Le storie della genesi sulla volta della cappella Sistina
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28 Dicembre 2019Michelangelo concepisce il Giudizio Universale esattamente come Dante aveva composto la sua Divina Commedia, e assegna personaggi del suo tempo alle pene infernali, rappresentandoli come dannati o demoni sulla parete d’altare della Cappella Sistina.
I dannati
Michelangelo si ispirò all’Inferno di Dante, per Caronte che abbatte con il remo i dannati, e per i diavoli che guidano i dannati ad essere giudicati da Minosse, con il serpente che gli si attorciglia intorno.
I corpi nudi dei dannati sono goffi e infangati, e si accalcano disarmonici tanto quanto erano armonici i corpi statuari della volta.
I dannati, insomma, sembrano quasi caricature che esprimono tutta la negatività e il limite della condizione umana, tanto quanto le figure bibliche della volta ne esprimevano la perfezione.
Michelangelo concepisce il Giudizio Universale esattamente come Dante aveva composto la sua Divina Commedia, e assegna personaggi del suo tempo alle pene infernali, rappresentandoli come dannati o demoni sulla parete d’altare della Cappella Sistina.
Caronte insegue i dannati dalla sua barca all’Inferno, dove Minosse, contornato da un serpente, li attende, pronto a giudicarli.
Caronte e Minosse sono figure della mitologia greca e dell’Inferno, la prima parte della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Secondo Vasari, la testa di Minosse è un ritratto del cerimoniere pontificio. Mentre il lavoro era ancora in corso, quest’uomo si era lamentato della quantità di nudi del dipinto. Michelangelo potrebbe averlo scelto come Re degli Inferi per punirlo della sua ostinazione.
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