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28 Dicembre 2019Nel paragrafo 104 del libro terzo del “De bello civili”, Cesare descrive la morte di Pompeo Magno.
La morte di Pompeo avviene dopo la sconfitta nella battaglia di Farsalo nel 48 a.C., dove le forze di Cesare hanno prevalso sulle sue. Dopo la battaglia, Pompeo fugge in Egitto, dove viene assassinato per ordine di Tolomeo XIII, re d’Egitto dell’epoca, nel tentativo di guadagnare il favore di Cesare. La morte di Pompeo è un evento significativo nelle guerre civili romane e ha un impatto profondo sul corso degli eventi storici dell’epoca.
Testo originale latino:
Quibus cognitis rebus Pompeius deposito adeundae Syriae consilio pecunia societatis sublata et a quibusdam privatis sumpta et aeris magno pondere ad militarem usum in naves imposito duobusque milibus hominum armatis, partim quos ex familiis societatum delegerat, partim a negotiatoribus coegerat, quosque ex suis quisque ad hanc rem idoneos existimabat, Pelusium pervenit. Ibi casu rex erat Ptolomaeus, puer aetate, magnis copiis cum sorore Cleopatra bellum gerens, quam paucis ante mensibus per suos propinquos atque amicos regno expulerat; castraque Cleopatrae non longo spatio ab eius castris distabant. <div id=”adv-gpt-box-mobile-container1“></div>Ad eum Pompeius misit, ut pro hospitio atque amicitia patris Alexandria reciperetur atque illius opibus in calamitate tegeretur. Sed qui ab eo missi erant, confecto legationis officio liberius cum militibus regis colloqui coeperunt eosque hortari, ut suum officium Pompeio praestarent, neve eius fortunam despicerent. In hoc erant numero complures Pompei milites, quos ex eius exercitu acceptos in Syria Gabinius Alexandriam traduxerat belloque confecto apud Ptolomaeum, patrem pueri, reliquerat.
Traduzione del testo:
Dopo aver appreso queste cose, Pompeo, rinunciando al progetto di recarsi in Siria in mancanza dei fondi della società, poiché questi erano stati sottratti e in parte prelevati da alcuni privati, e poiché aveva impiegato una grande quantità di denaro per scopi militari, caricandolo su navi e armato di due legioni, alcune reclutate dalle famiglie alleate, altre costritte dai commercianti, e quelle che ognuno considerava idonee per questo compito, giunse a Pelusio. Lì, per caso, era il re Tolomeo, un ragazzo, impegnato in una grande guerra con la sorella Cleopatra, da pochi mesi espulsa dal regno attraverso i suoi parenti e amici; e i loro accampamenti erano a una breve distanza l’uno dall’altro. A lui Pompeo inviò dei messaggeri, affinché, in nome dell’ospitalità e dell’amicizia del padre, fosse accolto ad Alessandria e protetto con le sue risorse durante il suo momento di sventura. Ma coloro che erano stati inviati da lui, dopo aver completato il compito di ambasciata, cominciarono a parlare più liberamente con i soldati del re e li incoraggiarono a mantenere il loro impegno verso Pompeo e a non disprezzare la sua sorte. Tra questi c’erano molti soldati di Pompeo, che Gabinius, dopo aver concluso la guerra in Siria, aveva condotto ad Alessandria e lasciato presso Tolomeo, padre del ragazzo.