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30 Luglio 2025Il Ministero dell’Istruzione e del Merito punta sull’intelligenza artificiale per personalizzare l’insegnamento e adattarlo ai diversi stili di apprendimento.
A prima vista sembra una buona idea, ma nasconde un vizio di fondo: l’AI è impiegata per rattoppare un modello scolastico obsoleto, dimenticando che la tecnologia sta trasformando il nostro modo di vivere, di pensare e, soprattutto, d’esplorare il mondo.
Lo diceva McLuhan: “Il mezzo è il messaggio”.
Nell’oceano d’informazioni accessibili, la vera competenza non è memorizzare, ma far domande e valutare l’affidabilità delle risposte, che sono generate in modo probabilistico e richiedono un’attenta verifica.
Chi conosce la storia della scuola sa che l’adeguamento alla dinamicità socio-culturale risale al 1974: da allora, il sistema educativo è stato orientato allo sviluppo di capacità, da promuovere per mezzo delle conoscenze.
Per questo l’organizzazione scolastica è stata ridisegnata: non più fondata sul libro di testo, ma sulla progettualità. Un cambio di rotta che avrebbe dovuto traghettare la scuola dal certo all’incerto della sperimentazione.
Il Ministero e le scuole, però, hanno ignorato questo cambiamento. Superare il modello didattico universitario avrebbe richiesto coraggio, capacità gestionali, inventiva e spirito imprenditoriale.
Oggi l’intelligenza artificiale mette a nudo l’indolenza del sistema, evidenzia l’anomalia decennale e impone il rispetto della legge.