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Il ragazzo della via Gluck di Adriano Celentano (1966)

Abbronzatissima cover
Abbronzatissima di Edoardo Vianello (1963)
28 Dicembre 2019
Libri-di-testo
11 Area 3 Test dal 311 al 490 Prova preselettiva Concorso Dirigenti Scolatici 2018
28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019
Pubblicato da Luigi Gaudio su 28 Dicembre 2019
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  • Luigi Gaudio
Il ragazzo della via Gluck

Analisi del testo “Il ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano (1966)

1. Contesto e tema centrale

Il brano, scritto nel 1966, è una riflessione sull’urbanizzazione selvaggia e sulla perdita delle radici. Attraverso la storia di un ragazzo che lascia la campagna per la città, Celentano critica il progresso che distrugge la natura e i legami umani.


2. Struttura e contenuto

  • Prima strofa: Presentazione del protagonista, nato per caso in una casa tranquilla fuori città.
    “Questa è la storia / Di uno di noi / Anche lui nato per caso in via Gluck”

    • Immagine iniziale: Contrasto tra l’erba e la città che avanza (“Là dove c’era l’erba ora c’è / Una città”).

  • Seconda strofa: Il ragazzo decide di trasferirsi in città, ma con tristezza.
    “Io gli domando amico / Non sei contento? / Vai finalmente a stare in città”

    • Dialogo: L’amico rimasto critica la scelta (“Mentre là in centro io respiro il cemento”).

  • Terza strofa: Dopo anni, il protagonista torna ricco ma trova tutto cambiato.
    “Ora coi soldi lui può comperarla / Torna e non trova gli amici che aveva”

    • Amarezza: La casa è ormai circondata da cemento (“Solo case su case / Catrame e cemento”).

  • Ritornello e finale: Protesta contro l’urbanizzazione.
    “Non lasciano l’erba / Eh no / Se andiamo avanti così, chissà / Come si farà”


3. Temi principali

  1. Progresso vs. Natura:

    • La città sostituisce gli spazi verdi (“catrame e cemento”).

    • Critica alla speculazione edilizia (attualissima negli anni ’60).

  2. Nostalgia e perdita:

    • Il protagonista perde la sua casa simbolica e gli amici.

    • Il treno che fischia (“Uah, uah”) è un ricordo infantile che torna come eco del passato.

  3. Contrasto città/campagna:

    • Città = cemento, solitudine.

    • Campagna = erba, amicizie autentiche.


4. Tecniche stilistiche

  • Linguaggio semplice e diretto:
    Celentano usa un italiano colloquiale, con espressioni tipiche degli anni ’60 (“Mio caro amico”, “Eh no”).

  • Ripetizioni:
    “Non lasciano l’erba” (ritornello ossessivo, come un grido di protesta).

  • Metafore:

    • “Respiro il cemento” → vita artificiale in città.

    • “Il mio cuore” lasciato sulla strada → legame emotivo con le origini.

  • Dialogo drammatizzato:
    La conversazione tra i due amici rende il testo più vivo e personale.


5. Significato sociale

  • Anni ’60 in Italia: Boom economico, migrazione dalle campagne alle città, cementificazione.

  • Critica ambientalista ante litteram: Celentano anticipa temi ecologisti (oggi centrali).

  • Riflessione sull’identità: Il protagonista, pur arricchito, è sradicato e infelice.


6. Confronto con altri testi

  • “La casa in riva al mare” (Battisti): stessa nostalgia per i luoghi perduti.

  • “Via del Campo” (De André): ritratto di una strada e dei suoi abitanti.


7. Curiosità

  • Via Gluck: Una strada reale a Milano, ma Celentano la usa come simbolo universale.

  • Successo: Il brano fu un hit e resta una delle canzoni più celebri di Celentano.


Perché è ancora attuale?

  • Oggi si parla di riqualificazione urbana e verde pubblico (temi già presenti nel testo).

  • Il conflitto tra progresso e benessere è più vivo che mai.

Versione moderna? Sarebbe una canzone sulle periferie dormitorio o sullo spopolamento dei borghi.


Testo della canzone Il ragazzo della via Gluck – Adriano Celentano ‧ 1966

Questa è la storia
Di uno di noi
Anche lui nato per caso in via Gluck
In una casa, fuori città
Gente tranquilla, che lavorava
Là dove c’era l’erba ora c’è
Una città
E quella casa in mezzo al verde ormai
Dove sarà
Questo ragazzo della via Gluck
Si divertiva a giocare con me
Ma un giorno disse
Vado in città
E lo diceva mentre piangeva
Io gli domando amico
Non sei contento
Vai finalmente a stare in città
Là troverai le cose che non hai avuto qui
Potrai lavarti in casa senza andar
Giù nel cortile
Mio caro amico, disse
Qui sono nato
In questa strada
Ora lascio il mio cuore
Ma come fai a non capire
È una fortuna, per voi che restate
A piedi nudi a giocare nei prati
Mentre là in centro io respiro il cemento
Ma verrà un giorno che ritornerò
Ancora qui
E sentirò l’amico treno
Che fischia così
“Uah, uah”
Passano gli anni
Ma otto son lunghi
Però quel ragazzo ne ha fatta di strada
Ma non si scorda la sua prima casa
Ora coi soldi lui può comperarla
Torna e non trova gli amici che aveva
Solo case su case
Catrame e cemento
Là dove c’era l’erba ora c’è
Una città, ah
E quella casa in mezzo al verde ormai
Dove sarà, ah
Non so, non so
Perché continuano
A costruire, le case
E non lasciano l’erba
Non lasciano l’erba
Non lasciano l’erba
Non lasciano l’erba
Eh no
Se andiamo avanti così, chissà
Come si farà
Chissà
Chissà
Come si farà

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