
Roma in fiamme Annales XV, 38, prima parte
28 Dicembre 2019
Contovello di Umberto Saba
28 Dicembre 2019La poesia “La capra” di Umberto Saba in poche righe riesce a condensare una profonda riflessione sulla sofferenza universale e sulla connessione tra gli esseri viventi.
Attraverso l’immagine di una capra che bela, Saba esprime il legame tra la sua esperienza personale di dolore e quella dell’animale, estendendo poi il significato a una riflessione esistenziale più ampia.
Testo della poesia “La capra” di Umberto Saba
La capra
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.Quell’uguale belato era fraterno 5
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria. 10In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
Analisi
1. L’immagine della capra
La poesia si apre con un’immagine semplice e naturalistica: “Ho parlato a una capra”. Questo atto di comunicazione tra il poeta e l’animale rappresenta l’inizio di una riflessione più profonda sul dolore e la sofferenza. La capra è sola nel prato, legata e bagnata dalla pioggia, una condizione che evoca vulnerabilità e impotenza. La capra, sazia di cibo, non ha motivo apparente per belare, ma lo fa comunque. Questo belato è il segno di una sofferenza che va oltre i bisogni fisici: è un lamento esistenziale.
Il legame tra il poeta e l’animale si stabilisce immediatamente: “Quell’uguale belato era fraterno / al mio dolore”. Saba sente che il belato della capra esprime lo stesso dolore che prova lui stesso, creando una fratellanza tra uomo e animale. Questa connessione diretta, immediata, è centrale nella poetica di Saba: il dolore è universale, condiviso da tutte le creature.
2. Il dolore universale
Saba inizialmente risponde al belato “per celia” (per scherzo), come a sminuire la gravità del lamento. Ma subito dopo si rende conto che “il dolore è eterno, / ha una voce e non varia”. Questo passaggio segna un cambiamento nel tono della poesia: il dolore, sia umano che animale, è qualcosa di continuo e immutabile, una costante dell’esistenza. Non importa la forma che assume o il modo in cui si esprime: la voce del dolore rimane sempre la stessa.
In questo, Saba introduce un tema esistenziale profondo: il dolore come condizione intrinseca della vita. La sofferenza è universale e accomuna tutti gli esseri viventi, umani e animali. La capra non è più solo un animale legato e bagnato dalla pioggia, ma diventa simbolo di ogni essere che soffre.
3. La capra dal “viso semita”
Una delle immagini più potenti della poesia è quella della “capra dal viso semita”. Questo dettaglio, apparentemente fuori contesto, aggiunge una dimensione simbolica al testo. Il “viso semita” richiama il popolo ebraico, storicamente perseguitato e simbolo di sofferenza e di esilio. La capra, con il suo “viso semita”, diventa così un simbolo di tutto il dolore e la sofferenza degli oppressi, non solo umani ma di ogni “altro male”, come esplicitato nei versi finali.
Questo collegamento tra l’animale e l’uomo, tra la sofferenza individuale e quella collettiva, è ciò che rende la poesia così universale. La capra diventa un emblema di ogni creatura che soffre, e il suo belato diventa la voce di tutte le vite sofferenti. “Sentiva querelarsi ogni altro male, / ogni altra vita”: qui Saba estende la portata della sofferenza dall’individuale all’universale, da un singolo animale a tutte le forme di vita.
Commento
“La capra” di Saba è una riflessione intima e universale sulla condizione della sofferenza. Attraverso l’immagine semplice e umile di una capra, il poeta esplora il legame profondo tra tutte le creature viventi, unite dalla comune esperienza del dolore. La capra diventa un simbolo di vulnerabilità, di oppressione e di resistenza silenziosa. Il belato dell’animale si trasforma nella voce del dolore universale, che accomuna ogni essere vivente.
Il riferimento al “viso semita” aggiunge una dimensione storica e culturale alla poesia, suggerendo un parallelo tra la capra e i popoli perseguitati, in particolare il popolo ebraico. Questa scelta stilistica non è casuale: Saba, di origine ebraica, sentiva profondamente il tema dell’esilio e della persecuzione, e lo trasmette attraverso l’immagine della capra, un simbolo di innocenza e sofferenza.
La poesia è anche un esempio perfetto della poetica “semplice” di Saba, che predilige immagini quotidiane e un linguaggio diretto per affrontare temi profondi e complessi. In questo, Saba si distacca dalle sperimentazioni formali e tematiche dei poeti contemporanei, scegliendo invece una via più tradizionale e accessibile. Ma dietro questa apparente semplicità si nasconde una riflessione esistenziale che tocca le corde più intime dell’animo umano.
In conclusione, “La capra” di Umberto Saba è un’opera che, attraverso una scena di vita quotidiana, esplora i temi della sofferenza, della solitudine e della fratellanza tra gli esseri viventi. La capra diventa il simbolo di tutte le creature oppresse, e il suo belato si trasforma in un lamento universale, che il poeta riconosce e condivide. Saba, con la sua voce sincera e priva di artifici, ci invita a riflettere sulla condizione umana e sulla natura profonda del dolore.