
Guerre contro i Sanniti e contro Pirro
28 Dicembre 2019
Notturno cileno di Roberto Bolano
28 Dicembre 2019Il Segreto del Talamo: Odissea, XXIII, vv. 163-189
Dopo vent’anni di assenza, il ritorno di Odisseo a Itaca è stato un lungo percorso di travaglio e riconoscimenti graduali. Ha svelato la sua identità a Telemaco, ha sterminato i Proci, ma deve ancora affrontare la prova più difficile: farsi riconoscere da Penelope, la moglie fedele che lo ha atteso per tutti quegli anni con una prudenza e una diffidenza ormai consolidate. È in questo contesto, nel XXIII libro dell’Odissea, che si svolge la scena cruciale del “segreto del talamo”, un momento di anagnorisis (riconoscimento) che va oltre il semplice aspetto fisico.
1. Il Contesto: La Diffidenza di Penelope
Odisseo, pur ripulito e ringiovanito da Atena, si trova di fronte a una Penelope scettica. Anni di inganni, falsi messaggeri e l’assenza prolungata le hanno insegnato a diffidare. Non si fida di apparizioni, né di sole parole. Per lei, il riconoscimento deve avvenire attraverso una prova intima, qualcosa che solo il vero Odisseo potrebbe conoscere.
2. Il Testo Chiave: La Prova del Letto Inamovibile
Penelope decide di sottoporre Odisseo a una prova apparentemente semplice, ma in realtà profondamente significativa. Chiede alla nutrice Euriclea di spostare il letto nuziale dal talamo, la stanza più interna e privata della casa.
Ecco il passo (Odissea, XXIII, vv. 163-189):
Odisseo aveva parlato. Ma il cuore di Penelope, il suo animo, era ancora incerto; rimaneva seduta in silenzio, fissandolo a lungo. Ora lo guardava in volto, ora era velato dai cenci. Ed Odisseo allora si stizzì e disse a Telemaco:
«Telemaco, tua madre non vuole riconoscermi, neppure dopo aver visto me stesso. Ma va’, Telemaco, pensiamo ora alla strage dei Proci. Che nessuno lo sappia: chiusa è la casa. Ma non ci sarà più il tuo letto, come allora, perché io stesso lo feci e lo so bene; l’ho lavorato io, ed è unico.»
Penelope astuta allora disse a Odisseo:
«Strano uomo, non sono né alterigia né disprezzo, né stupore eccessivo a trattenere la mia fede, ma conosco bene quale eri quando partivi da Itaca sulla nave dai lunghi remi. Via, Euriclea, il letto robusto, che è nel talamo da lui costruito, portalo fuori per lui; e coprilo con pelli, porpora e tappeti.»
Disse così, per metterlo alla prova; ma Odisseo allora si sdegnò, e disse al suo fedele servo:
«Donna, che parola amara hai detto! Chi ha spostato il mio letto? Nessuno lo avrebbe fatto tra i mortali, neppure in piena forza, se non per uno sforzo divino, poiché è un letto ben costruito. Poiché io l’ho fatto, e non altri. C’era un ceppo d’olivo, robusto, che cresceva nel cortile, dal tronco grosso e ben ramificato. E intorno ad esso ho costruito il talamo, con pietre fitte, fino a farlo come si deve. Poi ho tagliato il fusto dell’olivo, l’ho scavato con un trapano, l’ho levigato bene, l’ho reso liscio e tondo. E ne ho fatto una gamba del letto. E sopra, con chiodi d’oro e d’argento, l’ho incrostato, l’ho decorato, l’ho intagliato con cinghie di cuoio di bue, e l’ho coperto con pelli e con tela. Questo è il mio segreto: ti ho detto la prova, ti ho dato il segno, nessuno lo conosce tranne noi due, e la serva Attica, la tua nutrice, che ci guardò quando lo feci.»
3. Il Segreto Rivelato e il Riconoscimento
La reazione di Odisseo alla richiesta di Penelope è immediata e sdegnata: il letto non può essere spostato! Solo a quel punto, con rabbia crescente, rivela il segreto della sua costruzione: una delle gambe del letto è in realtà il tronco vivo di un albero d’olivo, ancora radicato al terreno. Intorno a questo tronco, Odisseo aveva costruito la sua camera nuziale, e poi il letto stesso, intagliando e decorando il legno.
Odisseo e Penelope si riconoscono, un momento di intensa emozione.
Questa è la prova definitiva per Penelope. Il dettaglio intimo e inconfutabile, conosciuto solo da loro due (e dalla fedele Euriclea, che in realtà non ha partecipato alla costruzione ma ne è a conoscenza indiretta), sgombra ogni dubbio. Le ginocchia di Penelope cedono e lei corre ad abbracciare il marito, versando lacrime di gioia dopo anni di attesa e incertezza.
Disse così; e a lei le ginocchia e il cuore le si sciolsero, quando riconobbe il segno sicuro che Odisseo aveva detto. E piangendo, corse dritta verso di lui, gettò le braccia al collo di Odisseo, e lo baciò in testa, in fronte, sugli occhi lucenti.
4. Significato del “Segreto del Talamo”
Il letto nuziale non è un semplice mobile, ma un potentissimo simbolo nel poema:
- Fedeltà Coniugale: La sua immobilità e la sua unicità rappresentano la fedeltà e la stabilità del legame tra Odisseo e Penelope, un’unione che ha resistito al tempo, alle tentazioni e alla lontananza.
- Identità e Radici: Essendo costruito attorno a un albero vivo, il letto simboleggia le radici profonde di Odisseo nella sua terra, Itaca, e la sua vera identità come padrone di casa e sposo. Il letto è immutabile come la sua identità.
- Intimità e Verità: Il segreto del talamo è una prova che va oltre l’aspetto esteriore o le parole. È una conoscenza profonda e condivisa, un simbolo dell’intimità e della verità che solo il vero Odisseo poteva possedere.
- Anagnorisis (Riconoscimento): Questo è l’atto finale del riconoscimento nell’Odissea. Non avviene per un segno fisico (come la cicatrice al piede riconosciuta da Euriclea), ma per una conoscenza condivisa e intima, che ristabilisce non solo l’identità di Odisseo ma anche l’ordine del suo regno e della sua famiglia.
- Chiusura del Viaggio: Con il riconoscimento da parte di Penelope, il lungo e periglioso viaggio di Odisseo si conclude veramente. Il suo ritorno a casa è ora completo, sia fisicamente che emotivamente.
Un’illustrazione del letto nuziale di Odisseo e Penelope, il cui segreto è la chiave del loro riconoscimento, tratta da un un film dell’Odissea
Il “segreto del talamo” è un capolavoro narrativo che concentra in pochi versi tutta la tensione, l’attesa e la gioia di un amore che supera le avversità. È un momento di grande umanità e poesia, che suggella il legame indissolubile tra l’eroe e la sua regina, ristabilendo l’ordine dopo anni di caos e sofferenza.
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