
Dopo i Promessi Sposi la Storia della Colonna infame
28 Dicembre 2019
I campi elisi seconda parte, Eneide, VI, vv. 788-800 e 847-853
28 Dicembre 2019Analisi stilistica e retorica del brano “La Disperazione di Mezenzio “(Eneide X, vv. 833-908)
Analisi del Passo
1. Contesto Drammatico
Mezenzio, tiranno etrusco alleato di Turno, diventa il centro di una delle scene più tragiche del libro X dopo la morte del figlio Lauso, ucciso da Enea mentre lo proteggeva. Il passo mostra la trasformazione di un nemico spietato in padre straziato.
2. Struttura del Passo
-
vv. 833-856: Mezenzio scopre il corpo di Lauso e sprofonda nel rimorso.
-
vv. 857-886: Monologo disperato, dove maledice la sua stessa sopravvivenza.
-
vv. 887-908: Ritorno in battaglia con l’intento di morire, affrontando Enea in un duello finale.
3. Temi Principali
-
Colpa e Redenzione
-
Mezenzio si autoaccusa: “Nate, tua funera tardant?” (“Figlio, i tuoi funerali dipendono da me?”).
-
Caduta dell’orgoglio: Da “contemptor divum” (sprezzante degli dèi) a uomo vulnerabile.
-
-
Amor Paterno
-
Lamento straziante: “Tene, mea lux, Etrusca expectet copia tecum?” (“Dovevi tu, mia luce, aspettare l’esercito etrusco con me?”).
-
Contrasto con Enea: Mezenzio è un anti-Anchise, incapace di proteggere il figlio.
-
-
Violenza e Sacrificio
-
Si batte per vendetta, non per gloria: “Nulla dies umquam memori vos eximet aevo” (“Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria”).
-
Morte cercata: Cavalca senza scudo verso Enea, desiderando la fine.
-
4. Tecniche Stilistiche
-
Pathos
-
“Sanguine foedantem comptos de more capillos” (“Sporca di sangue i capelli ben pettinati”): Ironia tragica (Lauso era un giovane nobile).
-
-
Metafore
-
“Lausus, equum domitor” (“Lauso, domatore di cavalli”): Eco dell’Iliade (Ettore e Astianatte).
-
-
Anafora
-
“Nate… Nate…”: Ripetizione ossessiva che mostra follia dolorosa.
-
5. Versione Originale (vv. 846-856)
“Tantane me tenuit vivendi, nate, voluptas,
ut pro me hostili paterer succedere dextrae,
quem genui? Tuane haec genitor per vulnera servor,
morte tua vivens? Heu, nunc misero mihi demum
exitium infelix!”
(“Tanto mi legò al vivere, o figlio, il piacere,
che io, tuo padre, lasciassi che una mano nemica
colpisse te, che ho generato? Sono salvato
dalle tue ferite, vivendo per la tua morte?
Ahi, ora sì che sento la mia rovina!”).
6. Interpretazioni
-
Nemico Umanizzato: Virgilio compassionevole anche verso i “cattivi”.
-
Critica alla guerra: Mezenzio è vittima della sua stessa violenza.
-
Eredità omerica: Ricalca Priam che piange Ettore, ma con maggiore disperazione attiva.
✍️ 7. Confronti Letterari
-
Omero (Iliade XXII): Priam supplica Achille per il corpo di Ettore.
-
Lucano (Pharsalia): Pompeo che piange la morte della Repubblica.
Curiosità
-
Dante (Inferno XII) colloca Mezenzio tra i violenti, ma il suo lamento anticipa Ugolino.
-
Shakespeare (Re Lear): Il pianto di Lear su Cordelia riprende toni simili.
Perché è Importante?
-
Capolavoro psicologico: Mostra come Virgilio superi Omero nella profondità emotiva.
-
Ponte narrativo: La morte di Mezenzio prepara il duello finale tra Enea e Turno.
Versione moderna? Sarebbe il monologo di un villain morente in un film (es. V per Vendetta).
Se vuoi approfondire, confronta con il lamento di Evandro per Pallante (libro XI) o la morte di Turno (libro XII).