
Capitolo venticinquesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019
Complemento di luogo
28 Dicembre 2019Questo passaggio descrive la resa di Vercingetorige e il termine della rivolta gallica contro Roma. È un momento fondamentale nel De Bello Gallico e simbolizza la vittoria definitiva di Cesare nella guerra contro i Galli.
- Il discorso di Vercingetorige: Vercingetorige si presenta come un capo nobile, sottolineando che non ha combattuto per il proprio interesse, ma per la “libertà comune” della Gallia. Questa affermazione non solo lo eleva come leader eroico, ma riflette anche il valore che i popoli gallici attribuivano alla libertà, in contrasto con la dominazione romana. Tuttavia, accetta che la “fortuna” – un concetto che Cesare spesso utilizza nel suo resoconto – ha deciso diversamente, e si sottomette al giudizio dei suoi uomini. La sua disponibilità a morire per la causa o a essere consegnato vivo dimostra un forte senso del destino e della responsabilità nei confronti del suo popolo.
- Le trattative e la resa: I capi gallici, inviati a trattare con Cesare, non ottengono alcuna concessione. Cesare ordina la consegna delle armi e l’esibizione dei capi, un atto che simboleggia la completa sottomissione dei Galli. Il momento culminante è la resa di Vercingetorige, che avviene in modo rituale: il condottiero gallico si consegna personalmente a Cesare, e le armi vengono gettate a terra, simbolo della fine della resistenza.
- Cesare e la clemenza strategica: Un elemento interessante è la decisione di Cesare di risparmiare gli Edui e gli Arverni, due delle tribù più potenti della Gallia. Questa scelta non è casuale: Cesare spera di poter sfruttare queste tribù per riconquistare altre città ribelli. Mostrare clemenza verso queste importanti popolazioni è una mossa politica astuta, che mira a stabilire un controllo duraturo sulla Gallia tramite alleanze strategiche.
- Distribuzione del bottino: La distribuzione dei prigionieri come bottino di guerra riflette una pratica comune nell’antichità. I soldati romani, che hanno combattuto duramente nella lunga campagna, vengono ricompensati con prigionieri, che probabilmente sarebbero stati venduti come schiavi. Questo evidenzia anche il carattere economico e opportunistico delle guerre di conquista romane: oltre agli obiettivi politici e militari, vi era sempre un interesse nel ricavare risorse, compresi schiavi, dalle popolazioni sconfitte.
Conclusione
Questo passaggio del De Bello Gallico esprime una delle scene più drammatiche della campagna di Cesare in Gallia: la resa del grande leader Vercingetorige. La narrazione di Cesare è, come al solito, asciutta e priva di emozioni eccessive, ma carica di significato politico. La vittoria di Cesare non è solo militare, ma anche simbolica: con la resa di Vercingetorige, la Gallia cede definitivamente alla potenza romana. Inoltre, Cesare si mostra un comandante abile non solo sul campo di battaglia, ma anche nella gestione politica e strategica dei popoli conquistati, attraverso la clemenza verso gli Edui e gli Arverni.
Testo latino del Paragrafo 89, Libro 7 del De Bello Gallico di CesarePostero die Vercingetorix concilio convocato id bellum se suscepisse non suarum necessitatium, sed communis libertatis causa demonstrat, et quoniam sit fortunae cedendum, ad utramque rem se illis offerre, seu morte sua Romanis satisfacere seu vivum tradere velint. Mittuntur de his rebus ad Caesarem legati. Iubet arma tradi, principes produci. Ipse in munitione pro castris consedit: eo duces producuntur; Vercingetorix deditur, arma proiciuntur. Reservatis Aeduis atque Arvernis, si per eos civitates reciperare posset, ex reliquis captivis toto exercitui capita singula praedae nomine distribuit.
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TraduzioneIl giorno seguente, Vercingetorige, convocato il consiglio, dichiarò che aveva intrapreso quella guerra non per necessità personali, ma per la causa della libertà comune, e poiché la fortuna andava accettata, si offriva a loro per entrambe le opzioni: soddisfare i Romani con la sua morte o essere consegnato vivo, a loro discrezione. Vengono inviati ambasciatori a Cesare per trattare queste questioni. Cesare ordina che le armi vengano consegnate e che i capi siano condotti davanti a lui. Si siede sul terrapieno davanti al campo fortificato: i comandanti vengono portati davanti a lui; Vercingetorige si consegna, e le armi vengono gettate a terra. Dopo aver risparmiato gli Edui e gli Arverni, se avesse potuto riconquistare tramite loro altre città, distribuisce i prigionieri rimanenti come bottino di guerra, assegnando un prigioniero per ciascun soldato dell’esercito. |