
Apuleio
28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019L’ode “La caduta” di Giuseppe Parini è un’opera di straordinaria intensità e complessità, che va ben oltre la semplice descrizione di un evento banale come una scivolata sulla strada.
Attraverso questa vicenda personale, il poeta milanese affronta temi universali come la dignità umana, il rapporto tra l’individuo e la società, il ruolo dell’intellettuale e la sua funzione critica.
Un’allegoria della condizione intellettuale
La caduta del poeta, un uomo anziano e malato, scivolato nel fango di una strada milanese, è molto più di un semplice incidente. Rappresenta simbolicamente la caduta in disgrazia dell’intellettuale che, pur essendo stimato e ammirato dalla società, viene spesso trascurato e dimenticato nelle difficoltà della vita quotidiana.
- L’indifferenza della società: La reazione dei passanti, che inizialmente deridono il poeta per la sua caduta, sottolinea l’indifferenza e la superficialità della società nei confronti di chi non possiede ricchezza o potere.
- La solitudine dell’intellettuale: Parini si presenta come un uomo solo e isolato, che non trova sostegno né conforto nei suoi simili.
- La dignità dell’uomo: Nonostante la caduta e le sofferenze, il poeta mantiene la sua dignità e la sua integrità morale.
Un’accusa alla società del tempo
Attraverso la sua esperienza personale, Parini rivolge una dura critica alla società del suo tempo, caratterizzata da superficialità, vanità e disinteresse per i valori culturali.
- La critica all’aristocrazia: L’aristocrazia milanese, oziosa e corrotta, viene rappresentata come incapace di apprezzare il valore della cultura e dell’intelletto.
- L’importanza della cultura: Parini afferma con forza il valore della cultura e del sapere, sottolineando il ruolo fondamentale dell’intellettuale nella società.
- L’ideale del poeta-cittadino: Il poeta si presenta come un cittadino attivo, che si impegna a migliorare la società attraverso la sua opera.
I temi principali
- La dignità umana: Nonostante le avversità, l’uomo mantiene la sua dignità e il suo valore intrinseco.
- Il rapporto tra individuo e società: L’individuo, anche il più umile, ha dei diritti e non deve essere sottovalutato o sfruttato.
- Il ruolo dell’intellettuale: L’intellettuale ha il compito di denunciare le ingiustizie e di promuovere i valori della cultura e della civiltà.
- La critica sociale: Parini utilizza la poesia come strumento per denunciare i mali della società e per promuovere un cambiamento.
L’eredità de “La caduta” di Parini
“La caduta” è un’opera che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana. Le tematiche affrontate da Parini sono ancora oggi attuali e ci invitano a riflettere sul valore della cultura, sull’importanza della dignità umana e sul ruolo dell’intellettuale nella società.
Analisi del testo de “La caduta” di Parini
Le condizioni in cui si trova Parini: con “piede infermo” va per la città di Milano, appoggiandosi a un bastone: gli capita, più volte di cadere e di ferirsi.
I consigli di chi lo soccorre:
- Salire le scale dei nobili/ricchi o dei loro subordinati, per ottenere aiuti in cambio di una poesia gradevole
- Farsi spazio nella politica, fingere riforme, creare confusione e ottenere profitti per sè
La risposta di Parini:
- il buon cittadino, nel bisogno, avanza le sue richieste con modestia e senza tradire la propria onestà
- E se non trova ascolto, si difende con la propria coerenza, senza umiliarsi e abbassarsi nel dolore, così come mai si riempie d’orgoglio nei momenti di successo
Fra le righe tratteggia il proprio profilo:
Uomo coerentemente fedele ai valori in cui ha sempre creduto, non cerca il successo facile, né cerca di adattare la propria arte allo scopo di ottenere i favori dei potenti.
Testo e parafrasi de “La caduta” di Parini
La caduta (testo originale)
Quando Orïon dal cielo Me spinto ne la iniqua E per avverso sasso Ride il fanciullo; e gli occhi Altri accorre; e: oh infelice Con la pietosa mano; Te ricca di comune 25 Chiama gridando intorno; Ed ecco il debil fianco Nè il sì lodato verso Sdegnosa anima! prendi Congiunti tu non hai, 45 Dunque per l’erte scale O non cessar di porte E lor mercè penètra O, se tu sai, più astuto E fingendo nova esca 65 Ma chi giammai potrìa Lasciala: o, pari a vile Mia bile, al fin costretta, Chi sei tu, che sostenti Buon cittadino, al segno 85 Quando poi d’età carco E se i duri mortali Nè si abbassa per duolo, Così, grato ai soccorsi, |
Parafrasi del testo “La caduta” di Giuseppe Parini
Quando la costellazione di Orione declina dal cielo, portando con sé pioggia, neve e gelo, e copre la terra con il buio invernale, io, spinto fuori dalla casa nella stagione avversa, cammino per la città. Con un piede malfermo, mi muovo tra il fango e la furia obliqua dei carri. A volte, inciampo su una pietra sporgente o scivolo sul terreno scivoloso, cadendo spesso lungo il cammino. I bambini ridono di me, e poi, commossi, gonfiano gli occhi di lacrime vedendo che cado e mi ferisco al gomito, al ginocchio o al mento. Altri accorrono e mi dicono: “Oh, infelice poeta! Meriteresti un destino meno crudele”. Mentre mi parlano, mi aiutano, mi sollevano da terra, raccolgono il mio cappello sporco e il bastone, entrambi caduti per strada. Questi buoni cittadini lodano la mia patria, ricca di beni comuni, e gridano in coro che sono un cigno, immortale e immune dal trascorrere del tempo. Mi chiamano sublime e desiderano che completi la mia opera più grande, il Giorno, che è conosciuta anche all’estero. Tuttavia, il mio corpo, reso debole dagli anni, continua a trascinarsi a terra con danno e paura. Il mio tanto lodato verso, che la gente ammira, non mi procura neanche un misero carro, capace di salvarmi dai pericoli delle strade affollate e furiose. Anima sdegnosa, ripensa alle tue scelte! Se vuoi salvare la tua vita ormai avanti negli anni, devi cambiare direzione. Non hai parenti, amici o tenute che ti permettano di essere privilegiato e ricordato tra migliaia di persone. Quindi, arrampicati come puoi per le scale alte del potere, e ogni giorno fai risuonare i palazzi con le tue lamentele, oppure unisciti alla folla dei clienti che bussano alle porte dei potenti. Cerca il favore dei grandi signori con adulazioni, battute spiritose e racconti divertenti. Oppure, se sei abbastanza astuto, trova i sentieri nascosti che conducono là dove il destino dei popoli viene deciso nel silenzio. Fai finta di offrire nuove opportunità di guadagno pubblico, e approfitta della confusione per ottenere vantaggi per te stesso. Ma chi potrà mai curare la tua mente illusa o convincerti a prendere una strada diversa, tu, ostinato amante della tua Musa? Lasciala, oppure, come una volgare attrice, insulta il pudore e diverti le menti basse che si nascondono dietro la vanità del potere. Alla fine, la mia rabbia, ormai trattenuta troppo a lungo, esplode dal mio petto e rispondo: “Chi sei tu che osi sostenermi e tenti di umiliarmi? Sei un uomo, non un giudice giusto.” Un buon cittadino guida il suo intelletto verso il bene della patria, seguendo il percorso che la natura e il destino hanno stabilito. E quando l’età lo rende bisognoso, egli chiede con moderazione, mostrando una fronte dignitosa, segno di un’anima elevata. Se la società gli volta le spalle, egli affronta le difficoltà con costanza, senza abbassarsi per il dolore né elevarsi per orgoglio. Detto ciò, lascio il mio sostegno e me ne vado, con lo sguardo oscuro. Ringraziando chi mi ha aiutato, rifiuto i consigli che mi hanno offerto. Senza rimorsi, torno a casa con il passo incerto. |