
I bambini e le donne nel romanzo Cio’ che inferno non e’ di Alessandro…
28 Dicembre 2019
Le proposizioni comparative e comparative ipotetiche
28 Dicembre 2019Testo e analisi di Inferno e Paradiso Eugenio Montale, due terzine da Satura, Xenia II
Le due terzine proposte, tratte da Xenia II, sezioni 6 e 8, della raccolta Satura (1971) di Eugenio Montale, sono un esempio emblematico della sua poesia della maturità. In Satura, e in particolare negli Xenia (dedicati alla moglie Drusilla Tanzi, “Mosca”), Montale abbandona l’ermetismo delle raccolte precedenti per adottare un tono più colloquiale, ironico, disincantato e spesso prosastico. Queste due brevi poesie riflettono con amara lucidità la sua visione dell’esistenza, del dolore e dell’aldilà.
Testo delle Terzine
Inferno e Paradiso due poesie di Montale
due terzine da Satura, Xenia II, 6 e 8
6.
Il vinattiere ti versava un poco
d’Inferno. E tu, atterrita: “Devo berlo? Non basta
esserci stati dentro a fuoco lento?”
8.
“E il Paradiso? Esiste un paradiso?” .
“Credo di sì, signora, ma i vini dolci
non li vuol più nessuno” .
Due terzine da Satura, Xenia II, 6, 8
Analisi delle Terzine
Queste due terzine, pur nella loro brevità, condensano una profonda riflessione sulla condizione umana, sul dolore e sulla possibilità (o meno) di una salvezza ultraterrena. Il dialogo, tipico degli Xenia, suggerisce una conversazione tra il poeta e la sua amata Mosca, o una voce interiore.
Terzina 6: L’Inferno Quotidiano
- “Il vinattiere ti versava un poco / d’Inferno.”: L’immagine del “vinattiere” (oste, vinaio) che versa “un poco d’Inferno” è un’espressione di amara ironia. L’Inferno non è più un luogo mitologico o teologico, ma una realtà quotidiana, una bevanda amara che la vita ci serve. Il “poco” suggerisce che non si tratta di un’esperienza eccezionale, ma di una dose costante di sofferenza.
- “E tu, atterrita: ‘Devo berlo? Non basta / esserci stati dentro a fuoco lento?'”: La reazione della destinataria (probabilmente Mosca) è di orrore e stanchezza. L’Inferno non è un luogo da visitare, ma una condizione già vissuta, e a lungo (“a fuoco lento”). Questa frase rivela una profonda stanchezza esistenziale, la sensazione di aver già sopportato abbastanza dolore nella vita terrena. L’Inferno è la vita stessa, con le sue difficoltà, le sue delusioni, le sue “bruciature” lente e continue. La domanda retorica sottolinea l’assurdità e l’ineluttabilità di questa sofferenza.
Terzina 8: Il Paradiso Demistificato
- “‘E il Paradiso? Esiste un paradiso?'”: La domanda diretta sul Paradiso, posta con un tono quasi ingenuo o disperato, rivela la persistenza di una speranza, o almeno di un interrogativo, riguardo a una dimensione di salvezza. È la domanda universale sull’aldilà, sulla possibilità di una ricompensa o di una pace eterna.
- “‘Credo di sì, signora, ma i vini dolci / non li vuol più nessuno'”: La risposta è lapidaria e disincantata. Il “Credo di sì, signora” è una concessione formale, quasi svogliata, che viene subito svuotata di significato dalla seconda parte della frase. Il Paradiso viene equiparato a “vini dolci”, e l’affermazione “non li vuol più nessuno” lo demolisce completamente. I “vini dolci” sono qui metafora di una felicità facile, di una beatitudine zuccherosa e convenzionale, che non trova più riscontro nel gusto amaro e disilluso dell’uomo moderno. Il Paradiso, se esiste, non è più desiderabile o credibile nella sua forma tradizionale. È un’affermazione che nega non tanto l’esistenza, quanto la rilevanza e l’attrattiva di un concetto di salvezza che non si adatta più alla sensibilità contemporanea, abituata all’Inferno del vivere.
Temi e Stile
Queste due terzine sono un concentrato della poetica di Satura:
- Disincanto e Ironia: Montale affronta temi esistenziali e religiosi con un’ironia amara e un profondo disincanto. La sofferenza è una realtà tangibile (“Inferno”), mentre la salvezza è un concetto obsoleto (“vini dolci”).
- La Quotidiana Tragedia: L’Inferno non è più un luogo ultraterreno, ma la dimensione quotidiana del vivere, fatta di “fuoco lento” e di “vini” amari. La vita stessa è la condanna.
- Demistificazione dell’Aldilà: Il Paradiso viene ridotto a un’immagine banale e priva di attrattiva, quasi una merce di consumo che non trova più acquirenti. Montale svuota di significato i concetti tradizionali di dannazione e salvezza, calandoli nella prosaicità del quotidiano.
- Linguaggio Colloquiale: L’uso di espressioni come “vinattiere”, “Devo berlo?”, “signora”, “vini dolci” rende il linguaggio immediato e accessibile, tipico della fase matura di Montale.
- Dialogo e Brevitas: La forma dialogica e la concisione delle terzine amplificano l’effetto di una conversazione intima e di una riflessione che va dritta al punto, senza fronzoli.
Conclusione
Le due terzine da Xenia II offrono uno spaccato lucido e disincantato della visione montaliana dell’esistenza. L’Inferno è una condizione ineludibile del vivere, una sofferenza costante e già sperimentata. Il Paradiso, d’altra parte, è un concetto svuotato di senso, un’illusione che non attrae più l’uomo moderno, abituato all’amarezza della realtà. Montale, con la sua ironia sottile e la sua capacità di calare il sacro nel profano, ci invita a confrontarci con una vita che è già, di per sé, la nostra condanna e la nostra unica realtà.