
Canto notturno di un pastore errante vv. 1-60
28 Dicembre 2019
I canti pisano-recanatesi
28 Dicembre 2019Il personaggio di Alcina è una delle figure più affascinanti e ambigue dell’opera, una maga incantatrice che utilizza la sua straordinaria bellezza per sedurre e soggiogare i cavalieri che arrivano sull’isola in cui regna.
La sua bellezza è allo stesso tempo reale e illusoria, e serve da metafora per il potere dell’illusione, del desiderio e dell’inganno. Ariosto descrive Alcina come un personaggio sensuale, pericoloso, ma inevitabilmente attraente, capace di portare alla rovina chiunque cada vittima del suo fascino.
La bellezza di Alcina nell'”Orlando Furioso”
Alcina appare nel Canto VI dell’“Orlando furioso”, quando Ruggero, volando sull’ippogrifo, giunge alla sua isola. Qui, la maga lo seduce con la sua bellezza e il suo fascino, tanto che Ruggero perde di vista i suoi doveri cavallereschi e si abbandona al piacere. Ariosto descrive Alcina come una donna di straordinaria bellezza, capace di far perdere la ragione agli uomini. Ma la sua bellezza è ingannevole: dietro l’apparenza giovane e radiosa si nasconde una donna vecchia e corrotta, che usa la magia per mantenere la sua immagine seducente.
Ecco alcune citazioni dall'”Orlando furioso” che mettono in risalto la bellezza di Alcina e il suo potere seduttivo.
- La bellezza fisica e l’effetto su Ruggero:
Nel Canto VII, Ariosto descrive l’incontro tra Ruggero e Alcina, sottolineando il potere irresistibile della sua bellezza:
“Eran tre di beltà quasi divine,
tutte le cose al mondo disprezzate,
come che alle virtù fosser più inchine,
che l’oro e che l’imperio ed altre fate:
sì ch’a costor l’alma quasi ruine,
di nulla cosa si può chiamar grata.”
(Canto VII, 11-12)
Questa descrizione iniziale di Alcina e delle sue sorelle Morgana e Logistilla dà l’idea di un fascino sovrannaturale. Ruggero si ritrova completamente affascinato dalla bellezza di Alcina, tanto che dimentica i suoi doveri e si abbandona al piacere.
- La perfezione fisica di Alcina:
La bellezza di Alcina è descritta come perfetta e priva di difetti. La sua giovinezza, la grazia e il fascino la rendono irresistibile:
“Giovane è bella, e par nel viso Amore;
ne’ suoi begli occhi il tutto arde e sfavilla:
soavemente ella gli parla, e infonde
con le parole un non so che di foco.”
(Canto VII, 11)
Qui Ariosto descrive Alcina come una donna la cui bellezza sembra personificare Amore stesso. I suoi occhi sono pieni di fuoco, capaci di “bruciare” chiunque li osservi. Le sue parole sono dolci e avvolgenti, ma anche intrise di pericolosa seduzione.
- L’illusione della bellezza:
Una delle rivelazioni più significative sul personaggio di Alcina è che la sua bellezza è solo un’illusione creata dalla magia. In realtà, Alcina è una donna vecchia e deforme che nasconde la sua vera natura sotto un incantesimo:
“Perché l’aspetto lor, che già fu bello,
era divenuto orrido e spaventoso,
come di vecchie sdentate e stracce.”
(Canto VIII, 19)
Questa citazione descrive la realtà nascosta dietro l’illusione: la bellezza di Alcina non è altro che un inganno. Quando Ruggero riesce a rompere l’incantesimo, scopre la verità su di lei e vede la sua vera forma, deformata e invecchiata. Questa rivelazione mette in luce uno dei temi centrali dell’“Orlando furioso”: la contrapposizione tra apparenza e realtà, e il potere ingannatore della bellezza.
- Il fascino letale di Alcina:
Alcina è un esempio perfetto del classico topos della “donna fatale”, la cui bellezza è in grado di distruggere chi ne cade vittima. Ariosto descrive la sua isola come un luogo di piacere, ma anche di decadenza e corruzione. Gli uomini che arrivano sulla sua isola vengono sedotti, e poi abbandonati o trasformati in animali o pietre una volta che lei si stanca di loro:
“Quella, che del piacere è sola amica,
ch’in pompa e in agi ognor viver disia,
sdegna ch’alcun per altra si fatichi,
né chiama onore o ben, se non che sia
l’agio e il piacer.”
(Canto VII, 12)
Alcina vive solo per il piacere e non ha alcun rispetto per l’onore o la virtù. Questo versetto mette in luce la sua natura edonistica e senza scrupoli, che la rende ancora più pericolosa.
Conclusione
La bellezza di Alcina, come viene presentata da Ariosto, è tanto affascinante quanto ingannevole. Essa rappresenta una delle manifestazioni più evidenti del potere illusorio e della seduzione. Ariosto, attraverso la sua figura, ci invita a riflettere su come la bellezza e il piacere possano essere transitori e illusori, e su come spesso la realtà che si cela dietro tali apparenze sia molto diversa da ciò che sembra. Alcina incarna una delle grandi tematiche del Rinascimento: la tensione tra il desiderio e la ragione, tra l’illusione e la verità.
Audio Lezioni su Ludovico Ariosto del prof. Gaudio