
L’Ortis in mezz’ora
28 Dicembre 2019
Palazzo Medici-Riccardi
28 Dicembre 2019“In morte del fratello Giovanni” è uno dei sonetti più celebri di Ugo Foscolo, scritto in occasione della morte del fratello minore, Giovanni, avvenuta nel 1801.
Questo sonetto riflette il profondo dolore di Foscolo per la perdita di un caro familiare e al tempo stesso esprime il senso di solitudine e desolazione che caratterizza gran parte della sua opera. Il sonetto è un esempio perfetto della poetica foscoliana, che unisce la riflessione personale a temi universali come la morte, il dolore e la memoria.
Testo del Sonetto
Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto. 4
La madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se da lunge i miei tetti saluto, 8
sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch’io nel tuo porto quiete. 11
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l’ossa mie rendete
allora al petto della madre mesta. 14
Analisi del Sonetto
1. Il tema dell’esilio: Il sonetto si apre con un’immagine di fuga continua, “fuggendo di gente in gente”, che riflette la condizione di esule di Foscolo, sempre lontano dalla sua patria e dai suoi affetti. Il poeta immagina un giorno in cui, cessato questo vagare, potrà finalmente sedersi sulla tomba del fratello, piangendo la perdita dei suoi “gentili anni”, cioè della sua giovinezza prematuramente spezzata.
2. Il dolore della madre: Un’altra figura centrale nel sonetto è la madre di Foscolo, che vive ormai solo nel ricordo dei figli lontani o perduti. La madre, “traendo” il suo “dì tardo”, parla del poeta con le ceneri mute del fratello, simbolo del dolore silenzioso e incolmabile della perdita. Questo legame con la madre sottolinea il senso di colpa e la sofferenza di Foscolo per non poterle essere vicino, condividendo il suo dolore.
3. La ricerca della pace: Foscolo rivela il suo desiderio di pace, simboleggiata dal “porto quiete” in cui il fratello ha trovato riposo. Questo porto rappresenta la morte, vista non solo come fine della sofferenza, ma anche come un ritorno alla serenità e al calore familiare. Il poeta, tuttavia, si sente ancora lontano da questa pace, tormentato dalle “avversi numi” e dalle “secrete cure”, ovvero dalle difficoltà e dai dolori che hanno segnato la sua vita.
4. Il tema della speranza delusa: Nel verso “Questo di tanta speme oggi mi resta!”, Foscolo esprime il senso di disillusione e di amarezza che lo accompagna. Le grandi speranze e i sogni di giovinezza si sono ridotti alla semplice speranza di un giorno poter riposare accanto al fratello e alla madre. La parola “resta” indica un residuo, ciò che rimane dopo che tutto il resto è andato perduto.
5. Il desiderio di sepoltura in patria: L’ultimo terzetto del sonetto è un’accorata richiesta alle “straniere genti” affinché, alla sua morte, le sue ossa possano essere restituite alla madre, affinché anche lui possa riposare accanto ai suoi cari. Questo desiderio di essere sepolto in patria è profondamente legato al tema della memoria e della continuità affettiva, tipico della poetica foscoliana, come già espresso nel carme “Dei Sepolcri”.
Commento
“In morte del fratello Giovanni” è un sonetto che fonde il dolore personale di Foscolo per la perdita del fratello con temi di più ampio respiro, come l’esilio, la ricerca della pace, la disillusione e il desiderio di una sepoltura in patria. Il sonetto si caratterizza per un tono elegiaco, carico di malinconia e di riflessione sulla fragilità della vita umana.
Foscolo, che ha sempre vissuto intensamente il suo ruolo di poeta esiliato e di uomo in perenne conflitto con il destino, trova in questo sonetto un momento di raccoglimento intimo, dove la sua sofferenza si esprime con una semplicità e una sincerità che colpiscono profondamente. Il legame con il fratello e con la madre rappresenta una sorta di ancoraggio affettivo in un mondo altrimenti dominato dalla solitudine e dalla disillusione.
Il desiderio finale di una sepoltura accanto ai propri cari non è solo un tema personale, ma assume una valenza universale, richiamando il bisogno umano di trovare, nella morte, una continuità con le proprie radici e con coloro che si sono amati. In questo senso, il sonetto rappresenta una delle vette della poesia foscoliana, in cui la dimensione autobiografica si intreccia con riflessioni di portata più ampia.