
Come il fiume che scorre di Paulo Coelho
28 Dicembre 2019
Aggettivi e Pronomi Identificativi
28 Dicembre 2019🔍 Analisi del Brano “La prigioniera del tempo” da Il fuoco di Gabriele D’Annunzio
Questo brano, tratto dal romanzo Il fuoco di Gabriele D’Annunzio, è un esempio straordinario dello stile dannunziano, caratterizzato da una prosa lirica e simbolica che esplora temi come la bellezza, il tempo, la decadenza e la memoria. Di seguito, analizziamo i punti salienti del testo.
1. Atmosfera e Contesto 🌫️
L’ambientazione della scena è intrisa di malinconia e desolazione:
- Descrizione della calle : La via è descritta come solitaria (“soletta”), grigiastra, umidiccia e disseminata di foglie marce (“màcere”). Questa immagine evoca un senso di abbandono e decadimento.
- Atmosfera sonora : Il “grecolevante” crea una nebbia densa che attutisce i rumori, lasciando spazio a un monotono cigolio di passeri e al suono lontano di una sirena. Questo silenzio “assordante” riflette l’immobilità e la stagnazione dell’anima della protagonista.
2. Radiana: Una Figura Simbolica 👑
Radiana, la protagonista della storia, è una figura emblematica della bellezza destinata a sfiorire sotto il peso del tempo:
- Nome significativo : Il nome “Radiana” suggerisce luminosità e splendore, in contrasto con la sua condizione attuale di reclusione volontaria.
- Prigioniera del Tempo : Come osserva Foscarina, Radiana è prigioniera del tempo, rappresentato allegoricamente come un guardiano armato di falce e polverino. Il tempo è un tema centrale nel brano, simbolo della caducità della bellezza e della vita umana.
3. Temi Principali 📚
Bellezza e Decadenza
- Radiana decide di ritirarsi dal mondo quando si rende conto che la sua bellezza sta svanendo. Questa scelta riflette il tema dannunziano della bellezza come valore supremo, ma anche come qualcosa di effimero e destinato a perdersi.
- Simbolismo della casa murata : La casa chiusa rappresenta il tentativo di Radiana di preservare la propria immagine ideale, isolandosi dal mondo esterno per non mostrare la decadenza fisica.
Memoria e Oblio
- Radiana vuole rimanere “tale nella memoria di chi l’aveva vista risplendere”. Questo desiderio di essere ricordata nella sua forma più gloriosa sottolinea l’importanza della memoria come antidoto all’oblio e alla morte.
Solitudine e Rinuncia
- La protagonista vive in totale isolamento, senza specchi e senza visite. Questa rinuncia volontaria alla vita sociale e alla contemplazione del proprio riflesso simboleggia un distacco completo dal mondo materiale.
4. Simbolismo e Allegorie 🎭
- Il Tempo come Custode : L’immagine del Tempo che veglia alle porte con falce e polverino è un chiaro riferimento alle allegorie medievali e rinascimentali, dove il tempo è rappresentato come un distruttore inevitabile.
- Le Passere Cigolanti : Il continuo cigolio delle passere può essere interpretato come un simbolo della monotonia e dell’ineluttabilità del tempo, che consuma tutto lentamente.
5. Personaggi Secondari e Prospettive 🧑🤝🧑
- Foscarina : È la voce narrante che racconta la storia di Radiana. Attraverso le sue parole, emerge un tono di ammirazione misto a compassione per la protagonista.
- Stelio : Il suo ruolo è quello di ascoltatore e interlocutore. Le sue domande permettono a Foscarina di approfondire la storia di Radiana, creando un dialogo che coinvolge il lettore.
6. Stile e Linguaggio ✍️
D’Annunzio utilizza uno stile altamente lirico e simbolico:
- Immagini Vivide : Descrive dettagliatamente l’ambiente circostante, creando un’atmosfera tangibile e suggestiva.
- Metafore e Similitudini : Ad esempio, il confronto tra il cigolio delle passere e il “rombo nelle conche marine” aggiunge profondità emotiva alla narrazione.
- Tonalità Melanconica : La scelta di un lessico ricercato e musicale contribuisce a trasmettere il senso di perdita e nostalgia che permea il brano.
7. Conclusione 🌟
“La prigioniera del tempo” è un brano che riflette sul destino inesorabile della bellezza umana, destinata a sfiorire sotto il peso del tempo. Radiana incarna questa condizione universale, scegliendo di ritirarsi dal mondo per preservare la propria immagine ideale. Attraverso un linguaggio evocativo e immagini simboliche, D’Annunzio ci invita a riflettere sulla fugacità della vita e sul potere della memoria di fermare, almeno idealmente, il fluire del tempo.
🌟 Messaggio finale : La bellezza, pur essendo effimera, può diventare eterna nella memoria di c
📘Testo del brano “La prigioniera del tempo“ da Il fuoco di Gabriele D’Annunzio
La calle era soletta come il sentiere di un eremo, grigiastra, umidiccia, sparsa di foglie màcere. Il grecolevante creava nell’aria una fumèa tarda e molle che assordiva i romori. La monotonia confusa somigliava or sì or no a un suono di legni e di ferri che cigolassero.
– Dietro quelle mura un’anima desolata sopravvive alla bellezza d’un corpo – disse la Foscarina pianamente. – Guardate! Le finestre sono chiuse, le persiane sono fisse, le porte hanno i suggelli. Una sola fu lasciata aperta, quella dei servitori, per dove entra il nutrimento della morta, come nelle tombe egizie. I servitori nutrono un corpo estinto.
Gli alberi sopravanzando la cinta claustrale parevano fumigare per le cime quasi nude; e le passere, più numerose delle foglie malate su i rami, cigolavano cigolavano senza pause.
– Indovinate il nome. È bello e raro, come se voi l’aveste ricercato.
– Non so.
– Radiana! Si chiama Radiana, la prigioniera.
– Ma di chi è prigioniera?
– Del Tempo, Stelio. Il Tempo veglia alle porte con la sua falce e col suo polverino, come nelle vecchie stampe…
– Un’allegoria?
Passò un fanciullo, zufolando. Come vide i due che guardavano verso le finestre chiuse, si soffermò a guardare anch’egli con i suoi larghi occhi curiosi ed attoniti. Essi tacquero.
Il cigolare assiduo delle passere non sopraffaceva il silenzio delle mura, dei tronchi, del cielo; poiché la monotonia era negli orecchi loro come il rombo nelle conche marine ed essi attraverso quella sentivano la taciturnità delle cose intorno e qualche voce remota. L’urlo rauco d’una sirena si prolungò nella lontananza fumosa facendosi a poco a poco dolce come una nota di flauto. Si spense. Il fanciullo si stancò di guardare: non accadeva nulla di visibile; le finestre non s’aprivano; tutto restava immobile. Partì di corsa.
S’udì la fuga dei suoi piccoli piedi scalzi su le pietre umide e su le foglie màcere.
– Dunque? – domandò Stelio. – Che fa Radiana? Non mi avete ancóra detto chi ella sia e perché chiusa. Raccontatemi. Ho pensato a Soranza Soranzo.
– È la contessa di Glanegg, una tra le più alte dame della nobiltà viennese, forse la più bella creatura ch’io abbia mai incontrata in terra. Franz Lenbach l’ha ritratta nell’armatura delle Valchirie, col casco dalle quattro ali. Non conoscete Franz Lenbach? Non siete mai entrato nel suo studio rosso al Palazzo Borghese?
– No, mai.
– Andateci, un giorno. E domandategli che vi mostri quel ritratto. Non dimenticherete il volto di Radiana mai più. Lo vedrete, come ora lo vedo io a traverso le mura immutato. Ella ha voluto rimaner tale nella memoria di chi l’aveva vista risplendere.
Quando in un mattino troppo chiaro si accorse che era venuto per lei il tempo di sfiorire, risolse di accommiatarsi dal mondo perché gli uomini non assistessero al deperimento e allo sfacelo della sua bellezza illustre. Forse la simpatia delle cose che si disgregano e cadono in rovina la trattenne a Venezia. Ella diede una magnifica festa di congedo, in cui parve ancóra sovranamente bella. Poi si ritirò per sempre in questa casa che vedete, dentro quest’orto murato, con i suoi servitori, aspettando la fine. È divenuta una figura di leggenda. Si dice che nella casa non vi sia uno specchio e ch’ella abbia dimenticato il suo volto. Pur ai suoi amici più devoti e ai suoi parenti prossimi è imposto il divieto di visitarla. Come vive? In compagnia di quali pensieri?