
La spedizione notturna di Diomede e Odisseo prima parte, Iliade, X, vv. 254-261
28 Dicembre 2019
Sacrificio di Ifigenia Versi 95-101 del Primo libro del De rerum natura di Lucrezi…
28 Dicembre 2019Testo, parafrasi, analisi e commento del passo tratto dall’Iliade, dall’inizio dell’ottavo a metà del decimo
Testo e Parafrasi
CANTO OTTAVO (vv. 1 -37) Spandeasi Aurora, peplo di croco, su tutta la terra, |
Parafrasi Canto Ottavo (vv. 1-37)Quando l’Aurora si diffuse sulla terra con il suo mantello color croco, Giove convocò gli dèi sulla vetta più alta dell’Olimpo. Parlò con voce potente, e tutti lo ascoltarono: «Numi e Dee, ascoltatemi. Vi dirò ciò che ho deciso, e nessuno osi opporsi. Nessun dio, uomo o donna, cerchi di contrastare i miei ordini: voglio che quanto ho stabilito si realizzi senza indugio. Se qualcuno di voi scenderà sulla terra per aiutare gli Achei o i Troiani, lo punirò severamente: tornerà nell’Olimpo umiliato o lo scaglierò nel Tartaro, nel punto più profondo dell’abisso, lontano perfino dall’Ade. Là vi sono porte di ferro e soglie di bronzo, e la distanza tra il Tartaro e la terra è pari a quella tra la terra e il cielo. Così capirete quanto io sia il più potente tra gli dèi. Se dubitate della mia forza, fate una prova: prendete una fune d’oro e tiratela giù dal cielo, e attaccatevi tutti, dèi e dee. Anche con il vostro massimo sforzo, non riuscireste a trascinarmi giù sulla terra. Ma se io decidessi di tirare, vi solleverei tutti, insieme alla terra e al mare. Poi legherei la fune a un picco dell’Olimpo e tutto resterebbe sospeso in aria: tale è la mia forza, superiore a quella di tutti gli dèi e dei mortali.» Dopo queste parole, gli dèi rimasero in silenzio, stupiti dalla sua potenza. Infine, Atena dagli occhi azzurri parlò: «Padre nostro, tutti sappiamo che nessuno può contrastare il tuo potere. Tuttavia, provo pietà per i Danai, che stanno per andare incontro alla morte. Non interverremo nella guerra, come hai ordinato, ma almeno lascia che possiamo dare qualche consiglio agli Achei, affinché non vengano tutti sterminati dalla tua collera.» |
CANTO DECIMO (vv. 240-264) E a lui disse cosí Dïomede, gran voce di guerra: che saldo era tenuto da molte coregge protese> dentro nel cavo: fitti di fuori correvano e bianchi |
Canto Decimo (vv. 240-264)Diomede, guerriero valoroso, rispose: «Se devo scegliere un compagno, non posso che indicare Ulisse. Nessuno ha il suo spirito saldo nelle difficoltà, ha un cuore deciso ed è amato da Atena. Venga con me: anche in mezzo alle fiamme sapremo tornare sani e salvi, perché la sua astuzia è superiore a quella di tutti.» Ulisse, l’eroe tenace, replicò: «Tidide, non devi né biasimarmi né lodarmi: i Greci conoscono bene il mio valore. Ora andiamo, perché la notte sta per finire e l’alba si avvicina. Le stelle avanzano nel cielo, e due terzi della notte sono già trascorsi: resta solo l’ultima parte.» Dopo queste parole, si prepararono alla battaglia. Trasimede, il valoroso guerriero, diede a Diomede una spada a doppio taglio e uno scudo, perché il suo lo aveva lasciato sulla nave. Poi gli mise in testa un elmo di pelle di toro, senza cimiero né cresta, detto barbuta, usato dai combattenti più forti. Merione consegnò a Ulisse una spada, un arco e una faretra piena di frecce. Poi gli mise in testa un elmo di cuoio, ben saldo grazie a numerose cinghie all’interno. L’esterno era decorato con denti bianchi di un cinghiale selvatico, disposti in bell’ordine, mentre all’interno vi era uno strato di feltro per rendere l’elmo più comodo da indossare. |
Analisi
Canto Ottavo
Questo brano segna un momento cruciale nell’Iliade: Giove stabilisce il proprio dominio assoluto e vieta agli dèi di intervenire nel conflitto tra Achei e Troiani.
- Il ruolo di Giove: si presenta come un sovrano autoritario e onnipotente, pronto a punire chiunque si opponga alla sua volontà.
- Il concetto di forza: la sfida della fune d’oro serve a dimostrare la sua superiorità assoluta sugli altri dèi.
- La reazione degli dèi: restano muti e impauriti, a conferma della loro subordinazione. Solo Atena osa parlare, ma lo fa con rispetto, cercando di ottenere almeno un margine di manovra per aiutare gli Achei.
Canto Decimo
Questo episodio si colloca nella cosiddetta “Dolonia”, la missione notturna di Diomede e Ulisse nel campo troiano.
- La scelta di Ulisse: Diomede sceglie il compagno ideale per un’incursione segreta: non solo forte, ma anche astuto.
- La determinazione degli eroi: Ulisse mostra la sua esperienza, sottolineando il tempo che passa e la necessità di agire rapidamente.
- L’equipaggiamento: la descrizione dettagliata delle armi e degli elmi indica la preparazione per un’azione furtiva: l’elmo di pelle di toro e quello decorato con denti di cinghiale erano tipici degli incursori, che preferivano protezioni leggere per muoversi rapidamente.
Commento
Entrambi i brani mettono in luce due aspetti fondamentali dell’Iliade:
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Il dominio assoluto di Giove (Canto Ottavo):
- Giove è il vero arbitro della guerra. Anche se gli dèi parteggiano per gli uomini, è lui a decidere il corso degli eventi.
- Il suo discorso mostra una concezione del potere basata sulla forza e sulla paura, tipica della cultura eroica greca.
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L’abilità e l’astuzia degli eroi (Canto Decimo):
- Oltre al valore in battaglia, emergono altre qualità fondamentali nella guerra: l’astuzia e la strategia.
- Ulisse è il modello del guerriero intelligente, che compensa la forza bruta con la sagacia.
- Diomede, pur essendo un grande combattente, riconosce che in certe situazioni l’astuzia è più utile della sola forza.
In sintesi, il Canto Ottavo mostra il dominio divino sulla guerra, mentre il Canto Decimo mette in risalto le qualità strategiche degli uomini, sottolineando che nella guerra non contano solo le armi, ma anche la mente.