
Eumeo, Odissea, XIII, 23-96
28 Dicembre 2019
Adolescente di Vincenzo Cardarelli
28 Dicembre 2019🔍Confronto 📘✨ tra il brano “Il canto di Ulisse” tratto da Se questo è un uomo di Primo Levi e la riscrittura in forma musicale del Canto XXVI dell’Inferno di Dante, curata dal prof. Luigi Gaudio 🎸🎶
🎭 1. Contesto e funzione nei due testi
PRIMO LEVI | LUIGI GAUDIO |
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Testimonianza memoriale in prosa: Levi racconta un episodio accaduto nel lager, carico di tensione e memoria personale. | Trasposizione musicale del canto dantesco, con intento didattico e divulgativo: Dante reinterpretato per un pubblico contemporaneo e giovane. |
Il brano nasce dall’urgenza di comunicare, dall’illuminazione momentanea della cultura in un luogo di disumanizzazione. | Il testo è adattato in chiave lirico-musicale, con arrangiamento e accordi per coinvolgere emotivamente chi ascolta e chi canta. |
🔥 2. Il tema di Ulisse: conoscenza, ardore, limite
Levi | Gaudio (Dante) |
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Il mito di Ulisse diventa simbolo di riscatto umano e di dignità intellettuale, anche nel lager. | Resta centrale il valore simbolico e allegorico: la sete di sapere e la ribellione all’ignoranza, ma anche il pericolo dell’eccesso (hybris). |
La frase “Considerate la vostra semenza” è sentita da Levi come una rivelazione spirituale. | Viene enfatizzata nel ritornello musicale, resa quasi mantra per i valori di umanità e conoscenza. |
🧠 3. Il valore della cultura e della memoria
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📘 Levi ricorda, cita a memoria, cerca i versi nel buio della mente affaticata, ma ogni verso riemerso è una vittoria contro la barbarie. La poesia di Dante diventa resistenza spirituale.
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🎵 Gaudio, con la sua versione musicale, trasforma la poesia in coralità attiva: chi canta interiorizza il messaggio e lo rende vivo nella voce e nel corpo.
📚 4. Stile e linguaggio
Levi | Gaudio |
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Prosa densa, interrotta, fatta di esitazioni e rivelazioni. La poesia è ricordata con emozione ma anche frammentarietà. | Linguaggio poetico e strutturato, rispettoso del testo originale, ma con incisi ritmici e refrain musicali. |
Frasi come “ho bisogno che tu capisca” o “come se anch’io lo sentissi per la prima volta” rivelano la potenza emotiva della parola poetica. | Ripetizioni ritmate (“Considerate la vostra semenza”) creano un effetto mnemonico e coinvolgente, rafforzando il messaggio etico e spirituale. |
💬 5. Messaggio e ricezione
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In Levi, Ulisse è un segno fragile e potentissimo di libertà e dignità nel luogo del disumano.
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In Gaudio, Ulisse è figura epica e contemporanea, da cantare per ritrovare senso e memoria collettiva.
🎯 Conclusione: due linguaggi, una stessa necessità
🔵 Primo Levi ci mostra come la cultura possa salvare l’anima anche nella distruzione.
🔴 Luigi Gaudio propone Dante come guida ancora viva, da “seguire per virtute e canoscenza”.
Entrambi, in modi diversi, gridano:
“Non siamo nati per vivere come bruti” 💥
… e noi, oggi, possiamo ascoltare, leggere, cantare — e ricordare. 🎤📘💡😊
📘Testo del brano “Il canto di Ulisse“ da Se questo è un uomo di Primo Levi
PRIMO LEVI, Se questo è un uomo, Capitolo :”IL CANTO DI ULISSE”
…Il canto di Ulisse. Chissà come e perché mi è venuto in mente: ma non abbiamo tempo di scegliere, quest’ora già non è piú un’ora. Se Jean è intelligente capirà. Capirà: oggi mi sento da tanto.
… Chi è Dante. Che cosa è la Commedia. Quale sensazione curiosa di novità si prova, se si cerca di spiegare in breve che cosa è la Divina Commedia. Come è distribuito l’Inferno, cosa è il contrappasso. Virgilio è la Ragione, Beatrice è la Teologia. Jean è attentissimo, ed io comincio, lento e accurato :
Lo maggior corno della fiamma antica
Cominciò a crollarsi mormorando,
Pur come quella cui vento affatica.
Indi, la cima in qua e in là menando
Come fosse la lingua che parlasse
Mise fuori la voce, e disse : Quando…
Qui mi fermo e cerco di tradurre. Disastroso: povero Dante e povero francese! Tuttavia l’esperienza pare prometta bene: Jean ammira la bizzarra similitudine della lingua, e mi suggerisce il termine appropriato per rendere « antica».
E dopo «Quando»? Il nulla. Un buco nella memoria. «Prima che sí Enea la nominasse». Altro buco. Viene a galla qualche frammento non utilizzabile: «… la piéta Del vecchio padre, né ’1 debito amore Che doveva Penelope far lieta…» sarà poi esatto ?
… Ma misi me per l’alto mare aperto.
Di questo sì, di questo sono sicuro, sono in grado di spiegare a Pikolo, di distinguere perché « misi me » non è « je me mis », è molto piú forte e piú audace, è un vincolo infranto, è scagliare se stessi al di là di una barriera, noi conosciamo bene questo impulso. L’alto mare aperto: Pikolo ha viaggiato per mare e sa cosa vuol dire, è quando l’orizzonte si chiude su se stesso, libero diritto e semplice, e non c’è ormai che odore di mare: dolci cose ferocemente lontane. Siamo arrivati al Kraftwerk, dove lavora il Kommando dei posacavi. Ci dev’essere l’ingegner Levi. Eccolo, si vede solo la testa fuori della trincea. Mi fa un cenno colla mano, è un uomo in gamba, non l’ho mai visto giú di morale, non parla mai di mangiare.
« Mare aperto ». « Mare aperto ». So che rima con « diserto » : « … quella compagna Picciola, dalla qual non fui diserto », ma non rammento piú se viene prima o dopo. E anche il viaggio, il temerario viaggio al di là delle colonne d’Ercole, che tristezza, sono costretto a raccontarlo in prosa: un sacrilegio. Non ho salvato che un verso, ma vale la pena di fermarcisi :
.. Acciò che l’uom piú oltre non si metta. « Si metta » : dovevo venire in Lager per accorgermi che è la stessa espressione di prima, « e misi me ». Ma non ne faccio parte a Jean, non sono sicuro che sia una osservazione importante. Quante altre cose ci sarebbero da dire, e il sole è già alto, mezzogiorno è vicino. Ho fretta, una fretta furibonda.
Ecco, attento Pikolo, apri gli orecchi e la mente, ho bisogno che tu capisca :
Considerate la vostra semenza :
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e conoscenza.
Come se anch’io lo sentissi per la prima volta : come uno squillo di tromba, come la voce di Dio. Per un momento, ho dimenticato chi sono e dove sono.
Pikolo mi prega di ripetere. Come è buono Pikolo, si è accorto che mi sta facendo del bene. O forse è qualcosa di piú: forse, nonostante la traduzione scialba e il commento pedestre e frettoloso, ha ricevuto il messaggio, ha sentito che lo riguarda, che riguarda tutti gli uomini in travaglio, e noi in specie ; e che riguarda noi due, che osiamo ragionare di queste cose con le stanghe della zuppa sulle spalle.
Li miei compagni fec’io sí acuti…
e mi sforzo, ma invano, di spiegare quante cose vuol dire questo « acuti ». Qui ancora una lacuna, questa volta irreparabile. « … Lo lume era di sotto della luna » o qualcosa di simile ; ma prima ?… Nessuna idea, « keine Ahnung » come si dice qui. Che Pikolo mi scusi, ho dimenticato almeno quattro terzine.
– Ça ne fait rien, vas-y tout de même.
…Quando mi apparve una montagna, bruna
Per la distanza, e parvemi alta tanto
Che mai veduta non ne avevo alcuna.
Sí, sí, « alta tanto », non « molto alta », proposizione consecutiva. E le montagne, quando si vedono di lontano… le montagne… oh Pikolo, Pikolo, di’ qualcosa, parla, non lasciarmi pensare alle mie montagne, che comparivano nel bruno della sera quando tornavo in treno da Milano a Torino!
Basta, bisogna proseguire, queste sono cose che si pensano ma non si dicono. Pikolo attende e mi guarda. Darei la zuppa di oggi per saper saldare « non ne avevo alcuna » col finale. Mi sforzo di ricostruire per mezzo delle rime, chiudo gli occhi, mi mordo le dita : ma non serve, il resto è silenzio. Mi danzano per il capo altri versi : « … la terra lagrimosa diede vento… » no, è un’altra cosa. È tardi, è tardi, siamo arrivati alla cucina, bisogna concludere :
Tre volte il fe’ girar con tutte l’acque,
Alla quarta levar la poppa in suso
E la prora ire in giú, come altrui piacque…
Trattengo Pikolo, è assolutamente necessario e urgente che ascolti, che comprenda che questo
«come altrui piacque», prima che sia troppo tardi, domani lui o io possiamo essere morti, o non vederci mai più, devo dirgli, spiegargli del edioevo, del così umano e necessario e pure inaspettato anacronismo, e altro ancora, qualcosa di gigantesco che io stesso ho visto ora soltanto, nell’intuizione di un attimo, forse il perché del nostro destino, del nostro essere oggi qui …
Siamo ormai nella fila per la zuppa, in mezzo alla folla sordida e sbrindellata dei porta-zuppa degli altri Kommandos. I nuovi giunti ci si accalcano alle spalle. – Kraut und Rueben? – Kraut und Rueben -. Si annunzia ufficialmente che oggi la zuppa è di cavoli e rape: – Choux et nevets. – Kaposzta és répak.
Infin che ‘l mar fu sopra noi richiuso.
(Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino, 1976, pp. 100 – 103)
🎶 Testo e accordi Ulisse Inferno XXVI, musicata dal prof. Gaudio🎸
Intro (SOL DO RE DO RE )
Oh oh oh oh oh oh oh oh SOL […]”Quando 90 DO RE DO mi diparti’ da Circe, che sottrasse me più d’un anno là presso a Gaeta, prima che sì Enëa la nomasse, 93 MIm RE né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né ’l debito amore SOL lo qual dovea Penelopè far lieta, 96 (SOL) DO RE DO SOL Oh oh oh oh oh oh oh oh DO RE DO vincer potero dentro a me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; 99 MIm RE ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto.102 (SOL) DO RE DO SOL Oh oh oh oh oh oh oh oh […] SOL DO RE “O frati,” dissi, “che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia 114 |
MIm RE
d’i nostri sensi ch’è del rimanente non vogliate negar l’esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente (SOL) DO RE DO SOL Oh oh oh oh oh oh oh (MI) LA RE MI RE LA Oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh LA RE MI RE LA Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. FA#m MI Li miei compagni fec’io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino LA che a pena poscia li avrei ritenuti; RE MI RE LA RE MI RE LA Oh oh oh oh oh oh oh oh Oh LA RE MI RE LA Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. FA#m MI Li miei compagni fec’io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino LA che a pena poscia li avrei ritenuti; RE MI RE LA RE MI RE LA Oh oh oh oh oh oh oh oh Oh oh oh |