
L’ombra di Didone, Eneide, VI, 450-476
28 Dicembre 2019
41 Area 9 Test dal 247 al 489 Prova preselettiva Concorso Dirigenti Scolatici 2018
28 Dicembre 2019Analisi tematica, stilistica e retorica dei versi 584-629 del Libro IV dell’Eneide di Virgilio.
La Maledizione di Didone (Eneide IV, vv. ): Analisi del Passo
1. Contesto Drammatico
Dopo essere stata abbandonata da Enea, Didone, travolta dal dolore e dalla rabbia, pronuncia una solenne maledizione prima di suicidarsi. Questo è il momento più tragico del libro IV, dove l’amore si trasforma in odio eterno.
2. Struttura della Maledizione (vv. 590-629)
Didone invoca una faida storica tra Cartagine e Roma, con tre richieste precise:
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Odio perpetuo tra i popoli (vv. 590-594):
“Nec pacem pio cum Teucris habeant” (“Non abbiano mai pace con i Troiani”).-
Chiede che i suoi discendenti perseguitino quelli di Enea.
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Morte precoce per Enea (vv. 615-620):
“Nec, cum se sub leges iniquas / tradiderit, regno aut optata luce fruatur” (“Non godrà del suo regno né della luce desiderata”).-
Allusione alla morte di Enea nel fiume Numico (tramandata dalla tradizione).
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Guerra futura: Annibale (vv. 625-629):
“Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor!” (“Sorgerà qualcuno dalle mie ossa come vendicatore!”).-
Profezia di Annibale, che secoli dopo attaccherà Roma (Puniche).
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3. Tecniche Stilistiche
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Anafore (“Nec… nec…”) → accumulo di negazioni per enfasi.
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Imprecazioni rituali (simili a tragedie greche):
“Litora litoribus contraria!” (“Lidi nemici contro lidi!”). -
Metafore cosmiche:
“Sol qui omnia lustrat / tunc illis adero” (“Il sole che tutto vede sarà mio testimone”).
4. Simbolismo
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Fuoco e sangue: Didone si ucciderà su una pira, prefigurando le guerre puniche.
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Eco di Medea: Come nella Medea di Euripide, la donna tradotta diventa profetessa di sventura.
5. Versione Originale (vv. 625-629)
“Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor,
qui face Dardanios ferroque sequare colonos,
nunc, olim, quocumque dabunt se tempore vires.
Litora litoribus contraria, fluctibus undas
imprecor, arma armis: pugnent ipsique nepotesque!”
(“Sorgerà dalle mie ossa un vendicatore,
che con fiaccole e spada insegua i Troiani,
ora o in futuro, quando avrà forza.
Lido contro lido, onda contro onda
impreco: combattano loro e i loro nipoti!”).
6. Interpretazioni
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Giustizia poetica: Virgilio legittima le guerre puniche come castigo divino.
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Critica ad Augusto: Alcuni vedono un monito contro le conseguenze dell’imperialismo.
7. Confronti Letterari
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Medea (Apollonio Rodio): Maledizione simile contro Giasone.
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Ariosto (Orlando Furioso): Bradamante maledice Ruggiero, ma con esito felice.
Curiosità:
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Dante (Inferno V) colloca Didone tra i lussuriosi, ma la sua maledizione ha un peso teologico.
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La frase “Exoriare…” ispirò Carducci (Alle fonti del Clitumno).
Perché è fondamentale?
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È il nucleo ideologico dell’Eneide: spiega perché Roma e Cartagine furono nemiche.
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Mostra Didone come figura tragica, non solo vittima.
Se vuoi approfondire, confronta con il discorso di Anchise nel VI libro (visione di Roma futura): lì la gloria, qui la maledizione.