il caos e la molteplicità del mondo (“variopinto”, “tutti i contorni, tutti i colori”) si risolvono in una “bianchezza” e “purezza” che simboleggiano l’unità, la verità essenziale. La trottola, nel suo girare, non solo purifica la percezione, ma anche l’esistenza: “gira, e il mondo disunito / fascia in sua purezza / con tutti i cuori per tutti i giorni”. L’azione della trottola avvolge e unifica il “mondo disunito”, portando armonia e purezza non solo alla percezione, ma anche alla dimensione collettiva e temporale (“con tutti i cuori per tutti i giorni”).
Strofa 4: La Rivelazione e la Tensione Spirituale (vv. 21-24) La strofa finale svela esplicitamente il significato allegorico della poesia: “vive la trottola e gira, / la sferza Iddio, la sferza è il tempo”. La trottola è la vita stessa, o l’anima umana. La “sferza” che la mette in moto è identificata con due forze supreme: “Iddio” (Dio) e “il tempo”. La sofferenza e il passare del tempo sono strumenti divini che spingono l’uomo a vivere e a cercare un senso. La poesia si conclude con l’aspirazione ultima: “così la trottola aspira / dentro l’amore verso l’eterno”. Il movimento della trottola, guidato da Dio e dal tempo, non è fine a sé stesso, ma un’aspirazione continua verso l’amore e l’eternità, che sono la vera meta dell’esistenza.
Temi Principali:
- La Sofferenza come Catalizzatore: La “sferza” non è solo dolore, ma uno stimolo necessario che innesca la vita e la ricerca spirituale.
- Il Movimento e la Conoscenza: La vita autentica e la vera percezione del mondo si ottengono solo attraverso il dinamismo e la capacità di superare l’inerzia.
- La Ricerca di Senso e la Spiritualità: L’anima umana è in costante tensione verso l’alto, cercando un centro (“s’impernia”) e un fine trascendente (“verso l’eterno”).
- L’Unità e la Purezza: Il movimento purifica la percezione, trasformando la molteplicità e la disunione del mondo in una visione di unità e purezza.
- Il Ruolo di Dio e del Tempo: Dio e il tempo sono le forze che guidano l’esistenza, spingendo l’uomo verso la sua realizzazione spirituale.
Stile e Linguaggio: Rebora utilizza un linguaggio scarno, essenziale, ma denso di significato.
- Metafora Continuata: L’intera poesia è costruita sulla metafora della trottola, sviluppata in ogni sua parte.
- Anafore e Parallelismi: La ripetizione di strutture (“se erige il capo, se regge il corpo; / se leva il corpo, se eleva il capo”) e di parole chiave (“gira”, “sferza”) crea un ritmo ipnotico e rafforza il messaggio.
- Lessico Preciso: L’uso di termini come “sferza”, “impernia”, “tersa”, “variopinto” contribuisce alla precisione dell’immagine e del concetto.
- Sintassi Concisa: Le frasi sono brevi e incisive, con un’alta concentrazione di significato.
- Tono Meditativo e Allegorico: La poesia invita alla riflessione profonda, trasformando un oggetto comune in un simbolo universale della condizione umana.
Conclusione
“Gira la trottola viva” è una delle liriche più emblematiche di Clemente Rebora, che condensa in pochi versi una profonda visione filosofica e spirituale. La trottola, spinta dalla “sferza” (la sofferenza, Dio, il tempo), diventa l’allegoria dell’anima umana che, solo attraverso il movimento e la prova, riesce a trovare il proprio centro, a elevarsi e a purificare la propria percezione del mondo. La poesia è un inno alla tensione verso l’amore e l’eterno, suggerendo che la vera vita e la vera conoscenza si raggiungono solo quando ci si lascia guidare dalle forze superiori, trasformando il dolore in un veicolo di ascesa spirituale.