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28 Dicembre 2019Il bambino nel paese del sole. La storia vera di un ragazzo ebreo in fuga da Hitler nell’Italia di Mussolini è un commovente romanzo autobiografico di Eric Lamet, pubblicato nel 2011.
L’opera narra la vera storia dell’autore, un bambino ebreo in fuga dall’Austria nazista, che trova rifugio e inaspettata umanità in un piccolo paese del Sud Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Il libro è un’intensa testimonianza sulla resilienza dell’infanzia, sulla solidarietà umana e sulla capacità di superare l’odio, raccontata con la lucidità e la saggezza di chi ha vissuto quegli eventi e li ripercorre a distanza di decenni.
Riassunto del Romanzo
La storia inizia nel marzo 1938, quando le truppe naziste invadono l’Austria. Eric, un bambino ebreo polacco di otto anni residente a Vienna, e la sua famiglia sono costretti a una drammatica fuga, trovando rifugio in Italia. Tuttavia, il “Paese di Mussolini” non si rivela un porto sicuro: con la promulgazione delle leggi razziali e lo scoppio della guerra, la vita per Eric e sua madre Lotte diventa estremamente difficile.
Nel 1940, Eric e Lotte vengono inviati al confino a Ospedaletto d’Alpinolo, un piccolo paesino tra le montagne in provincia di Avellino. Questo luogo, apparentemente fuori dal mondo e fermo a un’epoca passata, diventa per il piccolo Eric un inaspettato “Paese del sole”. Lontano dagli scenari più cruenti della guerra, il bambino di città scopre un mondo rurale affascinante e incredibile. Vivere all’aria aperta, senza gli obblighi scolastici, gli appare quasi come una “favola avventurosa”.
Nonostante le privazioni e la condizione di confinati, Eric e sua madre Lotte riescono a conquistare a poco a poco l’affetto e la solidarietà della gente del posto. La madre si impegna a fondo affinché il figlio possa godere, nonostante tutto, della magia dell’infanzia. In questo ambiente inaspettato, i due fuggiaschi trovano una nuova forma di famiglia, con un “nuovo ‘marito e padre’, generoso e amorevole”, che offre loro protezione e affetto.
Tuttavia, la violenza del conflitto non risparmia le montagne di Ospedaletto, e il ragazzo è costretto a crescere in fretta, sperimentando l’odio e sentendo l’odore della morte. A guerra finita, Eric non sarà più lo stesso, ma il “Paese del sole”, il luogo che lo ha salvato da un destino ancora più tragico, rimarrà per sempre nel suo cuore.
L’autore, Eric Lamet, racconta questa sua storia vera all’età di ottantuno anni, dopo aver atteso sessant’anni per metterla per iscritto, spinto dal suggerimento di una signora e dal desiderio di lasciarla ai suoi figli. La narrazione è priva di rabbia o risentimento, riflettendo la sua filosofia di vita di preferire la positività e dimenticare le offese.
Analisi del Romanzo
Il bambino nel paese del sole è un’opera che si distingue per la sua capacità di affrontare la tragedia dell’Olocausto e della guerra da una prospettiva unica e con un tono di sorprendente resilienza e gratitudine.
- L’Infanzia Sospesa e la Scoperta del Mondo Rurale: Il punto di vista del bambino Eric è centrale. La guerra, la fuga e il confino sono vissuti con la percezione distorta e adattiva dell’infanzia. Ospedaletto, pur essendo un luogo di privazione e isolamento, diventa per lui un’oasi di libertà e scoperta, un “Paese del sole” in cui la natura e i ritmi lenti della vita rurale offrono un contrasto con l’orrore del mondo esterno. Questo sguardo innocente permette a Lamet di narrare eventi drammatici con una leggerezza che non ne sminuisce la gravità, ma ne esalta la capacità umana di trovare bellezza anche nelle difficoltà.
- La Solidarietà Umana Oltre le Barriere: Il romanzo celebra la straordinaria umanità e solidarietà della gente di Ospedaletto. Nonostante le leggi razziali e il contesto di guerra, gli abitanti del paesino accolgono e proteggono Eric e sua madre, offrendo loro affetto e un senso di appartenenza. Questa “umanità di un popolo che non li abbandonerà” è un potente messaggio di speranza e di resistenza all’odio, dimostrando come la bontà possa fiorire anche nei momenti più bui.
- La Resilienza e la Trasformazione del Trauma: Eric Lamet non nasconde le difficoltà e le privazioni, ma il tono generale del romanzo è di resilienza. L’autore, pur avendo sperimentato l’odio e la morte, ha scelto di non coltivare rabbia o risentimento. Questa capacità di “dimenticare le offese” e di “essere positivo” è il frutto di un lungo processo di elaborazione del trauma, che si traduce in una narrazione serena e riconoscente. Il libro è una testimonianza di come si possa “rimanere in pace con se stessi” nonostante le ferite del passato.
- La Memoria e la Gratitudine: L’atto stesso di scrivere il libro, a distanza di decenni, è un atto di memoria e di gratitudine. Lamet non solo vuole tramandare la sua storia ai figli, ma anche esprimere la sua riconoscenza verso l’Italia e in particolare verso Napoli (dove ha vissuto dopo la guerra) e Ospedaletto, luoghi che lo hanno accolto e salvato. Il “Paese del sole” rimane per sempre nel suo cuore, simbolo di un’esperienza formativa e salvifica.
- Il Contrasto tra Innocenza e Crescita Forzata: Il romanzo mostra come l’infanzia di Eric sia stata bruscamente interrotta dalla guerra. Il bambino è “costretto a crescere in fretta”, a sperimentare realtà adulte come l’odio e la morte. Tuttavia, questa crescita forzata non lo priva della capacità di apprezzare la bellezza e la bontà, forgiando un carattere forte e capace di perdono.
Stile e Linguaggio
Eric Lamet adotta uno stile narrativo diretto, intimo e privo di retorica, riflettendo la sua personalità e la sua filosofia di vita. La narrazione in prima persona permette al lettore di immergersi completamente nell’esperienza del bambino e poi dell’uomo che ripercorre i suoi ricordi. Il linguaggio è semplice e accessibile, ma efficace nel trasmettere emozioni complesse e nel dipingere vividamente i luoghi e i personaggi. L’ironia, menzionata nelle recensioni, contribuisce a bilanciare i momenti più drammatici, rendendo la lettura coinvolgente e profonda.
Conclusione
Il bambino nel paese del sole di Eric Lamet è un’opera di grande valore umano e storico. Non è solo la testimonianza di una fuga e di una sopravvivenza, ma un inno alla capacità dell’essere umano di trovare la luce anche nell’oscurità più profonda. Attraverso gli occhi di un bambino che cresce in un mondo in guerra, Lamet ci offre un messaggio potente sulla solidarietà, sulla resilienza e sull’importanza di coltivare la positività e il perdono, anche di fronte alle esperienze più traumatiche. Un libro che ricorda l’orrore della storia, ma celebra soprattutto la forza inesauribile della speranza e dell’umanità.