
Freud un viaggio attraverso le profondità della mente
17 Aprile 2025
La Pasqua è un passaggio
20 Aprile 2025Un sistema disorganizzato vanifica ogni valutazione
Il governo Meloni attribuisce grande centralità al “merito”, che, in ambito organizzativo, ha un significato preciso: garantire che ciascuno svolga una funzione corrispondente all’esperienza maturata. In altre parole: “L’uomo giusto al posto giusto” è la condizione essenziale per il buon funzionamento di qualsiasi organizzazione.
In questa prospettiva, il “posto” è la variabile indipendente, mentre l’“uomo” è quella dipendente: egli deve possedere le caratteristiche necessarie per un’interazione produttiva con il contesto.
Un quadro desolante emerge se si applica tale principio alla scuola.
Il “posto”
- Nel 2003, il legislatore ha definito l’istituzione scolastica come “Sistema educativo di istruzione e formazione”, una denominazione che ne chiariva l’orientamento: “Promuovere la piena formazione della personalità degli alunni”.
- Nel 2015, il Parlamento ha invertito la rotta: la nuova titolazione è “Sistema nazionale di istruzione e formazione”. L’accantonamento della finalità educativa trova la sua giustificazione nel paragrafo 7 della legge, dove la definizione degli “aspetti formativi ritenuti prioritari” contiene gravi errori concettuali, legati alla mancata distinzione tra fini e mezzi.
Il nuovo orientamento, inoltre, confligge con l’assetto normativo generale, rivoluzionato nel 1974 dall’applicazione della teoria generale dei sistemi, fondamento della cultura contemporanea.
L’ “uomo”
- Il ministro Giuseppe Valditara ha abbracciato acriticamente l’impostazione del 2015 nella quale la visione sistemica dell’istruzione è assente e gli insegnamenti sono compartimentati, frammentati, parcellizzati.
L’inadeguatezza dell’organizzazione scolastica rende vana ogni invocazione al merito. Se il “posto”, ossia il sistema, è stato strutturato male, nessun “uomo”, per quanto preparato, potrà produrre risultati efficaci. La scuola, oggi, è un corpo senza orientamento: si muove per inerzia, con organi scollegati e obiettivi confusi.
La saggezza latina illumina la scena: a capite foetet piscis, è dalla testa del pesce che bisogna ripartire, per riconoscere l’origine del fetore.
Per restituire senso al merito, occorre riorganizzare la scuola attorno alla progettualità formativa, educativa e dell’istruzione, prescritte nel 1999 dalle disposizioni sull’autonomia scolastica.