
Impariamo a usare il vocabolario di latino
28 Dicembre 2019
Frase passiva in latino
28 Dicembre 2019Un saluto riconoscente a Don Savino. di don Luigi Caldera
Lunedì mattina, era l’8 febbraio, ho annunciato all’inizio della Messa la morte di Don Savino e ho celebrato per lui. Poi mi è stato chiesto perché ero così commosso: questa volta è troppo facile rispondere alla domanda. Parto prima da un motivo generale: non è la prima volta che mi sorprendo a piangere per la morte di un prete e questo, oltre all’essere un segnale che divento vecchio e fragile, dice che i preti fanno proprio parte della mia famiglia. Ma poi i motivi sono anche specifici: l’ho saputo pochi minuti prima di uscire di casa per celebrare, condividiamo lo stesso campo di lavoro (lui ha arato, io raccolgo i frutti), il tipo di malattia me l’ha fatto sentire molto vicino alla mai esperienza.
Quando Don Savino è arrivato a Corsico più d’uno mi ha messo in guardia, dicendomi che quelli di CL avrebbero cominciato ad andare a Messa da lui: essendo (l’ho già detto) abbastanza vecchio, ho risposto che la vita è una cosa un po’ più complessa di uno schema e che non sarebbe stato un problema. Poi al primo incontro di decanato, ho fatto una battuta che Don Savino ha preso come una cosa seria (non ricordo neppure su che cosa) e mi ha risposto a muso duro. Dopo qualche giorno gli ho telefonato e mi ha detto che i suoi amici parlavano bene di me (bontà loro!) e lo screzio si è chiuso.
Poi è arrivato il tumore. Forte della mia doppia esperienza sull’argomento, ho cercato di aiutarlo raccontandogli la mia storia, andando a trovarlo a Niguarda. Quando venne il Cardinale Angelo Scola al teatro Verdi di Corsico, mi disse: “Tu che ci sei passato, stagli vicino”, e a quel punto è diventata una piccola missione che ha fatto crescere la nostra conoscenza e la nostra amicizia attraverso telefonate e incontri.
Sono molto contento in questi giorni di sentire persone con storie diverse alle spalle raccontare quanto hanno vissuto con Don Savino e ricevuto da lui. Ci resta l’immagine di un prete che avrà pur avuto i suoi difetti (alzi la mano chi non ne ha!), ma totalmente innamorato di Cristo e del compito a lui affidato, per nulla piegato dalla sofferenza e dal dolore, perché capace di progettare guardando al futuro fino alla fine, lottatore indomito e vincitore sulla morte, perché entrato subito nella resurrezione di Cristo.
Ciao, Don Savino, prega per noi e aspettaci; arriviamo.
Don Luigi Caldera, (In Cammino, 2016)