
Resurrezione Gen rosso
28 Dicembre 2019
Signore, nella tua luce vediamo la luce
28 Dicembre 2019
đľAnalisi e riflessione sul canto “La mano nella tua”, con uno sguardo spirituale, teologico e poetico al suo messaggioâ¨
đ¤ Analisi e riflessione: “La mano nella tua”
Questo canto è un atto di abbandono fiducioso e un pellegrinaggio spirituale. Con semplicitĂ disarmante, esprime il cuore della vita cristiana: camminare con Dio, tenendogli la mano, come un bambino con il padre. Ă unâimmagine piccola, ma carica di profonditĂ : la fede non è prima di tutto unâadesione intellettuale, nĂŠ un sistema di regole, ma un cammino insieme, un essere accompagnati.
âLa mano nella tua io metto, mio Signorâ
è un gesto di umiltĂ , fiducia, consegna. Non è chi guida, ma chi si lascia guidare. Non è chi sa, ma chi è disposto a imparare. Ă lâatteggiamento del discepolo vero: non colui che possiede la veritĂ , ma colui che segue.
1. Il cammino con Dio: una relazione viva
âCammino accanto a Te e non ti lasceròâ
Questa frase rivela una relazione reciproca: non è solo Dio che cammina con noi, ma anche noi che scegliamo di non lasciarlo.
Ă una risposta libera allâamore divino.
Non è scontato: ci sono momenti in cui vorremmo andare per conto nostro, in cui il silenzio di Dio ci fa dubitare, in cui la croce sembra troppo pesante.
Eppure, qui si afferma una fedeltĂ consapevole: ânon ti lasceròâ.
Ă unâeco del libro di Rut: âDove andrai tu, andrò ioâ (Rt 1,16), ma rivolto a Dio.
Unâalleanza dâamore, non basata sulle emozioni, ma sulla scelta del cuore.
2. La Parola custodita nel cuore
âLa Tua Parola tengo nel cuor, non me la scorderòâ
La Parola di Dio non è un insegnamento da memorizzare, ma una presenza da custodire.
Il cuore, nella Bibbia, non è solo il centro delle emozioni, ma il luogo della decisione, della memoria, della fede.
Custodire la Parola significa lasciarsi plasmare da essa, permettere che diventi criterio di vita, luce per discernere.
Ă un impegno di fedeltĂ : non dimenticare, non tradire, non svendere la veritĂ per comoditĂ o conformismo.
E subito dopo, questa Parola custodita si trasforma in desiderio di comunione:
âAlla tua mensa ritornerò con gli altri amici tuoiâ
La mensa è lâEucaristia, ma anche il banchetto della fraternitĂ .
Il cammino con Dio non è solitario: si fa in mezzo ai fratelli, tra âgli altri amici tuoiâ.
La Chiesa non è unâistituzione, ma una compagnia di pellegrini, amici di GesĂš, che si ritrovano alla sua tavola per essere nutriti e riconciliati.
3. Il compito del discepolo: portare perdono e pace
Il secondo e terzo verso del canto non parlano piĂš solo di ricevere, ma di donare:
âDel tuo perdono io canterò e ad altri l’offriròâ
âDella tua pace dono farò a chi non sa cos’èâ
Il cristiano non è un magazzino di grazia, ma un canale.
Ha ricevuto perdono? Deve offrirlo.
Ha sperimentato pace? Deve comunicarla.
Il verbo âcantareâ è significativo: il perdono non è solo un atto, ma una lode, una gioia.
à il canto di chi è stato liberato e vuole che anche gli altri siano liberi.
E la pace? Non è assenza di conflitto, ma presenza di Dio.
Ă un dono âa chi non sa cosâèâ: ai feriti, agli esclusi, ai disillusi, a chi ha perso la speranza.
Il discepolo diventa veicolo di una pace che viene dallâalto, non da compromessi umani.
4. Il pane che dĂ forza per amare
âPer questo pane che tu mi dai, stanco non sarò maiâ
âForza dâamare ritroverò anche per chi non lâhaâ
LâEucaristia non è solo nutrimento per lâanima: è energia per la missione.
Non ci santifica per tenerci chiusi in unâesperienza privata, ma ci manda fuori, rinnovati, per amare anche chi è difficile da amare.
Il cristiano non ama con le proprie forze â quelle prima o poi finiscono.
Ama con la forza che viene dal pane del cielo.
E questo amore non è sentimentale: è servizio, perdono, pazienza, fedeltà .
E lo dona âanche per chi non lâhaâ: ai soli, ai feriti, ai nemici.
PerchÊ il Vangelo non è per i perfetti, ma per i peccatori.
Non è per chi ha tutto, ma per chi è vuoto.
âď¸ Conclusione: una preghiera di fiducia e invio
“La mano nella tua” è un canto che comincia con un gesto di abbandono e finisce con una missione.
Non è un inno statico, ma un movimento:
dal ricevere alla condivisione,
dalla preghiera allâazione,
dalla comunione alla testimonianza.
Ă il ritratto di un cristiano vero:
umile come un bambino,
fedele come un amico,
generoso come un discepolo.
E alla fine, non cammina piĂš solo.
Cammina con Dio.
E porta Dio con sĂŠ.
đ Testo e accordi
(la -> Â fa# mi re si sol)
RIT.
 RE SOL
La mano nella tuaÂ
 LA 7 RE
io metto, mio SignorÂ
   SOL
 cammino accanto a TeÂ
 LA 7 RE
 e non ti lascerò.
 FA# 7 SIm LA RE
- La Tua Parola tengo nel cuor non me la scorderò
 SI+ SI7 MIm  MI+  MI7 LA
alla tua mensa ritornerò  con gli altri amici tuoi. RIT
 FA# 7 SIm LA RE
- Del tuo perdono io canterò e ad altri l’offrirò
 SI SI7 MIm  MI+ MI7 LA
della tua pace dono farò  a chi non sa cos’è! RIT
 FA# 7 SIm LA RE
3.Per questo pane che tu mi dai  stanco non sarò mai
 SI SI7 MIm  MI+ MI7 LA
forza d’amare ritroverò  anche per chi non l’ha.  RIT